A Yerevan, in Armenia, il Forum Globale contro il crimine di genocidio e il seminario-studio sulla loro prevenzione Attualità Notizie dal Mondo 16 Dicembre 202416 Dicembre 2024 di M. Siranush Quaranta Locandine dei due eventi svoltisi a Yerevan L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito il 9 dicembre la Giornata internazionale per la Commemorazione e la prevenzione del crimine di genocidio. Inoltre, il 9 dicembre è l’anniversario – quest’anno il 76˚ – dell’adozione della Convenzione sulla Prevenzione e Condanna del Crimine di Genocidio del 1948. Il 10 dicembre ricorre, invece, la Giornata mondiale dei diritti umani. Due giornate che pongono in primo piano l’uomo, la giustizia, la lotta ad ogni forma di violenza e soppressione dei diritti e della giustizia. Sebbene la Convenzione sia uno dei documenti internazionali sulla protezione dei diritti umani più ratificata, il mondo come ben sappiamo continua ad essere testimone di nuovi genocidi. Seminario presso l’Istituto-museo del genocidio armeno @foto armenpress A Yerevan, capitale dell’Armenia, l’11 dicembre 2024 l’Istituto-Museo del Genocidio Armeno, la Comunità ebraica dell’Armenia e la Cattedra YSU UNESCO hanno organizzato un seminario dal tema “Adozione della Convenzione sulla prevenzione e repressione del crimine di genocidio”. Durante la giornata si sono alternati i relatori Suren Manukyan, Shushan Khachatryan e Astghik Stepanyan che hanno affrontato i diversi aspetti della storia dei genocidi con resoconti sui vari avvenimenti succedutisi e sul loro significato per lo sviluppo dell’umanità. Manukyan ha trattato “L’antisemitismo nella storia dell’umanità e l’Olocausto”, Khachatryan “Odio verso gli armeni: diffamazione, disumanizzazione, demonizzazione, ritualizzazione della violenza e degli omicidi”, infine Stepanyan “L’ideologia dell’odio contro il popolo Tutsi e il genocidio in Ruanda”. Il presidente armeno Vahagn Kachaturyan @foto armenpress Sempre a Yerevan il 12 e 13 dicembre è stato ospitato il 5˚ Forum Globale contro i crimini di genocidio – di cui l’Armenia è promotore dal 2015 -, dedicato al “Rafforzamento dell’efficacia dei meccanismi internazionali di allerta precoce e risposta preventiva al rischio di genocidio e di altri crimini atroci”. Il Presidente della Repubblica d’Armenia Vahagn Khachaturyan durante il suo intervento ha detto:“Fin dalla sua Indipendenza e dalla sua adesione alle Nazioni Unite, la Repubblica d’Armenia, in quanto Stato dei discendenti di un popolo che ha vissuto la tragedia del genocidio armeno, ha assunto un ruolo prioritario nelle piattaforme multilaterali internazionali nel promuovere le questioni di prevenzione del genocidio, punizione e memoria delle vittime. Per quasi 10 anni, il Forum globale ha riunito le voci, le visioni, gli avvertimenti, gli allarmi e gli appelli di leader politici, accademici di spicco, società civile, difensori delle vittime e dei sopravvissuti, promettendo “mai più” come una realtà irreversibile”. Per il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan, durante il discorso introduttivo, il rischio di genocidi nel mondo è sempre più presente “ed è urgente trovare modi più rapidi di intervenire per prevenirli, con la protezione dei gruppi nazionali, razziali ed etnici deve rimanere al centro del sistema internazionale dei diritti umani. L’unica vera garanzia a questo riguardo è la stretta collaborazione internazionale, anche tra strutture dell’ONU, organizzazioni regionali, stati membri, organizzazioni non governative “. I partecipanti al forum globale di Yerevan @foto armenpress Tante le personalità di spicco presenti a Yerevan che hanno dibattuto su vari argomenti, tra cui l’ex presidente lettone Engils Levits, l’inviata speciale Onu sui territori palestinesi occupati Francesca Albanese, il direttore dell’Istituto Wiesenthal di Vienna per gli studi sull’Olocausto Jochen Böhler, il primo procuratore capo della Corte penale internazionale Luis Moreno Ocampo, il segretario generale ONU Antonio Guterres. In particolare, i vari relatori ci sono concentrati sui primi segnali di allarme e sui fattori di rischio del