A Bari si è svolto il IX Forum delle Giornaliste del Mediterraneo Attualità Cultura 27 Novembre 202427 Novembre 2024 di Maria Silvia Quaranta Locandina del Forum 2024 Il 25 novembre a Bari presso l’Aula don Tonino Bello nel Dipartimento For.Psi.Com UniBa, ha preso avvio la IX edizione del Forum delle Giornaliste del Mediterraneo, suddivisa in tre giornate tra Bari e Lecce. Il panel inaugurale “Press care, Life care. Liberare la verità, nutrire la vita”, in coincidenza con la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, è stato moderato da Marilù Mastrogiovanni, ideatrice del Fmwj, ed ha visto gli interventi di Stefano Bronzini, Magnifico rettore dell’Università degli Studi Aldo Moro di Bari, Loredana Capone, presidente del Consiglio della Regione Puglia, Luigi Cazzato, coordinatore Master in giornalismo UniBa, Piero Ricci, presidente Ordine dei giornalisti Regione Puglia, Loredana Perla, direttrice Dipartimento For.Psi.Com di UniBa, Antonello Cassano, vicepresidente Assostampa Puglia, Rossella Matarrese, coordinatrice regionale GI.U.L.I.A. giornaliste e Trisha Thomas, Associazione Stampa estera, Associated Press Television. Il Forum delle Giornalista del Mediterraneo, in questa edizione parla di liberare la verità e nutrire la vita, dove il forum rappresenta un grande momento di approfondimento, anche deontologico, sui temi e sui valori che sostengono un giornalismo etico. Infatti, fare informazione significa difendere ogni aspetto della vita democratica, dei diritti umani, della giustizia ambientale ed ecologica Come ha introdotto Mastrogiovanni:” Dal livello di libertà di stampa si misura la tenuta dello Stato di diritto. In Italia l’instabilità crescente del sistema editoriale, della trasformazione dei e delle giovani giornaliste e giornalisti in lavoratori poveri, non riesce a garantire il turn over in una categoria che assottiglia sempre più le sue fila. Eppure, come recita l’articolo 1 del testo unico deontologico, giornalisti e editori insieme devono garantire la tutela delle fonti e sono tenuti a rispettare il segreto professionale; dunque, sono corresponsabili del circuito delle notizie. Mentre l’articolo 2 del testo unico deontologico riguarda solo giornalisti e giornaliste, l’articolo 1 chiama in causa il sistema editoriale nella sua interezza. Ma oggi le nuove riforme legislative minano alla base il diritto dei cittadini di essere informati, la Ue lancia un allarme relativo alla riforma della giustizia, della protezione dei giornalisti, delle querele temerari e della pluralità del servizio pubblico pressoché ignorati”. Da qui è partita la discussione con la volontà che debba essere la stampa stessa a scardinare questa situazione critica, sia grazie alle giornaliste, che sono in grado di liberare la verità, e sia alla modifica del linguaggio di genere con un giusto e corretto uso delle parole, dove solo nell’educazione al pensiero critico si può basare il potere. Stefano Bronzini, Loredana Capone e Marilù Mastrogiovanni L’Università di Bari da sempre è in prima linea per quanto riguarda la quota femminile al suo interno, che è molto alta, ma anche incrementando la presenza di ragazze in corsi di laurea che finora ne vedevano ben poche, ed istituendo il dottorato nazionale sulle questioni di genere Per Bronzini è indispensabile cambiare il vocabolario, ed in Puglia c’è ancora molto da fare, in quanto spesso le parole usate non sono corrette per le voci femminili; oggi bisogna pensare un’idea diversa di vocabolario, in quanto dietro le parole ci sono i significati, ed è su questi che bisogna mettersi d’accordo. Loredana Capone ha invece precisato come la situazione delle giornaliste è in continuo peggioramento, dove il precariato giornalistico e il freelance comportano, soprattutto per loro, una mancanza di tutela dei diritti, primo fra tutti quello alla maternità. “In quanto istituzioni abbiamo il compito di favorire il lavoro della stampa, e all’interno dei media, il rispetto dei diritti di ciascuno”. Per quanto riguarda la violenza sulle donne Loredana Capone ha ribadito il bisogno di ridare valore ai rapporti umani, lottando contro gli stereotipi, contro il patriarcato e soffermandosi sull’importanza del linguaggio a partire dalla parola Accorgersi, diversa da ascoltare, capire o soffermarsi. Occorre