La sessantesima Giornata mondiale del teatro dell’ITI-Unesco. Il Messaggio è firmato dallo statunitense Peter Sellars Cultura 15 Marzo 202215 Marzo 2022 Il regista teatrale e di opera lirica statunitense Peter Sellars è l’autore del Messaggio della sessantesima Giornata Mondiale del Teatro, ideata e promossa dall’International Theatre Institute – Unesco. Dal 1962, ogni 27 marzo, nei teatri e nei centri culturali di tutto il mondo, risuona infatti un unico messaggio, affidato a una personalità della cultura mondiale per testimoniare le riflessioni vive sul tema del teatro e della cultura della pace. Dopo Jean Cocteau e, tra gli altri, Arthur Miller, Laurence Olivier, Jean-Louis Barraul, Peter Brook, Dimitri Chostakovitch, Maurice Béjart, Luchino Visconti, Richard Burton, Ellen Stewart, Eugène Ionesco, Umberto Orsini, Vaclav Havel, Ariane Mnouchkine, Augusto Boal, John Malkovich, Isabelle Huppert, Simon Mc Burney, Sabina Berman, Were Were Liking, Ram Gopal Bajaj, Maya Zbib, Carlos Celdràn, Shahid Nadeem, Helen Mirren, i Premi Nobel Miguel Angel Asturias, Dario Fo, Pablo Neruda, Wole Soyinka, nel 2021 la scrittura del Messaggio è stata affidata all’artista statunitense Peter Sellars che ha acquisito fama internazionale per le sue interpretazioni rivoluzionarie e trasformative dei classici, per la sua difesa della musica contemporanea e per i suoi progetti di collaborazione con una serie straordinaria di artisti. Peter Sellars Fondata nel 1948 a Praga, da esperti di teatro e danza dell’UNESCO, l’International Theatre Institute, unica organizzazione non governativa, operante in ambito culturale, in relazioni formali con l’UNESCO, è presente con Centri Nazionali in circa 100 Paesi, ed ha come obiettivo lo sviluppo di pratiche di cooperazione tra artisti e istituzioni teatrali a livello internazionale, per consolidare collaborazioni tra operatori culturali di tutto il mondo e favorire il dialogo interculturale. «Il contesto storico della nascita dell’ITI è quello della fine della Seconda Guerra Mondiale e dell’inizio della Guerra Fredda. Il teatro si trova, dunque, a fronteggiare da un lato la ricostruzione e il superamento della barbarie che il conflitto mondiale ha generato e, dall’altro, il processo di decolonizzazione e della divisione in blocco orientale e occidentale. L’intento iniziale dei fondatori dell’ITI era di sostenere le azioni dell’UNESCO sulla cultura, l’educazione e le arti, concentrando il proprio intervento sullo status dei lavoratori – ad ogni livello – nei mestieri dello spettacolo», racconta Fabio Tolledi, direttore artistico della compagnia salentina Astràgali Teatro, presidente del Centro Italiano e vicepresidente della rete mondiale dell’ITI – UNESCO. Mission primarie dell’ITI sono, infatti, la promozione della pace attraverso l’arte, il sostegno dell’innovazione nelle arti performative, la valorizzazione delle diversità culturali, il rispetto dei diritti umani nel campo delle arti dello spettacolo. Tra le più note iniziative promosse a livello mondiale dall’International Theatre Institute figurano, oltre al World Theatre Day (27 marzo), l’International Dance Day (29 aprile) e il Theatre of Nations, dove si sono esibiti per la prima volta in Occidente, dopo la seconda Guerra mondiale, l’Opera di Pechino, il Berliner Ensemble, il Teatro Kabuki, il Teatro d’Arte di Mosca. In Italia, domenica 27 marzo, si celebra anche la nona Giornata Nazionale di Teatro in Carcere promossa dal Coordinamento Nazionale del Teatro in Carcere, costituito da cinquanta esperienze teatrali diffuse su tutto il territorio italiano, con il sostegno del Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità. Peter Sellars IL MESSAGGIO(traduzione a cura di Roberta Quarta)Mentre il mondo è sospeso di ora in ora, di