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Avvincente intervista a Giovanni Sollima


di Francesco Guida

È disponibile in libreria e negli store digitali il “Quinto libello di pezzi tesotici” dello scrittore e poeta catanese Giovanni Sollima.

L’idea della copertina del libro richiama il pensiero, che ha e deve avere vita rispetto al simulacro delle fattezze umane, il quale pur rimane come più alto e imprescindibile simbolo percettivo, come formale e classico orizzonte.

Giovanni Sollima

A proposito della nuova raccolta di poesie, l’autore spiega: «L’elemento scatenante è stato il movimento di ripresa con il progetto editoriale “tesotico”, che prende corpo dalla mia fonte lirica, rappresentata dalla raccolta cronologica madre del mio agire poetico, che è “Tesos”. Questo è un mio termine originale, di classica risonanza, concepito dall’unione delle abbreviazioni di servizio “tes. os.”, tessuto osseo, che è immagine suggestiva e denominativa solidale con vissuti di studi biomedici, nonché evocativa di rimandi letterari. La durezza viva della realtà, passata al vaglio interpretativo e rappresentativo del poeta, è continuità significativa del proprio spazio percepito, sintonia di coscienza e sinfonia del tempo. L’ultima mia raccolta di poesie pubblicata, il “Quarto libello di pezzi tesotici” è del 2011. Il “Primo libello” è del 1994. Elementi determinanti del mia azione poetica, insiti nella multifocalità tematica naturale di una raccolta personale di liriche, di “pezzi tesotici” quantomeno e per l’appunto, sono il tempo, gli affetti, i sentimenti, gli stati d’animo, l’introspezione, il pensiero su tutto».

Quando hai pensato che fare lo scrittore era la tua mission?

Giovanni Sollima

Essere scrittore, soprattutto poeta, è per me un modo di porsi connaturato, ma non è una mission esclusiva. Sono un medico e psichiatra, un uomo critico e un pensatore secondo le suggestioni di una tradizione tanto classica quanto romantica. La ricerca di ciò che è bello ed espressivo, nonché umanamente propositivo e valorizzativo, rapisce naturalmente i miei sensi e la mia attenzione di pensiero.

 

Nella raccolta di poesie “Quinto libello di pezzi tesotici” figura San Biagio. A cosa ti sei ispirato?

Biagio è il nome di mio padre. Inoltre il giorno di San Biagio, il 3 Febbraio, è importante per un cittadino di Catania: è il primo giorno del triduo dei festeggiamenti agatini, che culminano il 5 Febbraio, giornata festiva di Sant’Agata, veneratissima patrona della città.

Un artista come te, come affronta questo periodo di pandemia.

Sono chiamato ad affrontarlo nella maniera più positiva possibile. Per la professione che esercito è stato ed è di certo un periodo di particolare e speciale attenzione. Durante il lockdown mi sono regolarmente recato nella Comunità terapeutica e riabilitativa per pazienti psichiatrici, dove lavoro e dove c’erano ospiti in isolamento preventivo che mi aspettavano e ancora di più avevano bisogno della mia presenza e di quella degli altri operatori. Devo dire che i pazienti ospiti sono stati eccezionali, perché hanno capito la peculiarità e la gravità del momento storico legato alla pandemia e la necessità di mettere in atto comportamenti e sacrifici condivisi. La tecnologia ci ha dato una mano davvero importante in questo difficile frangente, soprattutto grazie alla possibilità delle video-chiamate con i familiari, nonché per la possibilità operativa delle videoconferenze con i servizi. Dopo l’estate e nell’ultimo periodo questa situazione si sta ripetendo con maggiore rodaggio e consapevolezza nella speranza che tutto passi quanto prima. Professionalmente è stato e continua, a suo modo, ad essere un periodo intenso e creativo e, come autore, non sono mancati momenti espressivi.

9 dicembre 2020

One thought on “Avvincente intervista a Giovanni Sollima

  1. sarebbe bello che ogni scrittore o saggista intervistato, regalasse alcune copie del suo lavoro a questa redazione in modo da formare una piccola biblioteca da 50 volumi, di vari autori, sia per consultazione per i lettori del giornale, che per costituire il ” premio” da consegnare alle biblioteche scolastiche o comunali, ai partecipanti ad un concorso di saggistica, letteratura, poesia.

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