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Progetto “Oltre i cento passi… insieme – cammini di legalità “. Intervista ad Antonio Fanelli regista de Il Visionario

di Cinzia Santoro

Intervista al regista Antonio Fanelli

-Il progetto “Oltre i cento passi… insieme – cammini di legalità ” ti vede tra i
protagonisti nuovamente in Puglia dal cinque all’otto aprile, dopo il grande
successo di questo inverno. Cosa ti aspetti da questa seconda tornata?
-Ci aspettiamo la stessa accoglienza e lo stesso successo, a questo progetto lavoriamo in tre e ci
sta dando molte soddisfazioni in termini di presenze e in termini strettamente personali. Il lavoro
è tanto e ci porta a stare in contatto spessissimo e se non ci fosse coesione non otterremmo nulla.
Del resto, come dice Valentina Pierro…questo è il metodo Peppino Impastato.
Abbiamo riordinato Mama Dunia, io sono rimasto presidente, Valentina Pierro è la nuova vice
presidente e Patrizia Zodiago è la tesoriera, insieme a noi ci sono altri due componenti del
direttivo. Il trucco sta nella spartizione dei ruoli e nella fiducia nel lavoro dell’altro, questo
comporta inutili perdite di tempo. Le nostre riunioni sono sempre a tavola con grande invidia di
Giovanni. Tutto questo, condito con la collaborazione con Casa Memoria Felicia e Peppino
Impastato e con Radio 100 Passi, ci porta ad organizzare incontri che soprattutto ci “divertono”
e, cosa importantissima, piacciono alle Amministrazioni, alle Scuole e ai cittadini a cui le
proponiamo.
E poi c’è Giovanni che è la comunicazione fatta persona, è coinvolgente e sa catalizzare
l’attenzione. Tutto questo messo insieme ha decretato il successo di gennaio che siamo certi
replicheremo dal 5 all’ 8 aprile.
…infine, ma al primo posto su tutto, c’è Peppino che 41 anni dopo la sua morte è sempre più
attuale, sempre più importante per noi e per la gente.
-Parlare di mafia oggi nel nostro paese ha lo stesso valore che negli anni scorsi?
-Il valore non cambia, è cambiata la mafia però e bisogna adeguare anche il modo di parlarne.
Vedi in passato la mafia si rendeva protagonista di azioni violente e quindi parlarne,
inevitabilmente, voleva dire parlare di morti e di tritolo e questo sulla gente faceva più presa…
come dire… era più immediato lo sdegno e la condanna, oggi la mafia non uccide più, è
diventata una organizzazione di professionisti che sono inseriti nel tessuto sociale con una
parvenza di rispettabilità, grazie a questa interagisce con i poteri forti… insomma come dice
Giovanni o Don Ciotti “la mafia non solo c’è ancora, ma è più pericolosa di prima e solo meno
visibile e meno eclatante… e questo paradossalmente è peggio” .
-A questo progetto è legato il tuo nuovo spettacolo “Il Visionario”.
-Di cosa si tratta e come nasce l’idea di questa pièce teatrale?
Il Visonario è uno spettacolo che resta sempre nei canoni del teatro civile che è quello che amo
fare. È la storia di un incontro in cui cerco di rivelare al pubblico l’aspetto più intimo di Peppino.
La necessità di scrivere e portare in scena questo aspetto di Peppino nasce dal fatto che del
Peppino attivista sappiamo quasi tutto… a me interessava “L’ALTRO PEPPINO”. La storia
prende spunto dai racconti reali degli amici di Peppino che abbiamo incontrato a Cinisi e con i
quali abbiamo parlato.
Lo spettacolo è stato scritto a sei mani, hanno collaborato alla stesura del testo Valentina Pierro e
Patrizia Zodiago, questo perché avevo bisogno di un punto di vista diverso, un punto di vista
femminile e quindi ho chiesto a loro di scrivere una determinata parte dello spettacolo… i
risultati sono stati sorprendenti.
Lo spettacolo vedrà la prima nazionale a Cinisi nella settimana delle manifestazioni per il 9
maggio e avrà il grande onore, ma anche il grande onere, di aprire il 5 maggio la settimana.
Sinceramente è una grande responsabilità che però mi stuzzica e soprattutto mi riempie di
​orgoglio. Inoltre prima dello spettacolo ci sarà un incontro pubblico con due grandi ospiti, Paolo
Borrometi autore del libro “UN MORTO OGNI TANTO” e Sandro Ruotolo.
Il tutto, se le condizioni meteo lo permetteranno, si svolgerà sulla terrazza della casa che fu di
Tano Badalamenti… e questo rende tutto più incisivo e significativo.
-Ovviamente la caratteristica dei tuoi spettacoli, e cioè di essere rigorosamente solo in
scena, sarà mantenuta anche questa volta?
-No, questa volta no. Non sarò solo in scena ma… non posso e non voglio dirti di più. Dico solo
che sarà una bella sorpresa della quale godranno gli spettatori a Cinisi e, prima, alcuni amici e la
stampa nella anteprima che faremo il 7 aprile a Taranto alla presenza di Giovanni.
-Per l’estate prossima cosa ci proporrai? Continuerai con l’impegno civile e sociale?
-Per l’estate c’è un progetto ma essendo in fase di definizione preferisco non dire nulla.
Sicuramente la linea è quella comunque. Con grandi ospiti a parlare di legalità col “METODO
PEPPINO IMPASTATO”… cioè, grande ironia.
Poi un po’ di musica… mi divertirò ancora a suonare e a cantare Fabrizio de Andrè e Francesco
Guccini. Mi piacerebbe mettere insieme un concerto ricordo del mio amico Claudio Lolli che ci
ha lasciato lo scorso agosto… vedremo di trovare il tempo… la voglia c’è…
E poi, speriamo… porteremo in giro IL VISIONARIO.
Sei tornato a un tuo vecchio amore, la radio. È ancora così emozionante indossare le
cuffie per la diretta?
La radio è stato il mio primissimo amore che non ho mai abbandonato. Adesso ho ripreso e ho
ripreso con una grande radio nazionale che è RADIO CENTO PASSI e quindi…tutto sulla stessa
traiettoria. Radio cento passi è la naturale prosecuzione di RADIO AUT e quindi oltre ad aver
ripreso a fare radio, come dire… la faccio la dove ho sognato fin da ragazzino di farla.
Certo è un po’ diversa, devo dire la verità… mi mancano i piatti su cui giravano i vinili, mi
manca la copertina del disco da raccontare, mi manca l’andare fisicamente in radio… oggi è tutto
computerizzato, due pc un mixer e un microfono e vai… però è sempre eccezionale fare radio.
30 marzo 2019

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