minuto in minuto su un flusso quotidiano di notizie, posso invitare tutti noi, in qualità di creatori, ad entrare nel nostro ambito, nella nostra sfera e nella nostra prospettiva di tempo epico, di cambiamento epico, di consapevolezza epica, di riflessione e visione epica? Stiamo vivendo in un periodo epico della storia umana e i cambiamenti profondi e significativi che stiamo vivendo nelle relazioni degli esseri umani con se stessi, tra di loro e con i mondi non umani sono quasi al di là delle nostre capacità di comprendere, articolare, parlarne ed esprimerci. Non stiamo vivendo in un ciclo di notizie 24 ore su 24, stiamo vivendo al bordo del tempo. I giornali e i media sono completamente impreparati ed incapaci ad affrontare ciò che stiamo vivendo. Dov’è il linguaggio, quali sono i movimenti e quali sono le immagini che potrebbero permetterci di comprendere i profondi cambiamenti e le rotture che stiamo vivendo? E come trasmettere in questo momento il contenuto delle nostre vite non come reportage ma come esperienza? Il teatro è la forma d’arte dell’esperienza. In un mondo travolto da enormi campagne stampa, da esperienze simulate, da previsioni terrificanti, come possiamo andare oltre l’infinito ripetersi di numeri per fare esperienza del carattere sacro ed infinito di una singola vita, di un singolo ecosistema, di un’amicizia o della qualità della luce in un cielo strano? Due anni di COVID-19 hanno offuscato i sensi delle persone, ristretto la vita delle persone, interrotto le connessioni e ci hanno messo in uno strano ground zero dell’insediamento umano. Quali semi bisogna piantare e ripiantare in questi anni, e quali sono le specie invasive e troppo cresciute che devono essere completamente e definitivamente eliminate? Così tante persone si sentono al limite. Tanta violenza sta divampando, irrazionalmente o inaspettatamente. Tanti sistemi consolidati si sono rivelati strutture di crudeltà continua. Dove sono le nostre cerimonie della memoria? Che cosa dobbiamo ricordare? Quali sono i rituali che ci permettono finalmente di reimmaginare e cominciare a provare passi che non abbiamo mai fatto prima? Il teatro della visione epica, dello scopo epico, del recupero, della riparazione e della cura ha bisogno di nuovi rituali. Non abbiamo bisogno di essere intrattenuti. Dobbiamo metterci insieme. Abbiamo bisogno di condividere lo spazio e di nutrire lo spazio condiviso. Abbiamo bisogno di spazi protetti di ascolto profondo e di uguaglianza. Il teatro è la creazione sulla terra dello spazio dell’uguaglianza tra umani, dèi, piante, animali, gocce di pioggia, lacrime e rigenerazione. Lo spazio dell’uguaglianza e dell’ascolto profondo è illuminato da una bellezza nascosta, mantenuta viva da una profonda interazione col pericolo, l’equanimità, la saggezza, l’azione e la pazienza. Nel Sutra dell’Ornamento Fiorito Buddha elenca dieci tipi di grande pazienza nella vita umana. Uno dei più potenti si chiama Pazienza nel Percepire Tutto come Miraggio. Il teatro ha sempre presentato la vita di questo mondo come somigliante a un miraggio, consentendoci di vedere, attraverso l’illusione umana, la delusione, la cecità e la negazione con chiarezza e forza liberatorie. Siamo così certi di ciò che stiamo guardando e del modo in cui lo guardiamo che non siamo in grado di vedere e sentire realtà alternative, nuove possibilità, approcci diversi, relazioni invisibili e connessioni senza tempo. Questo è un tempo per una profonda rivitalizzazione delle nostre menti, dei nostri sensi, delle nostre immaginazioni, delle nostre storie e dei nostri futuri. Questo lavoro non può essere fatto da persone isolate che lavorano da sole. Questo è un lavoro che dobbiamo fare insieme. Il teatro è l’invito a fare insieme questo lavoro. 15 marzo 2022