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Wilma Montesi – Una storia sbagliata

Settant’anni dal Caso Wilma Montesi nel libro avvincente di Chiara Ricci

di Piero Fabris

Pochi, come Chiara Ricci, sanno soffiare sui faldoni degli archivi del passato e riproporceli con cognizione di causa. La Ricci narrando della misteriosa morte di Wilma Montesi, un caso di cronaca nera di settant’anni fa (9 aprile 1953) che ebbe un grande rilievo mediatico coinvolgendo numerosi personaggi di spicco della politica, la cultura e della Roma Bene, ci fa riflettere sul bisogno di uscire dall’anonimato di certi individui ambigui.

La scrittrice Chiara Ricci

La scrittrice ci restituisce con vividezza atmosfere e i sogni di un’Italia d’altri tempi, quella che aveva fretta di lasciarsi alle spalle le macerie del secondo conflitto mondiale; ci consegna elementi per farci un’idea di strati della società che si arrampicava sulle vetrine di carta dei fotoromanzi e rincorreva a ogni espediente pur di risollevarsi. Un’inchiesta meticolosa che la studiosa ricompone tornando e ritornando su notizie, verbali per rendere giustizia a una donna appena maggiorenne triturata dall’avidità dell’opinione pubblica. La ricercatrice mettendo insieme pagine e pagine di verbali con la pazienza e visione critica compie soprattutto la requisitoria di una società, di ambienti corrotti e di “personaggi” di dubbia reputazione che pur d’avere un attimo di visibilità non esitano ad alimentare la fervida immaginazione della collettività.

Il suo libro dal titolo: “Wilma Montesi- una storia sbagliata” (Edizioni Golem pagg. 196. € 16,00) con copertina rossa è giunto in libreria proprio il 25 novembre (giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne) e ci consegna riflessioni sull’uso strumentale delle notizie che possono distruggere o edificare carriere. Nel cercare cause di una morte non si risparmiano illazioni e sono in tanti a non risparmiarsi pur di essere poco più di una comparsa in tre atti che più d’essere giudiziari sono teatrali, dove persino i familiari non si fanno scrupoli nel vendere storie inedite sulla vita di Wilma o inventarsi notizie per il triste giallo che accende i lampioni sui quartieri periferici degli animi squallidi.  A piccoli passi Chiara Ricci ci appassiona e ci accompagna tra le borgate della Capitale nei cui vicoli si nascondono fronde di interessi e di realtà nascoste, di scheletri che emergono dalla foschia del passato di quanti si sono riciclati. Un libro che si fa prezioso per il suo valore socio antropologico, per la capacità d’analisi, di guardare da angoli diversi e a tutte le fonti con l’entusiasmo e l’incanto di chi, consegnandoci un mosaico di modi di essere, distrarre, gestire le informazioni, coinvolgerci, attirare attenzione, ci aiuta a soffermarci e comprendere i frame della vita per guardare al futuro con nitidezza e onestà intellettuale.

La copertina del libro di Chiara Ricci

Breve biografia di Chiara Ricci si è laureata in discipline delle arti, musica e spettacolo (Dams) con una tesi dal titolo: Il teatro davanti alla macchina da presa – elementi di teatro nel cinema di Anna Magnani. Nel 2010 consegue laura magistrale con lode in cinema, televisione e Produzione multimediale con una tesi dedicata a Elvira Notari, prima regista donna del cinema italiano, la cui riduzione è stata pubblicata negli Stati Uniti.  Ha curato i saggi monografici dedicati ad Anna Magnani con i quali ha vinto il Premio internazionale Giuseppe Sciacca nella sezione saggistica. Nel 2017 l’Università degli studi Roma TRE le conferisce la nomina di “Cultore della materia di storia del cinema e di filmologia”. E’ presidente dell’Associazione Culturale “Piazza Navona”. E’ curatrice ideatrice della Rubrica online “Piazza Navona (www.riccichiara.com) e del premio letterario nazionale “EquiLibri”. Tiene conferenze e lezioni, in Italia e all’estero, su cinema e teatro. Tra i libri da lei pubblicati ricordiamo: “Ugo Tognazzi – ridere è una cosa seria”; “Monica Vitti”; Lilla Brignone – una vita a teatro”; Valeria Moriconi. Femmina e donna del teatro italiano”; “Signore e Signori Alberto Lionello”; “Il cinema in penombra di Elvira Notari”; “Santa Maria degli Angeli un monastero camaldolese dimenticato nel centro di Firenze”. 

2 gennaio 2023

One thought on “Wilma Montesi – Una storia sbagliata

  1. È sempre bello leggere la recensione di un libro fatta dal giornalista Piero Fabris. Spinge il lettore ad andare oltre la lettura, lo invoglia a cercare una propria verità, lo incuriosisce e lo conduce ad una riflessione personale. Complimenti.

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