La Fondazione Di Vagno, ha ospitato i protagonisti saranno i donatori Cultura 17 Dicembre 202429 Dicembre 2024 I Granai del Sapere a Conversano diventeranno Granai della Memoria, domani lunedì 16dicembre, quando dalle 17.30, nella Sala Biblioteca della Fondazione Di Vagno, i fondi donatiall’archivio della Fondazione prenderanno forma e anima grazie anche alla presenza dellefamiglie donatrici che hanno scelto la Fondazione Di Vagno per ridare valore al lascito dei lorofamigliari. Ad oggi la Fondazione Di Vagno ha un patrimonio di 55 fondi archivistici inventariati e in partedigitalizzati, il tutto consultabile sul sito fondazionedivagno.archiui.com. Il lavoro stacontinuando su altri fondi in corso di ordinamento.Conservare la memoria è un investimento professionale ed emotivo. Libri, documenti e archiviche da privati diventano patrimonio pubblico. Si tratta di un modo per restituire quanto fattodai donatori e condividere lo straordinario lavoro fatto per conservare e rendere accessibile ilpatrimonio biblio-archivistico della Fondazione.Il pomeriggio inizierà con una conversazione sugli archivi tra memoria e futuro, un raccontosullo stato dell’arte, sui progetti conclusi e quelli in corso, per anticipare novità e comunicare iprogetti futuri tra nuovi linguaggi ed innovazione digitale. Dopo i saluti di Daniela Mazzuccapresidente della Fondazione Di Vagno e Giuseppe Lovascio sindaco del Comune diConversano, e l’introduzione di Filippo Giannuzzi segretario generale della Fondazione DiVagno, la conversazione si svolgerà tra Leonardo Musci responsabile degli archivi dellaFondazione Di Vagno e Mauro Paolo Bruno dirigente Settore Sviluppo Innovazione e Reti,Dipartimento Cultura e Turismo della Regione Puglia.Seguiranno le testimonianze dei donatori. Sarà anche l’occasione per presentare il libro intitolato “Una vita per il socialismo, per lalibertà, per la cultura. Inventario dell’archivio Giovanni De Gennaro” (Rubbettino, 2024), acura di Antonella Caprio e Leonardo Musci. Giovanni De Gennaro è stato professore di materieumanistiche e preside di liceo, militante socialista e amministratore nel Comune di Molfettanegli anni ’50-‘60, sindacalista del mondo della scuola. Ricercatore e saggista di ampi interessi,ha concentrato i suoi studi su Gaetano Salvemini e la storia della sua città. Costante è stata lasua battaglia in difesa della cultura democratica e socialista.Interverranno la presidente Daniela Mazzucca, Serena e Rosanna De Gennaro donatricidell’archivio Giovanni De Gennaro, Gianvito Mastroleo presidente onorario della FondazioneDi Vagno, Tommaso Minervini sindaco di Molfetta, Marco G. Bascapè Soprintendentearchivistico e bibliografico della Puglia, e Aldo Patruno direttore generale del DipartimentoTurismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia. Archivio Fondazione Di Vagno <<La Fondazione ha raccolto decine di fondi nel corso degli anni – dichiara Daniela Mazzucca,presidente della Fondazione Di Vagno – Raccontano storie di vite vissute nel secolo scorso, vite di politici di formazione diversa, di intellettuali, di persone che hanno lasciato un segno nellastoria del Mezzogiorno. Per questo abbiamo deciso di fare un’operazione di restituzione neiconfronti dei familiari che hanno deciso di affidarci il loro patrimonio documentale, ma anchenei confronti di tutti coloro che vogliono conoscere le storie dei donatori e delle loro memorie.C’è un fascino particolare nell’entrare negli spazi solitari degli archivi e ricostruire le storie diognuno mettendo insieme discorsi, piccoli o grandi scritti, biglietti, foto o cartoline di viaggi.Mi tornano in mente le parole di Alessandro Barbero quando racconta che” le giornate piùbelle della mia vita sono quelle che passo in Archivio […]. Sono luoghi vivi gli archivi dove tuparli con i morti, parli con loro che ti hanno lasciato la loro voce quando erano ancora vivi, ed èuna delle cose più emozionanti del mondo per chi fa il mio mestiere “>>. <<La vicenda dell’archivio De Gennaro – ha detto Marco G. Bascapè Soprintendentearchivistico e bibliografico della Puglia – è esemplare di un percorso accompagnato da questaSoprintendenza sin dall’8 febbraio 2019 quando ha dichiarato l’archivio di particolare interessestorico e un anno dopo ha esteso il vincolo alle ulteriori carte nel frattempo versate allaFondazione di Conversano. Un primo nucleo dell’importante fondo documentario era statodonato alla Fondazione già nel 2007 dallo stesso Giovanni De Gennaro, ma la gran parte delladocumentazione era rimasta a Molfetta, presso la famiglia. Solo tra il 2019 e il 2021 la moglie ele figlie si decisero alla “separazione non facile” dal suo archivio. Si è poi reso necessario unpaziente lavoro di accorpamento, riordino e nuova inventariazione realizzato grazie aifinanziamenti della Direzione generale Archivi del Ministero della Cultura. Il percorso haconsentito agli eredi di uscire dalla propria “solitudine” grazie a una struttura solida eaffidabile che si è presa cura di quell’eredità, non escludendoli ma affiancandoli nellaresponsabilità della trasmissione del testimone. Aprendo così la strada a nuovi percorsi, anuovi incroci e nuove partenze>>. <<La logica che ci porta a raccogliere intorno alla Fondazione tutti quelli che hanno volutoaffidarci le loro carte, è una logica tra lo scientifico e l’affettivo – sostiene Leonardo Musci,responsabile dell’archivio della Fondazione Di Vagno – Sono operazioni che servono perincrementare le fonti storiche disponibili e che confermano l’affidabilità della Fondazione DiVagno vista sempre più come un luogo culturale in cui le carte dei singoli diventano voci di uncoro, fatto da tante voci molto diverse tra loro, culture politiche diverse, storie diverse. LaFondazione anche da questo punto di vista è un piccolo mondo. In questo evento ciconcentreremo sul fondo del prof. Giovanni De Gennaro, un personaggio di grande spessoreintellettuale e culturale che ha fatto anche politica ma che si è soprattutto speso per latrasmissione della cultura umanistica prima nel suo ambito scolastico e poi convegnistico. Unfondo arrivato in più riprese perché le figlie si sono distaccate lentamente dalle carte che ilpadre ha prodotto. Quando le carte passano da una casa privata a un istituto culturalecambiano pelle e prima di arrivare in Fondazione, le carte di Giovanni De Gennaro sono stateviste con gli occhi del cuore dalle figlie che sicuramente hanno scoperto dei lati del padre chenon conoscevano>>. 17 dicembre 2024