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Nel centro di Torino i palazzi simbolo della storia italiana

Veduta panoramica di Torino
Maria Silvia Quaranta

di Maria Silvia Quaranta

Se si vuole conoscere gran parte della storia italiana, non può mancare una visita a Torino e ad alcuni suoi palazzi, Patrimonio dell’Umanità Unesco, che racchiudono la storia del nostro paese: Palazzo Reale, Palazzo Madama e Palazzo Carignano, sede del Museo del Risorgimento.  Si trovano ad una manciata di metri l’uno dall’altro in pieno centro cittadino, nucleo del potere politico sabaudo e cuore di casa Savoia. Dopo aver passato piazza San Carlo, in piazza Castello sulla destra appare Palazzo Madama, trionfo del barocco, che racchiude tutta la storia della città: la Porta Romana si trasforma nel medioevo in fortezza e poi nel castello dei principi d’Acaia. Tra il 600 e il 700 le Madame reali di Savoia lo scelgono come propria residenza e nell’Ottocento Carlo Alberto vi colloca il primo Senato del Regno d’Italia. Dal 1934 il palazzo ospita le collezioni di arte antica del Museo civico: le arti decorative, il Barocco, il Gotico e il Rinascimento, il Medioevo.

Uno dei saloni del Palazzo Reale
Uno dei saloni del Palazzo Reale

Alla fine di piazza Castello appare la maestosa facciata di Palazzo Reale, centro di comando e residenza della dinastia Savoia, che conserva ancora gli ambienti, gli arredi e le opere d’arte realizzate tra il XVI e il XX secolo. Grandi artisti (come Daniel Seiter, Claudio Francesco Beaumont, Francesco de Mura) e gli architetti Filippo Juvarra, Benedetto Alfieri e Pelagio Pelagi hanno contribuito a rendere unica l’atmosfera di questo palazzo, dagli appartamenti alle cucine, arredati e tuttora perfettamente conservati. Appena entrati si viene immediatamente trasportati in un’altra epoca, attraversando stanze che accoglievano la vita di Corte: l’armeria reale, che possiede più di 5000 oggetti, ideata dal Juvarra, dove si possono ammirare armi, armature e antichi cimeli appartenuti ai Savoia; la cappella della Sindone, esempio di architettura barocca, commissionata dal duca Carlo Emanuele II di Savoia, e parte integrante del Palazzo Reale, che ospitò per molti secoli la Sindone (ricordiamo che nel 1997 la cappella venne gravemente danneggiata da un incendio che rese necessario un lungo processo di restauro che si è concluso nel 2018); la Galleria sabauda che venne istituita nel 1832 da Carlo Alberto, e documenta il gusto collezionistico dei Savoia conservando opere di van Eyck, Mantegna, Veronese, van Dyck, Reni, Gentileschi oltre ad una importante raccolta di pittura fiamminga e olandese; il museo di antichità, costruito nel 1724, possiede opere greche, romane, egizie e reperti di scavi effettuati in Piemonte; i giardini reali, il cui primo impianto risale al 1563 quando Emanuele Filiberto trasferì la capitale del Ducato sabaudo a Torino, si estendono fino all’antica cinta muraria collegando i Musei reali all’esterno e rappresentano un luogo verde utilizzato dai torinesi; gli ultimi due spazi sono la Biblioteca reale con importanti raccolte librarie, codici, stampe, disegni e la Sala Chiablese, uno spazio espositivo usato per mostre temporanee.

Sala del Trono del Palazzo Reale
Sala del Trono del Palazzo Reale
La maestosa Sala da ballo
La maestosa Sala da ballo

Durante la nostra visita siamo rimasti ammirati da alcune delle sale, come la Sala del trono e la Sala da ballo: la prima era inizialmente destinata al Trono della regina, e dal 1831 divenne quello del re, presenta un bellissimo soffitto ligneo che nell’ovale centrale presenta la Pace che tiene ai suoi piedi la furia guerriera, con Ercole addormentato a terra, come allegoria per celebrare la dinastia sabauda. Gli arazzi, il ricco trono e il pavimento in parquet intarsiato sono in stile Impero e la balaustra che attornia il trono, del XVIII secolo, in origine circondava il letto della duchessa d’Aosta; il grande salone da ballo progettato dal Pelagi rappresenta il tema della danza e della musica declinato nel soffitto e nei fregi, mentre le 20 colonne in marmo danno luminosità e ampiezza alla sala. Inoltre, non si possono trascurare gli specchi, i lampadari in vetro di Boemia, il pavimento intarsiato e il palco dell’orchestra.

Palazzo Carignano, sede del Museo del Risorgimento
Palazzo Carignano, sede del Museo del Risorgimento

Usciti da Palazzo Reale a poca distanza si trova Palazzo Carignano, oggi sede del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, fondato nel 1878. Il patrimonio ivi esposto è notevole: nelle 30 sale del palazzo sono conservati oltre 50.000 opere, 170.000 libri ed opuscoli, circa 220.000 documenti degli archivi storici. Sopra lo scalone principale veniamo accolti dai gonfaloni delle città italiane, per esprimere la molteplicità di identità territoriali della penisola accanto alla comune identità nazionale Durante il percorso abbiamo attraversato il Risorgimento, le Rivoluzioni del Settecento, l’Occupazione francese, l’Italia napoleonica di inizio Ottocento, la Restaurazione tra società segrete e insurrezioni, la rivoluzione del 1830 con i primi fermenti di nazionalità, lo Statuto albertino e le costituzioni del 1848, per passare alla prima guerra d’Indipendenza, all’esilio e alla morte di Carlo Alberto, la guerra in Crimea con l’ingresso del Regno sardo nella politica internazionale; e ancora dal Congresso di Parigi all’incontro di Plombières, per arrivare alla seconda guerra d’Indipendenza, alla Spedizione dei Mille del 1860; e infine dalla nascita del Regno d’Italia alla presa di Roma, l’Italia verso la Grande Guerra e l’epica del Risorgimento. Interessanti sono i moltissimi cimeli conservati (tra cui le scarpe e le sciarpe di Garibaldi, gli occhiali di Camillo Benso conte di Cavour), ma senz’altro abbiamo apprezzato l’Aula originale della prima Camera dei deputati del Parlamento subalpino 1848-1860, l’unica rimasta ancora integra in Europa e monumento nazionale dal 1898: in un disegno si può vedere lo schieramento politico dei 204 deputati del 1858: qui i protagonisti del Risorgimento, uniti in una stessa visione, hanno deciso le sorti di un’intera nazione. In un’altra stanza è presente lo studio ministeriale di Cavour, che in origine si trovava nel Palazzo Reale, al cui arredo originale è stata aggiunta la maschera mortuaria dello statista. Anche la ricostruzione della cella dove venne detenuto Silvio Pellico tra il 1822 e il 1830 allo Spielberg, durante la Restaurazione, presenta alcuni oggetti originali, come i ferri da carcerato e il leggio.

Sala dedicata a Giuseppe Garibaldi
Sala dedicata a Giuseppe Garibaldi
Prima Camera dei Deputati del Parlamento Subalpino
Prima Camera dei Deputati del Parlamento Subalpino

Torino conserva perfettamente la storia d’Italia, che si può ripercorrere attraverso i suoi palazzi e le mostre fruibili a tutti, grazie anche al personale competente e alle aperture straordinarie in determinati periodi dell’anno.

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