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Le raccomandazioni del Presidente Nazionale Sis 118 Balzanelli: “Manteniamo alta la guardia”

 

 

 di Cinzia Santoro

 

Mario Balzanelli

La pandemia da Covid-19 ha messo a dura prova l’intero sistema sanitario nazionale. In prima linea ha operato il Sistema di Emergenza Territoriale 118 di cui oggi incontriamo il Presidente nazionale Dottor Mario Balzanelli, figura cardine di un servizio fondamentale e da sempre impegnato per la prevenzione e la tutela della salute pubblica facendosi promotore di numerose iniziative legislative; ricordiamo le campagne per la sicurezza sulle strade, per la formazione al primo soccorso e per la diffusione dei defibrillatori nelle scuole e nei centri sportivi.

 

L’intervista:

Lei pensa che il nostro paese abbia messo in campo le migliori strategie per il contenimento del CoVId19?

Ritengo assurdo accusare il Governo di terrorismo psicologico ai danni della popolazione italiana. Assurdo, inaccettabile e potenzialmente terroristico a sua volta, poiché in grado di scatenare ira e conflitto sociale, anche difficilmente mitigabile in un momento storico così delicato. Basta, quindi, con le liti amplificate a dismisura a livello massmediatico, con le discussioni inferocite finalizzate alla reciproca delegittimazione, particolarmente quando si verificano tra eccellenti colleghi ed autorevoli scienziati. Vi è un Paese da risollevare e da proteggere, oggi più che mai.

 

In autunno si teme una nuova ondata epidemica; quali sono i dispositivi da continuare ad utilizzare anche in questi mesi estivi?

Abbiamo a che fare con la più immane tragedia subita dall’Italia dopo la seconda guerra mondiale. Non bisogna abbassare la guardia e, per i prossimi mesi, continuare nelle buone pratiche adottate sino ad oggi. Quindi, le misure di distanziamento interpersonale, l’utilizzo obbligatorio delle mascherine per tutti e delle visiere anti-droplets per il personale sanitario, l’utilizzo di deumidificatori dotati di filtri HEPA in grado di antagonizzare i virus e i batteri presenti nell’aria. Dobbiamo tener conto di una possibile seconda ondata nel prossimo autunno-inverno e, quindi, porre in essere una azione preventiva efficace.

 

Cosa pensa dell’utilità dei tamponi?

E’ evidente che i tamponi possono non rilevare la positività, il che ci induce a ritenere che il numero attuale di positivi alla malattia sia di molto sottostimato. Questo dato emerge dalla nostra esperienza e il numero è decisamente alto: 45 pazienti su 100 presi in carico dal Set 118 di Taranto, con sintomatologia Covid-19 poi confermata dalla Tac torace, presentavano i tamponi negativi in ambedue i prelievi fatti. Sulla base della mia esperienza ritengo che il Covid vada cercato fin nei bronchi e non solo in superficie, con un lavoro d’equipe che coinvolga gli pneumologi.

 

Qual è il suo pensiero sulla gestione dell’emergenza Covid in Svezia?

La Svezia si è accorta molto tardi di aver consentito una mortalità in eccesso, lasciando circolare liberamente l’infezione e negando i ventilatori polmonari agli anziani. Un approccio per me inaccettabile; pertanto definirei la loro politica “fallimentare”.

 

Quale è stato il livello di coinvolgimento del Sistema di Emergenza Territoriale 118 da parte dei decreti governativi?

Siamo in prima linea a tutelare la diffusione del contagio. Gli operatori del 118 hanno lavorato in condizioni di pericolo senza una dotazione adeguata di dispositivi di sicurezza; in tanti sono rimasti contagiati e alcuni sono morti. Il D.L. “Rilancio” non ha destinato nemmeno un euro all’emergenza/urgenza. Se vi è un riconoscimento per l’impegno profuso, è sacrosanto che vada corrisposto a tutti.

7 giugno 2020

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