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Verità e Giustizia per Giulio Regeni

 

di Cinzia Santoro

Cairo, 25 gennaio 2016 Giulio Regeni viene invitato a salire in macchina da quattro ufficiali dei servizi segreti egiziani. Condotto in commissariato e poi nella famigerata stanza 13, nella sede del Ministero dell’Interno e della National Security.

I familiari di Giulio Regeni

Nove giorni di efferate torture, alla fine delle quali Giulio morto viene lasciato in strada. La mamma stenterà a riconoscerlo.
Movente dell’omicidio del giovane ricercatore, un equivoco. Per i servizi egiziani Giulio voleva sovvenzionare la rivoluzione. Nulla di più falso.
In cinque anni di indagini, quattro rogatorie e nessuna collaborazione con il governo di Al Sisi. Dall’Egitto solo atti offensivi della dignità dell’italiano ucciso, insabbiamento e omertà.
Quattro indagati per sequestro di persona, il generale Tariq Sabir,oggi destituito, il colonello Athar Kamel, il maggiore Magdi Sharif e l’agente Mahmoud Najem. Per Sharif, l’accusa è anche di lesioni aggravate e concorso aggravato in omicidio. Cinque i testimoni ritenuti attendibili.
Oggi lo ricordiamo Giulio, e ricordiamo che in Egitto i diritti fondamentali dell’uomo sono violati quotidianamente.
Giulio non è stato mai dimenticato, mamma Paola e papà Claudio, non si arrendono e vista l’impossibilità di organizzare una fiaccolata, chiedono al popolo dei social di postare il 25 gennaio una frase, un video, una foto su supporto giallo che chieda giustizia e verità per Giulio, il richiamo dell’ambasciatore dall’Egitto e lo stop degli accordi con chi tortura. L’idea è di accendere i social di giallo, colore che in questi cinque anni accompagna la richiesta di verità e giustizia per la morte del giovane ricercatore. In questi anni la politica estera italiana è andata nella direzione opposta all’interesse dei genitori di Regeni, salvaguardando lo sviluppo degli interessi economici, finanziari e militari tra i due paesi, come la vendita delle fregate. L’Italia ha mantenuto i rapporti con l’Egitto di Al Sisi, che da quando è al potere viola i diritti umani quotidianamente. In questi giorni i Signori Regeni, rappresentati dall’avvocata Alesandra Ballarin, hanno denunciato l’Italia per aver violato la legge 185 del 1990 che vieta la vendita di armi a paesi che non rispettano i diritti universali, relativamente alla vendita delle fregate. I genitori di Giulio hanno dichiarato:locandina giulio siamo noi
“La nostra lotta di famiglia è diventata una lotta di civiltà per i diritti umani, che è come se agisse Giulio. Giulio è diventato uno specchio che riverbera in tutto il mondo come vengono violati i diritti umani in Egitto ogni giorno”
Chiediamo il richiamo dell’Ambasciatore in Egitto, non un ritiro, come atto forte. Chiediamo anche che la Procura non venga insultata, chiediamo fermezza. Bisogna reagire, sennò i nostri figli che vanno in giro per il mondo non saranno più sicuri».

19 gennaio 2021

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