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Stephen Hawking La Teoria del Tutto e… Donatello Ruggiero futuro studente in ingegneria aerospaziale.

di Cinzia Santoro

Donatello Ruggiero: “Quando ero piccolo andavo cercare su internet i nomi degli scienziati vincitori del Premio Nobel per la Fisica…”

Donatello Ruggiero, brillante studente dell’ Istituto Tecnico Agrario ” Basile Caramia” di Locorotondo, si racconta in questa intervista nata da un’ incontro casuale in un fresco pomeriggio estivo. Donatello si è maturato con 100 e lode, a coronamento di un percorso di studi seguito con grande tenacia e interesse.  È emozionante ascoltarlo mentre condivide con semplicità i suoi sogni, le sue aspirazioni e le sue idee.  Ride imbarazzato quando gli chiedo se posso pubblicare la nostra conversazione e approva.

Hai superato brillantemente gli esami  di maturità. Cosa hai provato nel concludere un ciclo importante della tua vita?


La conclusione di un ciclo come quello delle scuole superiori è un importante spartiacque dell’esistenza di ciascuno di noi, che segna profondamente il passaggio dalla vita scolastica alla vita lavorativa o universitaria. Del periodo accademico mi è rimasto tutto, l’emozione di fare amicizia con persone completamente sconosciute, l’ansia prima delle interrogazioni o delle verifiche, la stanchezza delle notti passate a studiare. Adesso che è tutto finito però, a quei sentimenti di ingenuità e tranquillità, si sono contrapposti sentimenti di ansia e paura per il futuro, emozioni che sono chiamato a superare per maturare come uomo e professionista. Ovviamente non è una garanzia di certezza, nella vita così come nel lavoro o nel percorso accademico si cade, si fallisce oppure si fanno errori, l’importante è trovare sempre la forza per rialzarsi e per andare avanti, sospinti da ciò che riteniamo importante e da ciò per cui lottiamo ogni giorno. Perciò se dovessi riassumere i sentimenti che provo in questo momento credo che il termine più adeguato sia “non vedo l’ora di spaccare il mondo!”.

Cosa sogna e spera un ragazzo quasi ventenne dei nostri giorni?


Le speranze e i sogni dei ragazzi della mia età non sono poi così diverse da quelle che avevano i ventenni del passato. In un mondo caratterizzato da problematiche ambientali importanti come l’inquinamento o il riscaldamento globale, in un mondo che affronta ancora gli orrori della guerra (come le se grandi guerre del passato non ci abbiano insegnato nulla) e in un mondo in cui si assiste ad una continua e malefica discriminazione sociale, politica, economica e culturale, le speranze e i sogni dei giovani ricadono sull’utopia del mondo perfetto, un mondo in cui tutto questo non è contemplato ma anzi, è punito severamente. Tuttavia ritengo che avere un sogno non basti, bisogna agire attivamente e in modo collettivo per cambiare le sorti di un pianeta che sta andando, lentamente e inesorabilmente, verso la sua stessa fine.


Qual è la tua aspirazione più grande?

Fin da quando ero piccolo avevo una piccola passione. Spesso e volentieri andavo cercare su internet i nomi degli scienziati vincitori del Premio Nobel per la Fisica e, con tutta l’ingenuità che un ragazzino di otto anni poteva avere, mi piaceva immaginare che un giorno sarei potuto essere in mezzo a quei grandi nomi, in mezzo a uomini del calibro di Einstein, Lorentz, Curie, Heisenberg e Schrödinger. Per quanto possa sembrare un’aspirazione assurda e irrealizzabile, spesso ho fatto ricorso proprio a questo per affrontare delle difficoltà della vita. La forza di avere un sogno spinge l’uomo a compiere azioni incredibili e impossibili, quindi chissà, magari potrei riuscirci veramente in futuro.

Negli ultimi due anni hai affrontato il lockdown come altri milioni di tuoi coetanei. Qual erano i sentimenti provati nei giorni delle restrizioni?


