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La criminologa Margherita Carlini e la sua “Parola” sulla violenza di genere

di Elena Manigrasso

Edito da Poderosa “La mia parola” è la voce forte, decisa limpida della mia cara amica psicologa e criminologa Margherita Carlini, capace di smuovere le coscienze sulla drammatica questione della violenza di genere. Margherita raccoglie cinque storie di donne che hanno alzato la testa e la loro asticella di autostima, che hanno avuto la forza non solo di ribellarsi ai propri carnefici ma anche di ripartire verso una vita nuova. Il dolore che la Carlini racconta diventa a questo punto un’azione politica, una eco collettiva e non individuale. La violenza sulle donne non è mai un fatto privato: è un dramma che tocca l’intera comunità ed è quindi la comunità stessa che se ne deve fare carico.

Le storie sono l’esatto estratto della escalation della violenza, e molte saranno le donne che si riconosceranno in questi racconti, come se una voce interiore gridasse dentro di noi mentre si legge: “sono io, sono io, questa storia è uguale alla mia”. La voce di chi ha subito violenza dall’uomo che amava, una voce che si alza ed esprime tutta la solitudine e l’angoscia di chi si sentiva in un imbuto sempre più stretto, stringente, in un cerchio privo di vie d’uscita. Lo stare male toglie dignità, non ci fa riconoscere allo specchio. Questo è quanto emerge dalle pagine della scrittrice. La violenza è un modo di affermarsi, di sentirsi forti, l’espressione di un vuoto etico del maltrattante che non riesce a riconoscere l’altro come degno di rispetto; e noi donne invece abbiamo valori immensi che i maltrattanti non hanno: siamo ricche, ricchissime, capaci di rialzarci e di chiudere col passato attraverso un doloroso ma necessario no contact.

Tanti i tipi di violenza trattati: fisica, psicologica, economica, mobbing ecc. Partendo da quest’ultima si comprende benissimo dalle testimonianze che leggiamo, che essa consiste in attacchi e accuse, svolte in modalità sistematiche nei confronti del partner, cercando di colpirlo nelle sue parti più deboli per umiliarlo, per sminuire il suo ruolo nell’ambito familiare con emarginazioni, continue provocazioni e prevaricazioni anche senza motivo, pressioni affinchè il coniuge lasci il letto coniugale, o il tetto coniugale, o la gestione economica nelle mani del mobber. Le donne nel libro della Carlini ci raccontano di un mondo altro, fatto e creato dall’uomo per suo tornaconto personale, per “consumare” la sua compagna a suo piacimento, con imposizioni, esclusioni, rifiuto al dialogo e disinteresse continuo in tutte le sfere della normale vita quotidiana.

Un libro che racconta di uomini misogini, che hanno sposato la cattiveria di genere per gestire le dinamiche familiari con proprie leggi, che niente hanno a che fare con la nostra Costituzione. Buona lettura care donne e sorelle. Passate parola.

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