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Tela di un perseguitato ebreo al Parlamento Europeo

di Federica Marangio

La tela di un perseguitato ebreo adesso al Parlamento Europeo. È “il rifugiato” di Felix Nussbaum, svelato
per inaugurare il Memoriale dell’Olocausto.

Ad osservarla, scavando nei colori e nel dolore di quest’uomo,
l’europarlamentare Chiara Gemma. Nella raffigurazione l’essere umano è piccolo, con il capo chino, piegato
su se stesso, in profondità. Ad occupare lo spazio un mappamondo e la sua ombra, testimoni di un tempo
che è stato. All’orizzonte, dalle arcate che annunciano il mondo esterno, ancora grigiore, ma un abbozzo di
vita. Chiara Gemma ha deciso di commemorare le vittime dell’Olocausto attraverso l’arte che permette una
seconda possibilità, quella del riscatto sempiterno “per non dimenticare”, o come ha detto la presidente
Roberta Metsola <<con una promessa senza tempo, mai più>>. <<Dobbiamo non perdere l’amore per il
ricordo di tutte quelle vittime – ha chiosato l’eurodeputata Gemma – perché, come ha dichiarato David
Sassoli nel 2020, quella carneficina “ha mostrato alle generazioni future dove può arrivare l’uomo senza
umanità”, perchè “quello che è successo è figlio della nostra storia”. La parola “storia” è tra le mie
preferite, nonostante le brutture connesse a questa ricorrenza. Storia, dalla radice greca “id”, “orao”, si
traduce con “ho visto”, ma “orao” nelle coniugazioni al futuro cambia concetto e assurge alla conoscenza.
Diviene sapere. Quell’aver visto tramite il potere della storia ci rende in grado di “sapere” ciò che non
vogliamo, ciò che fermamente aborriamo. Verbo differente, sin dalle sue fondamenta, da “conoscere”,
perché “sapere” è ciò che abbiamo imparato a fare>>.

Chiara Gemma

Le riflessioni dell’eurodeputata puntellano le
coscienze a non soccombere ad un ricordo vano, ma responsabile e, riprendendo le parole della presidente
Metsola in occasione del discorso che ha tenuto in Parlamento, “alzeremo le nostre voci. Essere antisemita
equivale ad essere anti-europea”. <<Ho sentito sulla mia pelle l’orgoglio di far parte di questo Parlamento
che non è rimasto in silenzio come ha affermato Roberta Metsola “quando si tratta di combattere odio e
discriminazione, l’esclusione, l’indifferenza”. Cos’è l’indifferenza al dolore? Non è più ammissibile e ospitare
il potente e imperituro messaggio che “il Rifugiato” urlerà alle future generazioni, è uno dei tanti passi che
dobbiamo compiere insieme>>.

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