Facciamo Rumore… per dire Basta alla violenza sulle donne Attualità Comuni 26 Novembre 202427 Novembre 2024 di Maria Silvia Quarantafoto di Francesco Guida Evento presentato presso la boutique Sorrisi di Bari Il Municipio2 per il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, quest’anno ha promosso vari eventi, tra cui “Facciamo Rumore…per dire Basta alla violenza sulle donne”. Nel pomeriggio presso la Boutique Sorrisi di Bari, messa a disposizione dalla signora Fulvia, si sono succeduti vari momenti ricchi di emozioni. L’incontro è partito con un flash mob, accompagnato dalla musica al pianoforte del maestro Augusto Luigi William, realizzato da tutte le consigliere e i consiglieri del Municipio2 compatti per dire No alla violenza di genere, con gli interventi di Alessandra Lopez, presidente Municipio2, Alessandra Abbatescianni, presidente Commissione Cultura e sport del medesimo Municipio, con la presenza di Carla Palone assessore Polizia locale e Protezione civile del Comune di Bari. Alessandra Abbatescianni ha evidenziato come l’evento abbia richiamato tutta la cittadinanza, giunta numerosa per un momento di riflessione e per ascoltare le parole di Rosa Maria Scorese sulla sorella Santa. “Noi ci siamo compatti e uniti”. Alessandra Lopez, presidente Municipio 2 La presidente Lopez ha ribadito che “noi donne dobbiamo dire a noi stesse e agli uomini “Non una di meno, non una di più nel pretendere di avere i propri diritti”, quelli che non devono essere soltanto proclamati su carta ma devono diventare anche diritti sostanziali, diritti di uguaglianza fra uomini e donne, perché al di là della nostra diversità genetica siamo uguali nel sentire, nel rispetto, nell’empatia. Dobbiamo chiedere che le donne non siano più considerate possesso di qualcuno, e questo lo dobbiamo fare in primis noi delle istituzioni, promuovendo il processo di cambiamento”. Questo cambio culturale deve essere alimentato non soltanto con l’uso di strumenti normativi, che pure sono essenziali, ma soprattutto “coinvolgendo tutti quanti e profondendo le nostre forze in un’opera di prevenzione; questo è il cambio di passo che vogliamo, quello nel quale ci impegniamo e per cui siamo qui in questa Boutique che non è solo una boutique, ma come vedete è un luogo dove la comunità cresce, dove il senso di unità per le donne è dire alle donne che non sono sole, ma che ci siamo tutte e tutti noi. Questo deve essere un imperativo categorico”. Alessandra Lopez ha ringraziato tutti i consiglieri municipali, in particolare la Commissione cultura che quest’anno si è prodigata per un cartellone di eventi contro la violenza sulle donne ancora più ricco. “Questo ci deve dire e far capire che dobbiamo lavorare tutti i giorni dell’anno affinché i diritti delle donne siano diritti acquisiti, pensiamo anche alle donne del Mediterraneo, pensiamo alle donne iraniane del Movimento donna, vita e libertà, a tutte quelle donne per cui quello che abbiamo conquistato fino ad ora è ancora un sogno; noi le dobbiamo aiutare con il nostro esempio. Da ogni parte del mondo, dell’Italia, della nostra città, a partire dai nostri quartieri e anche da una boutique, si deve ribadire che noi siamo donne per le donne, e siamo anche uomini per le donne; questo cambio di passo è essenziale. In questa occasione opposizione e maggioranza assieme si è unita per essere dalla parte delle donne. Ci riuniamo oggi in particolare in nome di Santa Scorese, una delle prime vittime della follia dello stalking e della violenza sulle donne. Stamattina c’è stata anche la commemorazione di Palmina Martinelli, una donna di terra di Puglia che ha detto no alla strumentalizzazione del proprio corpo e ha avuto il coraggio di denunciare, in un’epoca in cui era difficile, da un letto di ospedale in fin di vita chi erano i suoi aguzzini. Ecco gli aguzzini sono molto spesso tra noi, nelle nostre famiglie, nei nostri retaggi culturali: impariamo a riconoscerli, aiutiamo donne e bambine a riconoscerli e ad opporsi. Tutti insieme possiamo vincere questa battaglia e possiamo superare una piaga sociale” ha concluso la Lopez. Alessandra Abbatescianni con Rosa Maria Scorese Successivamente si sono alternate le letture da parte della scrittrice Alessandra Campione (con una poesia dal suo libro Battiti sospesi), Alessandra Abbatescianni – con un brano toccante di Florisa Sciannamea– e dei consiglieri del Municipio2 Annalisa Favia (con un brano di Alda Merini per ricordare le 98 vittime di violenza nel 2024), Sergio Catalano, Onofrio Degiglio, Saverio Scannicchio, Giuseppe Traversa. La stessa Lopez, dopo un pensiero personale su questa giornata, ha un po’ voluto percorrere questo primo periodo da presidente del Municipio2, che è partito dalla conoscenza di questo