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Resoconto assemblea della cooperazione sociale Puglia

“La cooperazione sociale è cresciuta, è diventata grande. Quelli passati sono stati trent’anni di persone che si sono impegnate per il territorio, che hanno lavorato per le comunità.

Trent’anni di impegno e di dignità, spesso anche messa in discussione, ma sono stati trent’anni di un percorso che oggi vede segnare un altro passo verso la coproprogrammazione. Sono presenti in questa assemblea, infatti tutti i mondi, tutte le anime del sociale che insieme, facendo rete, possono dare un nuovo impulso al settore anche alla luce dei prossimi investimenti che questa regione si appresta a fare nell’ambito del PNRR”.

Carmelo Rollo – Presidente Lega Cooperative Puglia

Così il presidente di Legacoop Puglia Carmelo Rollo intervenendo all’assemblea regionale della Cooperazione sociale, tenutasi oggi a trent’anni e tre giorni dalla legge fondativa, la 381 del ’91. Una giornata non celebrativa – ha spiegato il direttore generale di Legacoop Puglia Pasquale Ferrante – ma che parte dall’esigenza di rinnovare e rilanciare nuovi modelli di intervento che sappiano intercettare le nuove fragilità emerse durante l’emergenza sanitaria e di proporre un nuovo approccio rispetto alla presa in carico delle persone”.

Un settore quello della cooperazione sociale che ha un valore della produzione di 83 milioni di euro, con un utile d’esercizio di 1.2 miloni, che occupa 3056 persone, come emerso dalla relazione del responsabile del settore Massimiliano Maggio, riveste un ruolo di assoluto rilievo nel vasto mare degli enti del terzo settore. Un ruolo che necessita di essere riconosciuto e che richiede un rinnovato patto di collaborazione con la Pubblica amministrazione.

Rosa Barone /Assessore al Welfare della Regione Puglia)

Una esigenza riconosciuta anche dall’assessora al welfare della Regione Puglia Rosa Barone intervenuta nell’assemblea. “La sfida – ha detto – è nel prossimo piano delle politiche sociali che che vedrà la luce a gennaio e che dovrà essere scritto insieme alle cooperative e al terzo settore. Intanto – ha sottolineato – la Regione Puglia sta aiutando la cooperazione sociale mettendo a disposizione strumenti come “Puglia Sociale in” che ha una dotazione di 20 milioni di euro o Puglia capitale Sociale 3.0 che da un lato finanzia le imprese fino a 8mila euro per coprire le spese vive sostenute durante il fermo della pandemia e dall’altro finanzia fino a 40 mila euro i progetti”.

Un trend quello della collaborazione ma soprattutto della coprogettazione con le pubbliche amministrazioni condiviso anche dall’assessora al welfare del comune di Bari, Francesca Bottalico. “ Mi sento parte di questo mondo  – ha detto e ne sono felice. Sono pronta ad implementare con la coprogettazione il supporto che l’amministrazione di Bari offre già con le misure messe in campo per curare le fragilità del territorio di nostra competenza.

Titti De Simone

“In questi 15 anni la Puglia – ha detto Titti De Simone, consigliera del presidente con delega all’agenda di genere – ha costruito un modello, che non esisterebbe se non ci fosse stata la cooperazione sociale e il terzo settore a sostenerlo con un investimento sull’innovazione sociale. Abbiamo costruito insieme il reddito di dignità, la legge sulla partecipazione, l’agenda di genere che sappiamo nei prossimi investimenti stretegici muoverà circa 1,5 miliardi di euro, in una regione che se vuole superare le criticità deve investire nel contrasto ai divari sociali. Altrimenti non se ne esce. Dobbiamo avere l’ambizione di una visione e le visioni si construiscono insieme”.

Il ruolo innovatore e lo sguardo lungo di Legacoop nelle scelte degli ultimi anni è stato sottolineato da Annamaria Candela dirigente regionale alla promozione e sviluppo delle economie culturali. “In questi anni – ha detto – avete percorso strade che solo negli ultimi mesi stanno lasciando traccia nelle scelte istituzionali. Avete precorso i tempi scrivendo pagine che oggi trovano spazio nelle agende e nella programmazione istituzionale”. Dopo un cammino lungo 30 anni e che segna la maturità del settore, Annamaria Candela ritiene sia arrivato il momento per la cooperazione sociale di avere un ruolo più incisivo. “La cooperazione – ha aggiunto – può smettere di essere solo erogatore di servizi e giocare, invece, un ruolo alla pari con le amministrazioni locali”.

Uno stimolo raccolto prontamente dal portavoce del Forum del Terzo settore, Davide Giove che ha ricordato innanzitutto “il dono più grande che la cooperazione sociale ha fatto al Paese in questi 30 anni: diffondere il significato profondo di interesse generale, che oggi richiede un passaggio ulteriore, favorire la complementarietà delle diverse forme del Terzo Settore e fare sintesi nel dialogo con le amministrazioni. Co-programmare e co-progettare – ha concluso Giove – deve significare per la cooperazione questo: non più la semplice gestione di servizi ma un vero e proprio abbraccio di tutta la comunità intorno a chi risponde con il proprio lavoro qualificato ad un bisogno collettivo”.

Infine un accenno alla polemica nazionale e la messa in discussione della misura del reddito di cittadinanza, fatto dalla presidente dell’Alleanza contro le povertà, Antonella Morga. “Se non ci fosse stata la rete dell’Alleanza contro le povertà e di tutte le parti che la compongono in Italia non avremmo mai avuto una misura universale di sostengo alla povertà. Nessuno deve prendersi il lusso di mettere in discussione uno strumento che è diventato livello essenziale delle prestazioni che sarà nel nuovo piano delle politiche sociali nazionali e che riprenderemo all’interno del piano regionale delle politiche sociali. I 5,5 milioni di poveri non li avremmo trattenuti, con le fragilità messe in evidenza dalla pandemia, se non ci fosse stato uno strumento di contrasto alla povertà”. Di qui l’invito alle istituzioni a riconoscere ed utilizzare le competenze, le professionalità di chi lavora nel sociale.

12 novembre 2021

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