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Intervista a Giulia Papalia giovane ragazza fiorentina su “Le recensioni Ignoranti”

Francesco Guida

“Le recensioni ignoranti” è il primo podcast sui libri della giovane fiorentina Giulia Papalia,

prodotto da Blackcandy Produzioni, che propone una formula nuova per parlare di libri in modo non accademico. È un percorso culturale multimediale che nasce con l’ambizione di diventare un talk itinerante.

Abbiamo intervistato Giulia per saperne di più sul nuovo progetto.

Ciao Giulia, benvenuta. Dal 16 maggio sarà disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “Le Recensioni Ignoranti” prodotto da Blackcandy Produzioni.

Come e quando nasce l’idea del podcast? 

“Le recensioni ignoranti” nasce da una serie di messaggi vocali infiniti (quando ancora non si potevano riprodurre col 2x, peraltro) a Leonardo di Blackcandy, in cui parlavo dei libri che avevo appena finito o che stavo leggendo… L’idea di trasformarlo in un podcast è venuta a lui, credo per una sorta di “mal comune mezzo gaudio” per la quale non sarebbe stato l’unico a doversi sorbire le mie epifanie. 

Come hai scelto i libri di cui parlerai in queste dodici puntate? 

Ho iniziato con libri facili, ovvero storie e saggi che mi hanno colpito e dai quali avevo imparato qualcosa. Più che altro, mentre sto rispondendo a questa domanda, mi rendo conto che sono libri che mi hanno fatto perlopiù piangere (Allegria!) e riflettere sull’importanza e sulla bellezza delle cose semplici che ci gravitano intorno senza che ce ne rendiamo conto.  

Quanto tempo hai impiegato alla realizzazione di questo progetto? 

Giulia Papalia

Più o meno il tempo libero che ho si trasforma in questo; penso tanto e vivo circondata da stimoli che mi fanno venire in mente sempre nuove idee. Detta così suona anche molto romantica, in realtà è una nube che mi avvolge costantemente e che mi fa sempre dubitare di tutto. A parte la confusione mentale, più che altro, questo progetto non sarebbe esistito senza tutte le persone che ci stanno lavorando, che hanno fiducia costante e che sono davvero il motore di tutto.  

Come è avvenuta la creazione di ogni puntata? 

Nonostante io voglia apparire al mondo come una sgangherata, sono molto metodica e fastidiosamente schematica. Ho un quaderno di brutta nel quale prendo appunti durante le letture, che poi trascrivo in un quaderno “di bella” dove riordino le idee per iscritto. Poi inizio a ripetere come facevo per le interrogazioni o per gli esami universitari, ma durante quest’ultimo passaggio mi vengono in mente sempre collegamenti diversi, quindi alla fine non so mai come sarà la registrazione ufficiale…insomma, l’unico passaggio in cui mi concedo di andare totalmente di pancia! 

Qual è il genere letterario che ami? Quanti libri leggi in un anno? 

In realtà non esiste un genere che prediligo, vado molto a sentimento: di solito mi metto davanti alla mia libreria e afferro quello di cui ho “bisogno” in quel momento. Sembra un po’ un processo da sensitiva, ma è veramente il modo in cui mi avvicino alle letture. 

Non so quanti libri leggo in un anno: dipende molto dal periodo, passo delle settimane in cui leggo davvero poco per contingenze esterne o anche perché bloccata dall’ansia per qualcosa, altre invece in cui leggo davvero tanto. Non mi piace mettermi dei vincoli sul numero di libri, potrei dire una cosa retorica parlando della qualità di ciò che leggo, ma in realtà penso solo di volermeli godere.

Giulia Papalia

Per concludere, un consiglio letterario da parte tua. Quali libri da leggere almeno una volta nella vita?  Sicuramente una parte del mio cuore è occupata dalla saga dell’avvocato Malinconico, di Diego De Silva: abbraccia quella parte goffa di noi e gli fa sentire che è giusta anche quella senza che dobbiamo cercare di correggerla o limitarla. La morale è un po’ che se il cuore va in una direzione, probabilmente starlo sempre a contrastare ci getta in una bolla in cui perdiamo il contatto con la realtà. Un altro grande pezzo di cuore è Il colibrì, di Sandro Veronesi; l’ho letto subito dopo essermi lasciata, in un momento di vero sconforto in cui avevo perso l’autostima e in cui per rimanere ferma nella mia comfort zone duravo una fatica immensa, esattamente come il colibrì batte le ali 90 volte al secondo solo per rimanere fermo. L’ultimo libro che mi ha cambiato la vita è Il senso di una fine, di Julian Barnes, uno spaccato di vita che riassume il principio di Lavoisier del “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” e che attutisce anche i cambiamenti più drastici o traumatici.

7 maggio 2022

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