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Enrico Berlinguer, il ricordo nell’anniversario dalla morte

Enrico Berlinguer
Maria Silvia Quaranta

di Maria Silvia Quaranta

Quarant’anni fa si spegneva Enrico Berlinguer, personalità politica stimata da tutti anche per le sue scelte coraggiose, e uno dei protagonisti della storia del Novecento. L’11 giugno è stato ricordato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella:” Berlinguer è stato un leader del movimento comunista italiano in un decennio particolarmente difficile che lo vide impegnato a difendere la Costituzione e la vita democratica dagli attacchi eversivi e dagli assalti del terrorismo. L’assillo della pace e della cooperazione internazionale lo condusse a proporre percorsi e scelte sempre più autonomi, nell’ interesse del popolo. Il suo contributo, ideale culturale, ha concorso ad associare i lavoratori che si riconoscevano nel Pci a quel cammino di integrazione europea che l’Italia è stata capace di percorrere da protagonista”.

Enrico Berlinguer e Roberto Benigni durante il comizio del 1984
Enrico Berlinguer e Roberto Benigni durante il comizio del 1984

Berlinguer rappresenta una figura che è diventata un’icona nella cultura popolare, scomparso a 62 anni in seguito ad un malore durante un comizio a Padova il 7 giugno 1984 in piazza delle Erbe, entrato nell’ immaginario collettivo e popolare forse anche grazie allo scatto che lo ritrae sorridente in braccio a Roberto Benigni durante una manifestazione a Roma del 1983 quando disse “Questo è un comunista autentico”. L’uomo e il politico che ha attraversato forse il periodo più difficile e più buio dell’Italia degli anni a cavallo tra la fine nel 1970 e la metà del 1980, è l’uomo del compromesso storico con la Dc di Aldo Moro, del dramma del rapimento e assassinio del leader democristiano e della sua scorta da parte delle Br, dei comizi con folle oceaniche, dei successi elettorali, del solco tracciato fra comunismo italiano e quello sovietico. Per la storia politica del nostro paese rimane un tassello importante il suo discorso tenuto alla Camera dei Deputati il 16 marzo 1978, in seguito al rapimento dello statista democristiano:” L’attacco portato con calcolata determinazione contro una delle personalità più eminenti della vita politica italiana, contro uno statista profondamente legato alla causa della democrazia, segna un punto di estrema gravità nazionale e di pericolo per la Repubblica. Il momento è tale che tutte le energie devono essere unite e raccolte perché l’attacco eversivo sia respinto con il vigore, con la fermezza necessaria, con saldezza di nervi, non perdendo la calma, ma anche adottando tutte le iniziative opportune per salvare le istituzioni e per garantire la sicurezza e l’ordine democratico”. L’epilogo drammatico segnerà per Berlinguer la fine della strategia politica elaborata tra il 1973 e il 1979 insieme al presidente democristiano, della collaborazione tra le forze popolari d’ispirazione comunista-socialista con quelle di ispirazione cattolico-democratica, per cercare di dar vita a uno schieramento politico capace di produrre un risanamento della società e dello Stato basandosi sul consenso di massa.

Nato a Sassari nel 1922, comincia la sua carriera politica nel 1937 e nel 1943 aderisce al Pci, diventando segretario della sezione giovanile di Sassari, venendo arrestato l’anno successivo con l’accusa di essere l’istigatore dei moti del pane, i moti popolari antifascisti. Nel 1944, a seguito dell’incontro con Palmiro Togliatti, viene chiamato a Roma dal partito come componente della segreteria nazionale sempre della Federazione giovanile comunista e nel ‘45 entra nel Comitato centrale del partito prendendone la direzione nel 1948. Berlinguer diventa deputato nel 1968 e anche la scalata nel suo partito è molto rapida fino a giungere nel 1972 alla carica di segretario nazionale che manterrà fino alla morte; importante fu il suo lavoro da europarlamentare (1979-82). Il funerale politico fu il più importante della storia della Repubblica quando due milioni di persone scesero in piazza e il Presidente della Repubblica di allora Sandro Pertini commosso si fermò sul suo feretro.

Mostra "I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer" a Bologna
Mostra “I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer” a Bologna

Due eventi ricordano la figura di Enrico Berlinguer: a Bologna dal 12 giugno al 25 agosto è possibile visitare la mostra “I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer” presso il Museo Civico Archeologico, ricca di contenuti multimediali, foto, giornali, scritti del segretario del Pci, arricchita da una sezione dedicata al rapporto privilegiato che Berlinguer ebbe con l’Emilia-Romagna; il documentario “Prima della fine. Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer” (prodotto da Echvisivi in coproduzione con Salice Production e Salaria Film, con Sky Documentaries, AAMOD Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico), per la regia di Samuele Rossi, rende omaggio alla memoria del leader politico basandosi su un lavoro di ricerca per ricostruire gli ultimi giorni del leader ” una storia che volevo fare mia, che volevo restituire alla mia generazione e a quelle future, che in qualche modo  potesse nuovamente essere vissuta e conosciuta. La pellicola mette insieme anni di ricerca, di studio e di costruzione di un linguaggio per restituire in modo delicato e rispettoso la cronaca di 7 giorni”, ha spiegato il regista.

Locandina del documentario "Prima della fine. Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer"
Locandina del documentario “Prima della fine. Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer”

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