Bif&st 2023-Il mestiere di attore di Sonia Bergamasco Cinema Cultura Eventi e Tradizioni 28 Marzo 202329 Marzo 2023 i Piero Fabris Foto Daniela Ciriello Sonia Bergamasco- foto di D. Ciriello Lavorare su se stessi richiede impegno serio e continuato. E’ il solo procedimento che ci restituisce la consapevolezza, la bellezza autentica che ci rende attori e non burattini; esseri umani che si guardano allo specchio e si amano fragili e forti, brutti, spietati, ma belli, ovvero autentiche note che con musicalità, giusto ritmo colgono e riflettono l’umanità che ci appartiene. La masterclass al Teatro Petruzzelli del ventisette marzo con Sonia Bergamasco ci ha restituito la giusta dimensione del Mestiere di Attore col quale la donna, la bimba, la moglie, sempre alla ricerca della propria sintonia col mondo dell’immedesimazione e interpretazione, in ogni spettacolo, si immerge ed emerge e fa di quella rappresentazione il palcoscenico trasparente e burrascoso, il luogo del dono nel quale si tuffa come un delfino che amplifica le emozioni. Lei stessa ha affermato che la musica è stata fondamentale nel suo percorso di attore per danzare magnificamente nello spazio calibrato con le sue pause silenziose. La Berganasco riesce a far sentire la forza vibrante della sua voce che sa accordarsi con le emozioni di chi vuole veramente Ascoltare, divenendo strumento efficace, parte di una orchestra di memorie antiche e future, le quali ci spogliano e rivestono a tutto vantaggio del linguaggio migliore per essere onda e bagliore di burrasca di sensazioni. Bergamasco-Laudadio Nel suo accennare a Carmelo Bene a quel suo essere “Artista Feroce”, troppo spesso dimenticato, ci ha fatto ripensare al lavoro “artigianale” che ognuno compie trovandosi davanti al proprio tempio (che sia un teatro, un anfiteatro o uno specchio d’alba) nel quale, identificarsi, anzi Riconoscersi nuova e remota, parte di una collettività che oggi più di ieri ha bisogno di spogliarsi di orpelli e ritrovare semi, radici di fiori che abbiano essenza, profumo di socialità pura. E ci sembra di vederla al mattino, severa con se stessa, in ascolto di frequenze interiori per giungere a fermarsi nella stazione dove la sua curiosità trova acqua e sale sostanza per il suo spirito pioniere nel quale perdersi e ritrovarsi, riemergere “fenice” imparando sempre, dopo aver “Ben fallito” a “scegliere meglio, (E per dirla con le sue parole: cosa che non è di secondaria importanza)”, per giungere all’Ascolto dell’altro, padrona dei sipari e “fatina” davanti a tanti Pinocchio” dal naso lungo e gambe corte.