Quirinale-Bruciato anche il nome di Casini Politica 27 Gennaio 202227 Gennaio 2022 di Clelia Conte Sembrava dovesse essere eletto alla presidenza della Repubblica Pier Ferdinando Casini che, come aveva scritto Filippo Rossi in Huffpost, “Sancirebbe la fine del bipolarismo muscolare e aprirebbe finalmente una stagione di dialogo politico oltre i muri della propaganda”. Questa mattina sparisce il suo nome perché indicato come un nome del centrosinistra e continuano le trattative tra i partiti. E’ ancora in corso la quarta votazione, con il quorum che scende a 505 voti. Pier Ferdinando Casini Serve un nome condiviso ma in effetti è un caos di vertici e trattative saltate con confermate schede bianche. Il centro destra tornerà a fare il punto in serata indicando figura di alto profilo istituzionale. Se non si dialoga non si arriverà mai ad una convergenza. Salvini ritiene che Draghi sia prezioso alla guida del governo e che quindi non debba scomodarsi per il Quirinale. Per il centrosinistra Letta si dichiara ottimista per una prossima soluzione dichiarando che don debbano esserci vincitori e vinti ma dialogare per giungere ad un accordo. Di Maio dichiara invece che sia cruciale non spaccare la maggioranza. Conte si è dichiarato disponibile al dialogo col centrodestra ma ha affermato che nessuna coalizione debba eleggere il Presidente della Repubblica suo. Renzi invece trova irresponsabile il centrodestra per non aver partecipato al voto e a proposito ha dichiarato che “…è finito il tempo delle bambinate!”. Toti: –“non è debolezza ma bisogna arrivare al dialogo”. Giorgia Meloni nel vertice di centrodestra molto irritata ha optato per l’astensione alla quarta votazione sul Quirinale, su cui invece la leader di FdI aveva chiesto, come anche ieri, di esprimersi votando un nome dell’area di centrodestra, per superare lo stallo e anche dopo il risultato ottenuto da Guido Crosetto. Forse si taglierà la testa al toro e la soluzione sarà la conferma di Mattarella. 27 gennaio 2021
ritengo che i più indicati sono Mattarella, così continua e si rafforza lo statu quo, poi dopo due/tre anni si dimette, Draghi va alla Commissione Europea. Ci saranno le votazioni, col sistema proporzionale (2023), così che la destra avrà problemi per formare un governo. Oppure, se Mat non volesse accettare, improbabile, è un suo dovere, soccorre Amato, tra i più preparati giuristi e politici che abbiamo disponibili, accettato anche all’estero. Per la destra non è idoneo, da cui resta solo Mat. Rispondi