Il periodo del lockdown è stato davvero difficile per tutti. Noi studenti ci siamo ritrovati scaraventati in una realtà incredibilmente più grande di noi e tutto questo ci ha fortemente danneggiato. Durante il periodo delle restrizioni la mia vita è cambiata improvvisamente: non potevo più interagire con i miei compagni o con i miei professori, non potevo più uscire normalmente, non potevo più fare tutte quelle cose che davo per scontate fino a qualche settimana prima. Non parlo solo del danno sociale, ma se ci riferissimo anche al danno psicologico e al danno dato dalla didattica a distanza ci sarebbe molto di più da dire. Molti ragazzi hanno sviluppato forme di disturbi ossessivi – compulsivi o di disturbi post-traumatici da stress a causa della pandemia, patologie che non vanno affatto sottovalutate. I danni della pandemia sono innumerevoli ma non dimentichiamoci neanche che le vere vittime sono stati tutti coloro che hanno combattuto senza sosta in prima linea contro il virus, sacrificando ore di sonno e, spesso, anche la loro stessa vita (un grazie astronomicamente grande a tutto il reparto sanitario italiano).

Cosa pensi del cambiamento climatico?

In quanto uno studente di gestione dell’ambiente e del territorio tutta la mia formazione scolastica è gravitata intorno al concetto di rispetto dell’ambiente e di salvaguardia ambientale. Il cambiamento climatico è una realtà costante della nostra esistenza, una realtà che spesso viene ignorata o sottovalutata perché “è più comodo così”. Sono certo che, specialmente con gli ultimi incontri sui cambiamenti climatici (come la Cop26), il mondo stia iniziando a muoversi e a preoccuparsi di questo argomento che dovrebbe essere l’unica vera preoccupazione dell’umanità. A scuola ci sono stati insegnati due termini: equità intergenerazionale ed equità intragenerazionale. Entrambi si riferiscono ad un futuro prossimo, in cui le nuove generazioni dovranno far fronte agli errori del passato e dovranno lavorare senza sosta per ripulire il mondo dal progresso che non ha mai preso in considerazione i suoi devastanti effetti sulla natura. Che genere di mondo vogliamo lasciare loro? Un mondo dove l’unica aria pulita viene filtrata da un apparecchio posto sul loro viso? Un mondo in cui per riuscire a trovare dell’acqua pulita dobbiamo cercare nei meandri della Terra? Un mondo privo di tutte quelle bellezze naturali di cui hanno goduto gli esseri viventi per migliaia di anni? Un mondo senza biodiversità? Senza un cielo azzurro? Mi dispiace ma mi rifiuto di vivere in mondo del genere, dobbiamo agire e in fretta per cambiare le sorti del nostro pianeta, la nostra casa. Citando Hemingway “la Terra è un bel posto e vale la pena lottare per lei”. 

E dei venti di guerra che soffiano sul futuro di voi giovani?
Per quanto riguarda la guerra, credo che sia l’invenzione più inutile dell’uomo. Pensare che per ottenere ciò si vuole sia “giustificato” distruggere ed uccidere altri uomini è inconcepibile. Ma per quanto sia assurda, sfortunatamente è anch’essa una triste realtà dei nostri giorni. Noi, gli adulti del futuro, saremo chiamati a svolgere un’azione di mediatori per la pace globale, impegnandoci al fine di mantenerla e, soprattutto, impegnandoci a rendere il concetto di pace un pilastro fondamentale della formazione di ogni uomo sulla Terra. Nessuno vuole vivere in un mondo distrutto dalla malattia della guerra, neanche chi è disposto ad usarla per ottenere ciò che vuole. Sembra quasi un paradosso che la guerra sia il metodo che abbiamo per ottenere la pace, quindi il nostro compito consisterà proprio nel trovare una soluzione a questo paradosso. Sarà un concetto troppo utopico? Solo il futuro saprà dircelo, però dobbiamo capire che sono collaborando possiamo assicurare la sopravvivenza dell’umanità e la sua progressione tecnologico-scientifica. Andarci contro non farà altro che causare la nostra stessa estinzione.

