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Eutanasia: una scelta difficile ma civile

Anna Gomes

riflessione di Anna Gomes

Massimiliano

Purtroppo in Italia la legge sul ‘fine vita’ non è ancora stata varata, ma le richieste dei cittadini sono sempre più urgenti a tal proposito. E’ senza dubbio un argomento molto delicato ed importante, quello dell’eutanasia in Italia, ma continua a dividere ancora  tutti. Il caso di Massimiliano, il quarantenne toscano che ha deciso di porre fine alla sua vita, dopo sei anni di sofferenze fisiche e morali, dovute alla Sclerosi multipla, malattia neurovegetativa che l’aveva colpito. Voleva morire in Italia, Massimiliano, circondato dai suoi cari, e dagli amici, ma ha dovuto scegliere la Svizzera per andare a morire e per farlo, si è rivolto all’Associazione Luca Coscioni, che da sempre, aiuta i malati terminali, a terminare la propria esistenza terrena in Svizzera. Quando si parla di sofferenza fisica e morale di un paziente terminale, si dovrebbe permettere a costui di scegliere liberamente se continuare a vivere (se di vita si può parlare ancora) o no.

L’esponente dei Radicali Marco Cappato si autodenuncia per aiuto al suicidio presso la stazione dei Carabinieri in via Fosse Ardeatine a Milano, 3 agosto 2022.-foto-ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

La Chiesa è sicuramente contraria,  come quasi tutti i Cattolici, ma chi di noi non vorrebbe continuare a vivere fino all’ultimo istante? Solo e soltanto nei casi estremi e di fronte a grave sofferenza fisica, si dovrebbe permettere l’ eutanasia o suicidio assistito, come nel caso di Massimiliano che ha voluto lasciare questa vita terrena perché prostrato dalla sofferenza.

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