genocidio, sul ruolo dei piccoli stati nella prevenzione e nel contrasto del crimine di genocidio e sui casi di gravi violazioni dei diritti umani. Il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres ha inviato un messaggio ai partecipanti del Forum, sottolineando la necessità di rafforzare gli strumenti di prevenzione, compresa l’istruzione, nonché di contrastare la disinformazione che può alimentare e promuovere discorsi di odio e azioni genocide. La Convenzione sulla prevenzione e repressione dei crimini di genocidio venne adottata sulla scia degli orrori inimmaginabili dell’Olocausto, promettendo alle vittime e ai sopravvissuti di garantire che queste atrocità non si ripetano mai più. “Purtroppo, in un mondo afflitto da divisioni, sfiducia e violenza, lo spettro oscuro del genocidio è ancora con noi”, ha detto Guterres. Per il bene delle vittime e dei sopravvissuti tutti i governi devono ratificare e attuare pienamente la Convenzione, rintracciando e condannando i responsabili. “Dobbiamo rispettare e attuare le decisioni della Corte Internazionale di Giustizia sull’applicazione della Convenzione e dobbiamo fare tutto il possibile per identificare i primi segnali di allarme. Il modo migliore per onorare le vittime e i sopravvissuti al genocidio e intensificare le azioni volte a prevenire questo crimine brutale” ha sottolineato Antonio Guterres. L’Alto Commissario ONU per i diritti umani Volker Türk ha precisato che tutti i governi e le parti in conflitto devono rispettare pienamente il Diritto internazionale: “il modo migliore per prevenire i crimini, incluso il genocidio, è che tutti i governi e le parti in conflitto rispettino pienamente il Diritto internazionale, perché questi crimini atroci non si verificano senza motivo; sono preceduti da una discriminazione e sistematica, dall’incitamento all’odio e da un modello di esclusione basato su caratteristiche razziali, etniche, religiose o di altro tipo, nonché altre gravi violazioni dei diritti umani”. A suo avviso gli Stati hanno il dovere primario e l’obbligo legale di prevenire tali violazioni quando i rischi potenziali sono evidenti. L’ex presidente della Lettonia Egils Levits ha ricordato come la prevenzione dei genocidi sia uno dei fattori più importanti che la società internazionale e il Diritto internazionale devono affrontare, in quanto la prevenzione è una funzione primaria per la comunità internazionale, ed è importante capire che la giustizia e il diritto devono essere in grado di diventare un meccanismo prioritario per garantire che coloro che commettono genocidi e altri crimini siano ritenuti responsabili. “Anche se il diritto internazionale presenta alcune lacune, ha in sé gli strumenti per prevenire i genocidi e rafforzare la volontà politica per portare e aiutare i tribunali internazionali a punire gli atti di crimini, atrocità e genocidio. La società svolge un ruolo molto importante nel definire e rafforzare questa volontà politica. Ciò aiuterà i sopravvissuti e le famiglie delle vittime a ricevere risarcimenti secondo la legge e aiuterà a capire che le loro sofferenze vengono riconosciute, aiuterà a riparare i traumi inflitti durante il genocidio, restituendo la dignità a queste persone. Un genocidio non riconosciuto è una ferita aperta che viene passata alle future generazioni” ha sottolineato Levits. Il discorso conclusivo è stato pronunciato dal viceministro degli Esteri Vahan Kostanyan, il quale ha riassunto come appaia importante la leadership di piccoli stati con idee simili nel far promuovere l’agenda di prevenzione del genocidio, ed ha anche osservato “siamo la comunità internazionale e siamo noi che dovremmo applicare il diritto internazionale”. I relatori del forum in visita al memoriale del genocidio @foto armenpress Al termine del Forum Globale contro il crimine di genocidio, tutti i partecipanti hanno visitato il Dzidzernagapert (sulla Collina delle rondini), il Complesso Memoriale del Genocidio Armeno, accolti dalla direttrice Edita Gzoyan. Gli ospiti hanno deposto dei fiori vicino al fuoco eterno che arde in memoria delle vittime del genocidio armeno.