Se potessi incontrare i potenti della terra cosa chiederesti loro?


Potessi sedermi ad un tavolo con tutti i più potenti della Terra non chiederei niente ma farei solo far notare tutti i problemi attualmente esistenti che minacciano la nostra sopravvivenza, fornendo loro i dati statistici più accurati esistenti per delineare la pericolosità della loro ignoranza e del loro menefreghismo. Basta vedere la storia di Greta Thunberg, ci è voluta una ragazza di 15 anni per far capire che qualcosa, forse, andava cambiato. Noi giovani siamo in attesa del risultato delle scelte di questi potenti e siamo pronti ad intervenire in caso le stesse siano inconclusive o inutili al fine di mitigare queste problematiche.

Se potessi portare a cena un personaggio famoso con chi usciresti?


Questa è una domanda a cui mi è davvero difficile rispondere perché ci sono moltissime persone famose con cui mi piacerebbe avere una cena, però la scelta vira inevitabilmente sul mio idolo, sia come uomo che come intellettuale: Stephen Hawking. C’è poco da dire sul suo conto, è uno dei più grandi fisici teorici della storia ed è sempre stato un esempio di come l’amore per ciò che si fa trascenda persino le condizioni fisiche. L’ho iniziato a seguire dopo aver letto il suo libro “La Teoria del Tutto” a 11 anni e da quel momento ho continuato a leggere altri suoi libri e ad informarmi sulla sua vita e sui suoi lavori. Puoi immaginare come mi sia sentito quando ho scoperto della sua morte, probabilmente è stato uno dei momenti più tristi della mia vita, però persone come lui rimarranno scolpite nella storia e diventeranno immortali nelle menti di tutti gli appassionati del settore. Quindi mi immagino facilmente una cena a lume di candela con Hawking mentre discutiamo dell’origine dell’universo e dei buchi neri.

C’è qualcuno a cui vuoi dire grazie per il tuo brillante percorso?


Ci sarebbero così tante persone da ringraziare per avermi sostenuto e aiutato a concludere questo percorso nel migliore dei modi, i miei professori, i miei compagni ma sicuramente il ruolo più importante l’ha avuto la mia famiglia, la migliore famiglia che potessi mai desiderare. Partendo dai miei genitori che mi hanno sempre aiutato e spinto a dare il meglio, che hanno sempre accontentato ogni mio desiderio letterario e che hanno seguito con passione e dedizione i miei noiosissimi discorsi. Continuando con le mie sorelle, le mie due rocce che mi hanno sempre fornito una mano essenziale dal punto di vista psicologico, senza dimenticarsi di farmi qualche ramanzina quando esageravo. Se sono arrivato fin qui e sono maturato come uomo lo devo principalmente a tutti loro. Ma vorrei anche ringraziare me stesso, l’unico a cui dedico ogni vittoria e ogni sconfitta. Voglio ringraziare tutti quei momenti in cui non avevo voglia di fare nulla e mi sono autoconvinto ad impegnarmi, tutti quei momenti in cui sono caduto e sono riuscito a rialzarmi e tutti quei momenti in cui ho vinto e sono rimasto concentrato sul mio obbiettivo finale senza adagiarmi sugli allori. Proprio per questo ringrazio me stesso per aver dimostrato a tutti il proprio valore e soprattutto per avermi dimostrato che tutto l’impegno messo in questi anni è stato pienamente ripagato. 

Ringrazio Donatello per la sua semplicità nell’approccio a temi importanti che impatteranno nel suo futuro nei prossimi anni. E scaturisce una riflessione forte sul mondo che noi adulti stiamo lasciando ai nostri giovani, sulla società qualunquista e indifferente in cui i ragazzi stanno crescendo e su quanto ognuno di loro, con l’impegno e la tenacia, sia  disposto a fare per vivere al meglio i prossimi anni. 
Auguri Donatello! 

12 luglio 2022

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