territorio, scoprendo un humus umano culturale ed una voglia di partecipazione attiva straordinaria, con una ricca presenza di comitati e associazioni, e questa è la base per riuscire a smuovere le culture e dare il senso di non essere soli in mezzo agli altri, e a determinare il potenziale per la crescita della comunità e per la forza di affrontare tematiche forti e drammatiche come quella della violenza sulle donne. Rosa Maria Scorese La parola è poi passata a Rosa Maria Scorese che porta avanti con coraggio il ricordo della storia della sorella Santa, testimoniando in prima persona il dramma attraversato dalla sua famiglia. Santa prima vittima di stalking (prima di lei non si dava rilevanza alla persecuzione) morta il 15 marzo 1991. La sua vita è stata descritta nel libro “Santa che voleva solo vivere” di Alfredo Traversa, la trasposizione del testo teatrale, con l’aggiunta dei documenti, che Traversa (attore e regista tarantino) porta sulle scene dal 2004. La storia di Santa è quello di una ragazza che aveva gridato aiuto sin dalle prime avvisaglie, andando con il papà poliziotto nei corridoi del tribunale, della questura, ma ricevendo sempre le laconiche risposte “Vedrai non succederà nulla”, oppure “Signorina, piccolina com’è se avesse voluto farle del male glielo avrebbe già fatto, e noi mica possiamo metterle la scorta”. Santa aveva una strada da percorrere che le è stata preclusa. Rosa Maria è portatrice della storia della sorella minore, che è una storia sui generis, perché non è la storia di una ragazza uccisa dal compagno, dall’ex compagno o da qualcuno a lei vicino, ma da una persona che non conosceva. Si parla di femminicidio perché lei è stata uccisa in quanto donna e in quanto donna di fede, frutto della lucida follia di Giuseppe Di Mauro, una persona squilibrata con una patologia psichiatrica, con tutto un bagaglio patriarcale che lo ha portato a fare affermazioni e atti raccapriccianti. Il suo calvario dura tre anni dal giugno 1988 a marzo 1991, con il tradimento da parte dello Stato e delle istituzioni, tenendo conto che Santa ha denunciato sin dal primo giorno, quando era buio pesto su questa questione e le molestie erano considerate solo un reato contro la morale e lei “non si è mai arresa e sottobraccio a papà continuò a denunciare “ha detto Rosa Maria. Ha poi continuato “Santa girava per Bari mai da sola (alle lezioni di medicina, agli incontri religiosi) da quel giugno 1988 sino alla sera fatale, con caparbietà e coerenza di non mollare mai. In realtà è rimasta sola solo due volte: la prima il giorno del suo compleanno il 6 febbraio 1989, quando Giuseppe l’aggredisce dopo mesi di catcalling e la seconda la sera della sua morte”. Il pubblico presente alla serata Tra i due eventi ci sono mesi di messaggi, di persecuzioni quando egli all’improvviso le compariva giornalmente davanti. “Qualche giorno prima della morte Santa aveva ricevuto l’ultimo terribile biglietto, io l’ho visto con i miei occhi ma non l’ho toccato, dove c’era scritto “O mia o di nessuno e nemmeno di Dio”. La sera del 15 marzo sotto gli occhi di papà Santa viene ammazzata da Giuseppe (era da sola in macchina per entrare direttamente nel cortile e qui trova lo trova). Papà si affaccia al balcone e assiste alla scena; è lui che tira via dal corpo di Santa l’assassino che gli dice “fammi finire perché dopo mi ammazzo”. Anno 1991, siamo nel 2024 e Giuseppe Di Mauro, vivo e vegeto, continua a dare fastidio. Intanto è stato considerato incapace di intendere e di volere al momento del reato” ha continuato la sorella di Santa. Per il funerale è lei che decide di metterle un completino rosso, perché quel colore rappresentava il colore della passione con cui aveva vissuto i suoi 23 anni. Ancora oggi Giuseppe di Mauro continua a perseguitare la famiglia di Santa e Rosa Maria stessa. La sorella ha poi concluso “Oltre la tragedia, il lenimento è quello che per Santa la Diocesi di Bari nel 1997, durante la giornata diocesana della gioventù, ha dichiarato aperto un’inchiesta diocesana per presunto Martirio in odio della fede. Sia chiaro che non è che Santa sta percorrendo questa strada verso l’eventuale beatificazione perché è stata uccisa in maniera così cruenta o per femminicidio, ma perché guardando dietro quell’incidente si è scoperto un cuore incredibile alla maniera di Teresina di Lisieux di Sant’Agostino, in quanto il suo diario, che io volevo bruciare, è un carteggio e un canto d’amore, uno strumento bellissimo che attesta in qualche modo la bellezza di questa ragazza ed il suo percorso intimo. (…) A noi basta pensare che Santa possa essere un modello giovane di riferimento, di tenacia e di civiltà morale per il bene comune. Io ve la consegno” ha concluso Rosa Maria Scorese tra la commozione generale.