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L’intervista ad Antonio Fanelli. ALEKOS dedicato a “Chiunque abbia a cuore la libertà”

Antonio Fanelli, noto storico e antropologo culturale, si ispira ad Alekos,  Alexandros Panagulis che fu politico greco rivoluzionario ed anche poeta, colui che oggi è considerato un eroe nazionale della Grecia, esempio di coraggio e dignità. Fu compagno di Oriana Fallaci che se ne innamorò e lo seguì. “Alekos” è un libro nel quale Fanelli ha raccolto le poesie che Panagulis scrisse anche col sangue, su pezzi di garza, durante il suo triste isolamento nel carcere Boiati.

 

di Cinzia Santoro

Alexandros Panagulis

Come nasce l’idea di un libro su Panagulis?

Panagulis ha scritto poesie pubblicate in due libri,  “Vi scrivo da un carcere in Grecia” e  “Altri seguiranno”. In queste poesie c’è la vera essenza di Panagulis. Io ho incontrato, come tanti, Panagulis leggendo da adolescente “Un Uomo” della Fallaci. Sentivo che non mi bastava, mi ero innamorato del personaggio ed ho cercato notizie, mi sono imbattuto in questi due libri e mi si è aperto un mondo, un mondo che ha inciso sulla mia crescita in maniera esponenziale. Panagulis non era quello descritto dalla Fallaci, o almeno non solo. Era molto di più, era molto più vivo, era meno dolciastro di quello che traspariva dalla descrizione della Fallaci.

Purtroppo questi libri sono introvabili perché nessuno li ha più stampati e pubblicati dalla fine degli anni 70 del secolo scorso. Mi pareva, da editore, che ci fosse bisogno di rinverdire la memoria di un uomo che ha smosso le coscienze di milioni di persone in tutto il mondo e che fosse utile, e anche necessario, far conoscere Panagulis a chi, per questioni anagrafiche, non ne conosceva la storia. 

 

Come si compone la tua raccolta?

È una semplice raccolta di poesie, senza orpelli ulteriori, solo una presentazione che riporta quello che Pasolini pensava di Panagulis. Penso che chi legge le poesie di Panagulis non debba avere condizionamenti di alcun genere. Panagulis arriva allo stomaco del lettore solo attraverso i suoi versi che trasudano rabbia, orgoglio, voglia di lottare, resistenza e riescono da sole a impressionare il lettore. Non servono presentazioni o spiegazioni ulteriori.

 

A chi si rivolge la poesia di Alekos?

A chiunque abbia a cuore la libertà. Una libertà vera, una libertà che non usa “…MA”. 

La libertà di cui ci parla Panagulis è una libertà sudata e sofferta e per questo vera. Mi piace citare una poesia che spiega bene quello che intendo, si intitola GREGGE  Sempre senza pensare/senza opinione propria/una volta gridando OSANNA/e l’altra A MORTE A MORTE.

Ecco questa è la libertà di cui parla Panagulis, la libertà di non essere banderuola, la libertà di rispettare se stessi che porta al rispetto dell’altro pur restando sempre sulle proprie posizioni.

 

Il pensiero di Panagulis è attuale?

Attualissimo. Purtroppo i retaggi del fascismo sono presenti più che mai oggi in tantissime parti del mondo. La gente e la politica sembrano aver dimenticato che il fascismo non è un pensiero politico, non è un modo di essere… È un reato e va trattato e combattuto come un reato… anzi di più perché non è un reato contro la singola persona come l’omicidio o il furto, è un reato contro le comunità di persone che vengono sottomesse con l’uso della forza e della violenza fisica e psicologica e Panagulis ci ha insegnato come combatterlo, se necessario anche con la lotta armata. Lo hanno fatto i Partigiani in Italia, in Spagna e lo ha fatto lui in Grecia.

 

Oriana Fallaci e Alekos Panagulis

Panagulis e la Fallaci: una grande storia d’amore e di tormento. Alekos compone una sola poesia per la sua donna. Ti va di parlarne?

Se penso ad Oriana Fallaci mi viene in mente una donna che Panagulis avrebbe combattuto aspramente. Io come tanti mi sono nutrito dei libri della Fallaci. Ho divorato Penelope alla guerra, ho imparato ad amare alcuni posti del mondo leggendo Insciallah, mi sono appassionato alla parte umana della conquista dello spazio con Se il sole muore. Ho letto tutti i libri della Fallaci definendola la mia autrice preferita… Purtroppo poi ho letto anche La rabbia e l’orgoglio, e quella Fallaci non mi piace e sono certo che quella Fallaci non sarebbe piaciuta neanche ad Alekos.

Mi chiedi se mi va di parlarne? No, non mi va di parlare della Fallaci.

 

Sei autore di uno spettacolo teatrale che ha lo stesso titolo del libro, cosa hanno in comune?

In comune hanno il titolo, il personaggio e nient’altro. Nel libro come dicevo ci sono le poesie di Panagulis mentre nello spettacolo c’è la sua storia, dal fallito attentato alla morte, raccontata dallo stesso Alekos. La parte centrale ovviamente riguarda la prigionia nella cella di Boyati che Alekos, considerate le dimensioni, chiamava “La tomba”. Misurava 3 metri per 1,5… poco più di un loculo insomma. Ha vissuto li fra una tortura e l’altra aspettando la sua esecuzione per 3 anni e mezzo quasi sempre ammanettato e io recito quasi tutto lo spettacolo ammanettato.  

 

Con il lockdown sono cambiate le attività di promozione culturale. Come promuoverai questo tuo ultimo lavoro?

Il lockdown ha messo in ginocchio un comparto praticamente dimenticato che adesso dovrebbe ripartire ma che credo non ripartirà perché le regole sono estreme. Basta leggerle queste regole per capire che sarà impossibile fare teatro a meno di far pagare un biglietto altissimo ai pochi spettatori a cui sarà permesso di entrare in teatro ma la cosa, almeno per come intendo io il teatro, è impraticabile… non si possono chiedere 30/40 euro di biglietto alla gente (sempre poi che la gente sia disposte a pagarli)… però se hai in sala 20/30 spettatori che pagano 10 euro capisci che non riesci a coprire neanche i costi.

Il libro invece può essere promosso attraverso altri canali, e in questo la rete si sta dimostrando preziosa, però io personalmente non vedo l’ora che si possa tornare alla normalità e ricominciare ad incontrare il pubblico e i lettori di persona.

14 giugno 2020

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