accorgersi che le giornaliste nel Mediterraneo sono prima di tutto donne e poi professioniste. Luigi Cazzato Luigi Cazzato, presente nel doppio ruolo di coordinatore del Master di giornalismo (unico nel sud Italia) e del corso di Laurea in Scienze della comunicazione, ha ricordato come oggi sia fondamentale studiare la comunicazione, dal momento che noi respiriamo comunicazione quotidianamente, ci avvolge ed entra nei nostri polmoni come l’aria: per questo è importante che sia pulita, non inquinata e quindi occorre curare oltre che l’ambiente naturale anche quello comunicazionale, declinando questi eventi formativi anche ai giovani e al mondo dell’informazione. Loredana Perla ha ringraziato la Mastrogiovanni per la sua capacità di creare ponti, superando i confini, accorgendosi di quello che manca o non va nel mondo – infatti anche quest’anno i diversi panel presentano un ricco parterre. “UniBa riserva un’attenzione concreta al femminile, allo spazio che le donne possono nutrire con la loro capacità di visione, di superare le divisioni e i conflitti per giungere alla pace” ha concluso. I lavoratori dell’informazione non attraversano un buon periodo, come ha riferito Piero Ricci. Il lavoro giornalistico è diventato più povero, come anche la democrazia in tutti quei paesi che nei secoli hanno beneficiato della libertà di stampa, oggi in pericolo. Il mondo dell’informazione è cambiato, ma il giornalista resta fermo.” Oggi non è necessario consultare un giornale per sentirsi informati. Le notizie che circolano sono talmente tante che spesso i giornalisti non ne sono i portatori. Soprattutto con il web, dove manifestare un pensiero è una cosa, informare è altro. Con la Regione Puglia, almeno per quello che riguarda il microcosmo pugliese dell’informazione, l’interlocuzione è positiva, come anche con AssoStampa Puglia, per una legge regionale sull’editoria in grado di garantire una sorta di contributo e di sostegno a tutte quelle iniziative che devono in qualche modo implementare l’informazione locale, la cosiddetta informazione a chilometro zero”. Piero Ricci Un altro tema è quanto giornalismo c’è dietro le notizie che si leggono: ce n’è molto poco soprattutto se si va sul web; il web è vero che ha in qualche modo perfezionato l’articolo 21 della Costituzione quando si dice che con ogni mezzo abbiamo la possibilità di manifestare il nostro pensiero, ma manifestare il pensiero è un conto, informare un altro. Quindi informare cosa significa? Avere la responsabilità di quello che si dice. “Come presidente dell’Ordine dei giornalisti posso dire che la nostra forza paradossalmente sono i nostri doveri (certo i diritti sono importanti, perché il lavoro povero non deve esistere per renderci realmente liberi, e non si deve contrabbandare il lavoro degli aspiranti giornalisti pubblicisti retribuendola solo con il tesserino). In Italia da qualche anno i giornalisti vengono privati di molti strumenti, ma rimane la responsabilità. Oggi fare il giornalista è difficile, anche perché c’è la concorrenza del web che è spietata; è allora sul web che ci giochiamo la nostra dignità, e sul web la nostra forza sono i doveri che noi abbiamo. La vera informazione che può circolare sul web, e che noi dovremmo fare, è di lavorare per sottrazione, non aggiungendo dettagli pomposi e inutili ai fini della comprensione di un fenomeno. Il nostro compito, ricordandoci i doveri che sono la forza dell’esistenza di questa professione, è di essere la sigla dell’informazione sul web” ha concluso Ricci. Per Antonello Cassano, del sindacato giornalisti pugliesi, il Forum rappresenta un unicum, un presidio per sottolineare l’importanza delle voci femminili nel mondo del giornalismo, non solo all’interno nella nostra categoria ma anche all’esterno. Ha poi fatto l’esempio di “No women, no panel”, un progetto promosso dalla Rai che ha trovato la sua prima applicazione in Puglia nel 2022, monitorando la presenza di voci maschili o femminili all’interno di convegni, eventi, interviste televisive. “Il fatto di dover parlare ancora di questi temi nel 2024 non è rassicurante, la situazione è che c’è una strabordante presenza di voci maschili ovunque. Questo è anche il nostro lavoro: quando si vanno ad intervistare privati o aziende, cerchiamo di sensibilizzare sul fatto che è