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Perché la locuzione latina “Mors tua vita mea”?

Mauro Chirizzidi Mauro Chirizzi

Tale locuzione latina descrive l’opportunismo italiano nella sua massima espressione; in ogni crisi serpeggia tale principio seppur nascosto da solidarietà cristiana e buone maniere . Esso è un brocardo silente , ma sempre presente specie in presenza di grandi calamità ,come quella della Pestilenza in Italia sofferta nel Mediovevo .
 Ma al di là del tono drammatico del senso letterale, tale espressione si usa quando all’interno di una competizione o nel tentativo di raggiungere un traguardo ci può essere un solo vincitore: il detto indica cioè che il fallimento di uno costituisca requisito indispensabile per il successo di un altro . Per fare un esempio tennistico, è come quando un tennista ancorché talentuoso, anziché chiudere il punto, pur spiazzando l’avversario, sbaglia clamorosamente mandando fuori campo la pallina.
Tale locuzione viene quindi comunemente usata per descrivere efficacemente un comportamento connotato da caratteri opportunistici conseguenti da una disgrazia altrui,
Orbene, oggi, di fronte ad una pandemia che ci obbliga ad una riflessione rispetto ai modi e maniere per trovar rimedio la gente ha raggiunto una sorta di indolente assuefazione che si esprime in questo principio, perché come le tante malattie ci si accorge della tragica verità, solo quando si è toccati personalmente o da parenti prossimi o amici cari .
Tale modo di pensare si deve ricercare nella cosiddetta predestinazione e volere divino, forme arcaiche queste, di rifiuto di ogni e qualsivoglia prevenzione medica . Ed ancora quanto cinismo in questa affermazione! Tale tratto viene simulato dalla generalità ed astrattezza del brocardo che non segna mai alcun tipo di appartenenza, ma coinvolge tutti alla stessa maniera.
lego- coronavirusA questo punto vi starete chiedendo il perché di un siffatto articolo ed effettivamente a parti inverse me lo sarei chiesto anch’io salvo che l’idea di utilizzare tale locuzione a mio modesto parere è di una grande attualità. Pensiamo al piano vaccinale e a tutti quei principi da seguire per la sua esecuzione: chi vaccinare per primi? Chi ha più prospettiva di vita o chi invece ha più bisogno perché appartenente a terza o quarta età?
Il mio primo pensiero venuto in mente è stato “mors tua vita mea” perché in ogni caso una scelta esclude l’altra!
Personalmente sono molto critico al riguardo in ragione del fatto che di fronte al pericolo di morte non può esistere una sorta di decisone sul curare i primi rispetto ai secondi ma vale il principio universale di riuscire a curare e salvare tutti a prescindere dal monte ore, giorni, mesi, anni di vita rimanenti.

13 gennaio 2021

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