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I ragazzi in Piazza per il clima e contro il consumismo

 

di Anna Gomes

Centomila ragazzi in piazza al”Block Friday” che critica gli acquisti sfrenati del “Black Friday”.

 Da Bari a Torino i nostri ragazzi sono scesi ieri in piazza per protestare non solo per il clima ma anche contro il consumismo.
Questo è il quarto sciopero mondiale  per il clima che si è tenuto ieri in 2.460 città di 158 paesi, dall’Australia all’Argentina.
Erano circa centomila i ragazzi che hanno sfilato ieri nelle strade italiane con i segni verdi sul viso e carichi di rabbia positiva.
A Milano gli studenti  hanno lasciato scatole vuote, proprio davanti all’ingresso del Temporary store di Amazon, in piazza San Babila in segno di protesta. I ragazzi hanno voluto lasciare un messaggio chiarissimo al gigante delle vendite on line, Amazon, simbolo di un modello di consumismo che sta portando il mondo alla rovina.
In altre città, gli studenti hanno bloccato simbolicamente le vie del centro con nastri colorati,per boicottare gli acquisti.
 I no global hanno invece preso di mira Amazon e altri centri commerciali in varie citta’ francesi, con flash mob e sit-in.
Greta Thumberg, la giovane svedese simbolo del Movimento, ha seguito la protesta sui social a bordo di un catamarano su cui sta navigando da 17 giorni, in tempo per partecipare alla Cop 25.
 Una cosa eè certa: Greta Thumberg e’ riuscita sicuramente nel suo intento: creare una coscienza ambientalista in tutti i suoi coetanei e a tutto cioò si aggiunge anche la lotta dei giovani al consumismo sfrenato.
Il Black Friday puo’ attendere.
30 novembre 2019

One thought on “I ragazzi in Piazza per il clima e contro il consumismo

  1. Sarei curioso di chiedere a quei giovani quanto costa il loro telefonino, quando spendono, per quante ore lo utilizzano, che tipo di comunicazione svolgono, quanto spendono, o fanno spendere, per le scarpe, le tute, l’intimo, se acquistano dai cinesi, dagli ambulanti (sempre prodotti cinesi), outlet, da artigiani, di prodotti italiani, se conoscono la provenienza di quella merce, quanto viene pagato quel lavorante, se sanno che senza cortan, prodotto in Africa e raccolto da ragazzini di 10 anni, i telefonini non si fanno, che fine fanno i loro acquisti, le loro plastiche, lo spreco di cibi, la frutta buttata, l’acqua eccessiva per una doccia, shampoo e deodoranti, ecc ecc. Se mi sapranno dire un po si queste cose, allora gli crederò. Altrimenti, devono fare tanta strada, ma mi riservo un po’ di speranza

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