Progetto “Oltre i cento passi… insieme – cammini di legalità “. Intervista ad Antonio Fanelli regista de Il Visionario Cultura Teatro 31 Marzo 201931 Marzo 2019 di Cinzia Santoro Intervista al regista Antonio Fanelli -Il progetto “Oltre i cento passi… insieme – cammini di legalità ” ti vede tra i protagonisti nuovamente in Puglia dal cinque all’otto aprile, dopo il grande successo di questo inverno. Cosa ti aspetti da questa seconda tornata? -Ci aspettiamo la stessa accoglienza e lo stesso successo, a questo progetto lavoriamo in tre e ci sta dando molte soddisfazioni in termini di presenze e in termini strettamente personali. Il lavoro è tanto e ci porta a stare in contatto spessissimo e se non ci fosse coesione non otterremmo nulla. Del resto, come dice Valentina Pierro…questo è il metodo Peppino Impastato. Abbiamo riordinato Mama Dunia, io sono rimasto presidente, Valentina Pierro è la nuova vice presidente e Patrizia Zodiago è la tesoriera, insieme a noi ci sono altri due componenti del direttivo. Il trucco sta nella spartizione dei ruoli e nella fiducia nel lavoro dell’altro, questo comporta inutili perdite di tempo. Le nostre riunioni sono sempre a tavola con grande invidia di Giovanni. Tutto questo, condito con la collaborazione con Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato e con Radio 100 Passi, ci porta ad organizzare incontri che soprattutto ci “divertono” e, cosa importantissima, piacciono alle Amministrazioni, alle Scuole e ai cittadini a cui le proponiamo. E poi c’è Giovanni che è la comunicazione fatta persona, è coinvolgente e sa catalizzare l’attenzione. Tutto questo messo insieme ha decretato il successo di gennaio che siamo certi replicheremo dal 5 all’ 8 aprile. …infine, ma al primo posto su tutto, c’è Peppino che 41 anni dopo la sua morte è sempre più attuale, sempre più importante per noi e per la gente. -Parlare di mafia oggi nel nostro paese ha lo stesso valore che negli anni scorsi? -Il valore non cambia, è cambiata la mafia però e bisogna adeguare anche il modo di parlarne. Vedi in passato la mafia si rendeva protagonista di azioni violente e quindi parlarne, inevitabilmente, voleva dire parlare di morti e di tritolo e questo sulla gente faceva più presa… come dire… era più immediato lo sdegno e la condanna, oggi la mafia non uccide più, è diventata una organizzazione di professionisti che sono inseriti nel tessuto sociale con una parvenza di rispettabilità, grazie a questa interagisce con i poteri forti… insomma come dice Giovanni o Don Ciotti “la mafia non solo c’è ancora, ma è più pericolosa di prima e solo meno visibile e meno eclatante… e questo paradossalmente è peggio” . -A questo progetto è legato il tuo nuovo spettacolo “Il Visionario”. -Di cosa si tratta e come nasce l’idea di questa pièce teatrale? Il Visonario è uno spettacolo che resta sempre nei canoni del teatro civile che è quello che amo fare. È la storia di un incontro in cui cerco di rivelare al pubblico l’aspetto più intimo di Peppino. La necessità di scrivere e portare in scena questo aspetto di Peppino nasce dal fatto che del Peppino attivista sappiamo quasi tutto… a me interessava “L’ALTRO PEPPINO”. La storia prende spunto dai racconti reali degli amici di Peppino che abbiamo incontrato a Cinisi e con i quali abbiamo parlato. Lo spettacolo è stato scritto a sei mani, hanno collaborato alla stesura del testo Valentina Pierro e Patrizia Zodiago, questo perché avevo bisogno di un punto di vista diverso, un punto di vista femminile e quindi ho chiesto a loro di scrivere una determinata parte dello spettacolo… i risultati sono stati sorprendenti. Lo spettacolo vedrà la prima nazionale a Cinisi nella settimana delle manifestazioni per il 9 maggio e avrà il grande onore, ma anche il grande onere, di aprire il 5 maggio la settimana. Sinceramente è una grande responsabilità che però mi stuzzica e soprattutto mi riempie di orgoglio. Inoltre prima dello spettacolo ci sarà un incontro pubblico con due grandi ospiti, Paolo Borrometi autore del libro “UN MORTO OGNI TANTO” e Sandro Ruotolo. Il tutto, se le condizioni meteo lo permetteranno, si svolgerà sulla terrazza della casa che fu di Tano Badalamenti… e questo rende tutto più incisivo e significativo. -Ovviamente la caratteristica dei tuoi spettacoli, e cioè di essere rigorosamente solo in scena, sarà mantenuta anche questa volta? -No, questa volta no. Non sarò solo in scena ma… non posso e non voglio dirti di più. Dico solo che sarà una bella sorpresa della quale godranno gli spettatori a Cinisi e, prima, alcuni amici e la stampa nella anteprima che faremo il 7 aprile a Taranto alla presenza di Giovanni. -Per l’estate prossima cosa ci proporrai? Continuerai con l’impegno civile e sociale? -Per l’estate c’è un progetto ma essendo in fase di definizione preferisco non dire nulla. Sicuramente la linea è quella comunque. Con grandi ospiti a parlare di legalità col “METODO PEPPINO IMPASTATO”… cioè, grande ironia. Poi un po’ di musica… mi divertirò ancora a suonare e a cantare Fabrizio de Andrè e Francesco Guccini. Mi piacerebbe mettere insieme un concerto ricordo del mio amico Claudio Lolli che ci ha lasciato lo scorso agosto… vedremo di trovare il tempo… la voglia c’è… E poi, speriamo… porteremo in giro IL VISIONARIO. Sei tornato a un tuo vecchio amore, la radio. È ancora così emozionante indossare le cuffie per la diretta? La radio è stato il mio primissimo amore che non ho mai abbandonato. Adesso ho ripreso e ho ripreso con una grande radio nazionale che è RADIO CENTO PASSI e quindi…tutto sulla stessa traiettoria. Radio cento passi è la naturale prosecuzione di RADIO AUT e quindi oltre ad aver ripreso a fare radio, come dire… la faccio la dove ho sognato fin da ragazzino di farla. Certo è un po’ diversa, devo dire la verità… mi mancano i piatti su cui giravano i vinili, mi manca la copertina del disco da raccontare, mi manca l’andare fisicamente in radio… oggi è tutto computerizzato, due pc un mixer e un microfono e vai… però è sempre eccezionale fare radio. 30 marzo 2019