Sei qui
Home > Attualità > Spettacolo > Sorelle Pompadur tra pailletes parrucche e lustrini per infondere libertà e amore.

Sorelle Pompadur tra pailletes parrucche e lustrini per infondere libertà e amore.

Sorelle Pompadur intervistate da Cinzia Santoro

di Cinzia Santoro

foto di Giuseppe Fumarola

Tra luccicanti lustrini, parrucche ridondanti e talento artistico, le Sorelle Pompadur accompagnano lo spettatore nel favoloso mondo delle drag queen. Ironiche, sensuali e professioniste dello show le Sorelle Pompadur cantano, ballano e intrattengono il pubblico, sensibilizzandolo con un messaggio di inclusione, libertà e amore.
Compaiono in una grande teiera dorata, loro che fin da piccoli amavano prendere la tisana pomeridiana Pompadur. Fasciate in abiti preziosi si esibiscono con l’affascinante bio queen Oriella Nitti e lo show man Beppe World. E proprio da questo vezzo infantile nasce il loro nome d’arte.


Domenico e Daniel Roberto, gemelli omozigoti poco piu che trentenni, scoprono il mondo delle drag queen nel periodo universitario e da quel momento ne fanno una vera e propria passione.
Incontro le Sorelle Pompadur a Palazzo Pantaleo, storica dimora tarantina, che durante il primo  week end di gennaio dedicato al progetto  T Discovery, accoglie una serata artistico-culturale patrocinata dal comune di Taranto e dal Ministero dello sviluppo ecomomico e organizzata da Armando Blasi. Il presidente dell’ Associazione Artava ci spiega che T Discovery è un progetto culturale inserito nel piano di rigenerazione sociale per l’area di crisi di Taranto, della durata di tre giorni che vedrà l’esibizione di giovani artisti.
Le Sorelle Pompadur volteggiano leggere su tacchi vertiginosi e con naturalezza roteano ombrellini arcobaleno a ricordare la bellezza dell’inclusione e della libertà.

Sorelle Pompadur la nostra  società è pronta ad accettare l’arte delle drag queen?
Si crediamo che sia pronta, perché pian pianino tutti iniziano a conoscere la passione  del travestimento inteso come arte-spettacolo di varietà, dove un uomo travestito da donna, sfoggia un trucco e un abbigliamento volutamente appariscenti, improntati a un’idea di femminilità eccessiva e ironicamente trasgressiva. I programmi televisivi hanno giocato un ruolo principe nel rendere popolari le drag queen, dando ampio spazio a noi drag durante le trasmissioni pomeridiane e serali. Il grande pubblico inizia a familiarizzare con questa forma d’arte. Tuttavia non tutti associano il travestimento a un concetto artistico forse perché guidati dal pregiudizio.

Nel pubblico capita di avere gente scettica nei confronti delle drag queen?
Si talvolta ci sono spettatori che sono prevenuti ma dopo lo spettacolo vengono a salutarci e ci dicono che si sono ricreduti. Addirittura ci chiedono le date degli altri show perché vogliono tornare a vederci. Questo significa che sono stati bene e che li abbiamo piacevolmente sorpresi.

Cosa c’è dietro l’esibizione di una drag queen?
Lo spettacolo che noi portiamo in giro è la punta dell’iceberg. Dietro di noi, dietro le pailletes e i lustrini c’è un duro lavoro. Con noi collaborano i sarti che creano e cuciono i nostri abiti, i parrucchieri che preparano le nostre splendide parrucche, i ballerini che danzano con noi, i coreografi che si occupano di noi, gli orafi che disegnano i gioielli che indossiamo. Siamo un team che collabora all’unisono e dietro al nostro spettacolo c’è un mondo che lavora per permetterci di andare in scena in modo impeccabile.

Siete gemelli omozigoti nati 34 anni fa a Santeramo in colle. Chi tra voi due ha sentito prima la passione per il travestimento?
Nel rapporto tra gemelli che è diverso da quello tra fratelli, c’è una simbiosi in tutti gli aspetti dell’esistenza, quindi insieme abbiamo deciso di approfondire la nostra passione per il mondo delle drag queen. Sin dall’infanzia c’è stato l’amore per l’arte, in particolare per il canto. Poi avendo vissuto in Emilia Romagna gli anni universitari abbiamo potuto assistere agli spettacoli delle drag queen che ci hanno fatto innamorare di questa forma d’arte che unisce il canto, il ballo, la recitazione e tanto altro.

Cosa è accaduto in questi anni che ha rafforzato la volontà di essere drag queen?
Siamo stati sostenuti e supportati da altre drag queen e poi abbiamo partecipato al nostro primo concorso, Drag Factor X che abbiamo vinto. Dopo non ci siamo più fermate. Oggi siamo le direttrici artistiche di Wonderland Format di United, un gruppo eterogeneo di artisti che ci ha dato fiducia. Siamo un punto cardine per l’organizzazione e abbiamo girato un docu-film, Sisters una vita da sogno, prodotto da Stefano Pistolini della Darallouche, con la regia di Andrea Ferrante e Marco Gernone. Il documentario è il racconto della nostra vita, due gemelli che hanno scelto la  professione infermieristica ma che coltivano la passione per l’arte delle drag queen. Uno spaccato delle nostre vite anche nei rapporti familiari. Nel tempo i nostri genitori ci hanno compreso e oggi seguono i nostri spettacoli quando possono.

Cosa rappresenta l’arte drag per le Sorelle Pompadur?
Vogliamo sensibilizzare la società con un messaggio di inclusione, che ogni essere umano possa essere libero di scegliere la propria felicità, senza sentirsi ingabbiato nei pregiudizi e negli schemi che la società impone.
Noi diciamo: siate liberi di essere liberi, sempre!

Lascia un commento

Top