importante che non si facciano rappresentare soltanto da voci maschili, perché è sbagliato. Quanto ad uno dei temi principali di questa edizione cioè la libertà di stampa ed uno dei suoi nemici cioè il precariato, la situazione non è positiva perché una grandissima parte di agenzie di stampa e redazioni televisive sono fatte da precari con contratti CoCoCo, con partita iva. Una volta il precariato era l’anticamera della nostra carriera per farsi le ossa e poi si veniva stabilizzati, adesso la precarietà è la condizione stabile di una grandissima parte di giornalisti” ha ribadito Cassano. Rossella Matarrese ha associato la crisi dell’editoria a quella degli editori, che hanno nuovi e molteplici interessi. Molto può fare l’Intelligenza Artificiale, perché venendo usata per scrivere articoli leggeri permetterà ai giornalisti di poter andare in giro e trovare le notizie vere, e magari riuscire a creare cooperative per autofinanziarsi. La Matarrese ha poi voluto ricordare qualcosa di Gi.U.Li.A., che è un acronimo di Giornaliste Unite Libere Autonome, nata 12 anni fa quando un gruppo di giornaliste pensò che non andasse assolutamente bene come le donne venivano narrate, com’era il racconto delle donne attraverso i media. Ha continuato “Stiamo parlando appunto di come nutrire la democrazia, e a questo sono chiamati direttamente i giornalisti con senso di responsabilità e “con” le parole giuste. Spostare i diritti verso il basso, anche quelli delle donne, significa non voler tutelare la democrazia. Inizialmente il termine stesso di femminicidio faceva ridere, poi le cose sono cambiate anche grazie ai quotidiani, che utilizzavano la parola nei titoli, negli occhielli, negli articoli e così si è capito qual’era la portata del fenomeno, che non erano le donne uccise dalla mafia – categoria a parte, ma erano le donne uccise dal coniuge, dal partner, dall’ex compagno”. In ultimo, ma non ultimo, il linguaggio per i giornalisti è importante e bisogna maneggiare le parole con grande attenzione, per far crescere la democrazia e fare in modo che questa diventi sempre più un luogo possibile per tutti, ma soprattutto per le donne. Trisha Thomas I lavori del primo panel sono stati conclusi dall’intervento di Trisha Thomas, giornalista dell’ Associated Press Television e anche qui in rappresentanza dell’Associazione Stampa Estera, la quale ha parlato della sua esperienza di giornalista della stampa in Italia, lavorando per l’Associated Press che è l’ agenzia stampa americana, nel bureau di Roma da trent’anni e attiva nell’Associazione Stampa Estera (ex presidente) raggruppando fra Roma e Milano 500 giornalisti in Italia di più di 50 paesi. L’agenzia ha donato una borsa di studio al Master di giornalismo di Bari. “Ho cominciato trent’anni fa questo mestiere ed è stato molto difficile come donna, perché c’era molto maschilismo e in più ho avuto tre figli: mi sono aggrappata alla mia carriera per essere una giornalista full time. Oggi tutte le giovani giornaliste che incontro in Italia mi dicono che non vogliono fare figli, e questo mi rende triste, ma è comprensibile visto il precariato, la mancanza di diritti per i giornalisti “ha detto Thomas. Essendo americana ha accennato a quello che sta vivendo il suo paese: alle ultime elezioni ha vinto Donald Trump, un uomo apertamente misogeno, come anche il suo vicepresidente. Quindi in America le donne vivono una situazione di stallo; è un momento difficile per essere giornaliste e fare bene il proprio lavoro, per rivelare la verità. Questo anche perché il presidente si è messo accanto Elon Musk l’uomo più ricco del mondo, l’uomo che ha X, ex Twitter, dove si trova di tutto e di più in fake news. È notizia recente che l’Associated Press, con più di 3000 giornalisti in tutto il mondo, ha annunciato il taglio dell’8% del personale, uno dei momenti più difficili per i giornalisti negli USA e in tutto il mondo, dicendo “si scrive troppo, bisogna essere più visual”. Da tutte le relazioni è apparso chiaro come la situazione del giornalismo oggi sia preoccupante, ma occorre combattere, anche nella speranza dell’arrivo di molte più donne giornaliste che scelgono questo mestiere usando passione e senso di responsabilità, decidendo di fare sempre più reportage sulle donne, aiutandosi reciprocamente per essere più forti.