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Il Papa disapprova le notizie false: Ognuno di noi deve essere responsabile di ciò che pubblica

 

di Clelia Conte

Oggi ricorre la 55esima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che quest’anno si celebra, in molti Paesi, il 16 maggio, Solennità dell’Ascensione del Signore. Il Messaggio del Papa a tal proposito è dedicato a “‘Vieni e vedi’ (Giovanni 1,46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono”.

Sante parole, quelle del Pontefice:  “Tutti siamo responsabili della comunicazione che facciamo, delle informazioni che diamo, del controllo che insieme possiamo esercitare sulle notizie false”

Bisognerebbe infatti redarguire le testate che non rispettino le regole deontologiche del giornalismo e sospendere i giornalisti che divulghino notizie senza controllarne le fonti e appurare la loro veridicità.

Il Papa Francesco ha inoltre dichiarato che la crisi dell’editoria potrebbe spingere gli editori a creare un’informazione costruita nelle redazioni fidandosi dell’informazione reperita da internet “senza mai uscire per strada, senza più consumare le suole delle scarpe, senza incontrare persone per cercare storie o verificare de visu certe situazioni”.

Questo è anche giusto ma per rispondere al nostro amato Pontefice, io che ci sto dentro e che dirigo un giornale online, proprio in questo periodo di pandemia posso affermare che, muoversi tanto non avrebbe molto senso dato che tutte le conferenze vengono realizzate in video. Questo accade perché non si può più entrare nei luoghi pubblici e non si può fare un’intervista “de visu” . La RAI o chi ha i mezzi economici per poterlo fare, possono inviare ovunque  giornalisti per realizzare servizi. La verità, caro Papa Francesco, si può cercare anche attraverso il telefono o mandando delle comunicazioni per email alle persone che si vogliano intervistare. Persino i libri si promuovono tramite web e col web si ottiene tutto!

Pur essendoci crisi editoriale, si può fare una buona informazione con i mezzi giusti.

Per inviare giornalisti facendo “consumare le suole delle scarpe”, bisogna mettere in budget somme considerevoli. Nel sud, la nostra categoria è così povera che non può neanche permettersi di consumarle! Oggi tutti si improvvisano informatori e si sentono utili alla società  facendo circolare notizie scritte da millantatori che hanno voglia sconfiggere gli avversari e sono molto pericolosi perché troppa gente ingenuamente ci crede.

Per questo i professionisti si devono distinguere ed hanno dovere di segnalare sempre le false notizie.

Riporto ancora ciò che ha sottolineato il Pontefice nel suo Messaggio:

“Voci attente lamentano da tempo il rischio di un appiattimento in ‘giornali fotocopia’ o in notiziari tv e radio e siti web sostanzialmente uguali, dove il genere dell’inchiesta e del reportage perdono spazio e qualità a vantaggio di una informazione preconfezionata, ‘di palazzo’, autoreferenziale, che sempre meno riesce a intercettare la verità delle cose e la vita concreta delle persone, e non sa più cogliere né i fenomeni sociali più gravi né le energie positive che si sprigionano dalla base della società”.

“Se non ci apriamo all’incontro rimaniamo spettatori esterni, nonostante le innovazioni tecnologiche che hanno la capacità di metterci davanti a una realtà aumentata nella quale ci sembra di essere immersi”. Ogni strumento quindi “è utile e prezioso solo se ci spinge ad andare e vedere cose che altrimenti non sapremmo, se mette in rete conoscenze che altrimenti non circolerebbero, se permette incontri che altrimenti non avverrebbero”.

“Tutti siamo responsabili della comunicazione che facciamo, delle informazioni che diamo, del controllo che insieme possiamo esercitare sulle notizie false, smascherandole. Tutti siamo chiamati a essere testimoni della verità: ad andare, vedere e condividere”.

Questo è quanto ha dichiarato Papa Francesco, è giusto meditare in modo critico e farsi un esame di coscienza perché prima di pubblicare qualsiasi cosa bisogna cercare la fonte della notizia. Una fake news è un danno sociale.

23 gennaio 2021

One thought on “Il Papa disapprova le notizie false: Ognuno di noi deve essere responsabile di ciò che pubblica

  1. //”Ci vogliono giornalisti che abbiano il coraggio di tornare a fare informazione. Giornalisti che sappiano cosa significa fare informazione”.
    Ma chi li paga? Solo con la pubblicità? Oppure con l’obolo che viene chiesto al lettore se intende abbonarsi o pagare anche 10 centesimi per un articolo che legge. L’informazione è l’essenza della democrazia, serve a spiegare al cittadino cosa accade nei vari settori della società. Allora, bisogna leggere, anche per aumentare il numero dei lettori, atteso che la pubblicità viene pagata anche in base a quel numero. Ma dovrebbe essere lo Stato a contribuire alle spese di gestione, e non solo per gli investimenti in tecnologie informatiche. Legge n. 77 del 17/7/2020, e Dlgs 70/2017. L.198/2016, oppure affidando alle varie testate i servizi stampa dei vari enti pubblici secondo criteri da esaminare. L’argomento va ripreso.

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