Un pomeriggio di note con la pianista Rosa Cavalieri Cultura Musica 29 Gennaio 202229 Gennaio 2022 di Piero Fabris Rosa Cavalieri ci accoglie nel suo studio al terzo piano di via Carlo Alberto n°106/B in Bitritto di Bari, tra spartiti dai bordi consumati, strumenti musicali, diplomi, attestati, riconoscimenti e ricordi. A otto anni era già rapita dal pianoforte, (ha conseguito il diploma nel 1984 presso il conservatorio Nicolò Piccinni di Bari). Qualcuno la conosce con lo pseudonimo di Cavaros, con il quale ha firmato pezzi e composizioni, altri la ricordano come direttrice d’orchestra o arrangiatrice. Le foto dei cantanti, compositori, musicisti, copertine di dischi, manifesti dai contorni evanescenti catalizzano subito l’iride e intanto lei prende posto al pianoforte; ci sembra che improvvisi, esegue brani, cambia ritmi, lascia che le note volteggino frizzanti alla ricerca della propria posizione tra mensole e scale che ci avvolgono, accanto ad atmosfere dove anche la pausa è evocazione. Sorride mentre accarezza i tasti. Le lenti le scendono piano sul naso. A un tratto esclama, mentre ci guardiamo attorno: “Sono cose fatte…!” E i suoi occhi si illuminano. Poi tace e lascia che sia il silenzio a interrogarci. Ascolta e sembra perdersi in galassie di un “immaginario futuro pieno di musica”. Il suo studio accogliente è un cantiere di creatività! Sui tavoli ci sono fogli pieni di appunti, schemi, progetti culturali. In quel crogiolo d’esperienza e studio si mette a fuoco il talento, l’ego si sgonfia, l’estro si rimbocca le maniche. “Tutto passa attraverso lo studio, l’esercizio” ribadisce con forza e continua decisa: “Bisogna conoscere le tecniche, per valorizzare la voce! Immaginatela come una sorgente d’acqua di sorgente chiara, fresca e cristallina, immaginatela come una cascata fragorosa. La voce è una risorsa che troppo spesso rischia di disperdersi nei rivoli dell’istinto e dell’improvvisazione”. Per un attimo si emoziona quando le chiediamo di artisti noti al pubblico più vasto e non, con i quali ha lavorato, come: Anna Oxa, Marco Armani, Giuseppe Cionfoli, Gegia, Elisabetta Viviani, Ambra Orfei, Patrizia Danzi, Cinzia Corrado, Mandi Mandi, Nico Salatino e Gianni Ciardo, ma subito si rabbuia accennando a quanti avrebbero meritato percorsi migliori e, a chi si è perso, bruciato dalla fretta, stritolato dai miraggi del successo. Rosa cerca di mimetizzare qualche nota malinconica, di nascondere il proprio rammarico per qualche stella nascente che ancor, piccola gemma sul ramo sottile, pensava di essere un frutto maturo, finita vittima delle proprie velleità o peggio preda dell’avidità di chi non è lungimirante. Ci dice: “La prima qualità di un vero artista è l’umiltà, la seconda è la volontà che lo spinge a cercare la sintonia con se stesso e il mondo. Un artista deve avere rispetto per la sua interiorità e della voce… educarla vuol dire prepararsi a essere espressione del proprio sentire più profondo. Bisogna lavorare per metterla a nudo e trattarla come se fosse un diamante. Bisogna lavorarci per farla risuonare come cristallo! Farla Splendere è il frutto di disciplina, grazie alla quale si acquisisce professionalità, intesa come peculiarità dell’essere. L’artista è unicità, lungi dall’essere ridicola imitazione di altri. L’interprete deve conoscere gli esercizi e, allenarsi con serietà per far emergere la singolarità, il carattere, il colore che gli pulsa dentro; allenarsi per far emergere l’energia che fa la differenza!”. Nelle sue parole, chiare e decise, si colgono gli intenti che la spinsero nel 2015 a dar vita all’associazione di promozione sociale: “Laboratorio Creativo- diamo voce alla musica”, ovvero un’offerta per coloro che hanno grandi potenzialità. Cionfoli E l’associazione non si occupa solo di musica e voci, si mostra sensibile alle problematiche sociali delle quali si fa interprete e fulcro per le periferie del paese e dell’anima, realizzando un volontariato e inclusione in punta di pied.i L’associazione realizza corsi di dizione, leggere bene, conoscere le regole della fonetica italiana, il saper leggere ad alta voce, non solo permette un approccio migliore alla disciplina del canto, ma migliora il rapporto con gli altri, gli dà sicurezza, quella derivante dalla corretta capacità di intonarsi: un vero alimento per l’autostima! L’associazione offre corsi per esprimersi con giusta tonalità, un aiuto a usare il timbro vocale, utile per l’interpretazione migliore che fa del canto veicolo d’emozioni e che trova nella respirazione corretta, l’ossigeno per infiammare gli spiriti desiderosi di comprendere cosa gli autori abbiano voluto dire: il loro linguaggio attraverso la musica. L’associazione quindi diviene percorso per capire “come e perché” nascono certe canzoni. E nel proporre la storia della musica vi è l’invito a compiere viaggi per capire veramente, scoprire cosa ci sia in certi motivi musicali, in brani dimenticati, melodie sepolte, “spartiti di sogni e di speranza” come quelli della prestigiosa collana classica della quale Rosa Cavalieri è stata direttrice artistica che, comprende titoli di prestigio, quali: Shoah e Brundibar del pianista barlettano Francesco Lotoro, pupillo del maestro Aldo Ciccolini , opere come specchio e memoria dei compositori ebrei scomparsi nei campi di sterminio nazista. Rosa Cavalieri è in continua ricerca e sostegno di nuove sonorità e talenti. Bisognerebbe ricordare le sue partecipazioni al Festival di San Remo, DOMENICA in, Festival Bar, Riva del Garda, Castrocaro, Azzurro, Cantagiro, Voice for Europe, Girofestival, Premiatissima. Bisognerebbe ricordare le sue colonne sonore teatrali, cinematografiche, televisive come “Ridere all’italiana” di Sergio Corbucci, oppure le musiche per i documentari “Natura Amica Natura Selvaggia”, andati in onda sulle reti RAI e TELEMONTECARLO. sin. CINZIA CORRADO E PIERO MANGINI Senza dimenticare la direzione orchestrale di “Tutto l’amore che C’è” di Sergio Rubini. La troviamo accanto all’artista Luce per la colonna sonora del film documentario di Fabio Leli: “L’unione Falla Forse” sulla legalizzazione delle coppie di fatto. E intanto il tempo scorre e nella fretta inciampiamo in un lavoro realizzato in 36 episodi del 2016, “Strade di storie diverse”, uno sguardo rivolto alla letteratura per l’infanzia e, in una cartellina con i fogli dedicati alla manifestazione “NOTE ITALIANE, cantautorato in piazza. Ci scusiamo e affrettiamo a raccoglierli, arrossendo. Stemperiamo l’imbarazzo ricordando le rievocazioni storiche dirette e, prima di andar via le facciamo una domanda d’obbligo: “Cosa hai in pentola?” Ci risponde secca: “Non si parla di progetti nuovi!”, ma tra gli spartiti su un ripiano scorgiamo qualche appunto, sono note di collaborazione con la compagnia teatrale: Artù. 29 gennaio 2022