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10 Giorni Senza mamma: incassi di qualità

 

di Romolo Ricapito

10 giorni senza mamma di Alessandro Genovesi ha superato nel week end di esordio (9-10 febbraio) The Mule con Clint Eastwood che era primo nelle giornate di giovedì’ e venerdì.La pellicola italiana con Fabio De Luigi e Valentina Lodovini per l’esattezza aveva fatto più spettatori (ma meno incasso) al sabato, mentre il tutto si è regolato di domenica quando con 1.013.093 euro è risultata prima in assoluto.Sempre parlando di cifre, è il miglior successo italiano dell’anno.Ma a cosa si deve questo strapotere?Sono andati a segno due fattori importanti: la commedia in questione si occupa di vicende familiari “normali” con in oggetto un nucleo formato da due genitori quarantenni con tre figli che vanno dai 13 ai 2 anni. La novità è stata la confezione: un film presentato con una fotografia lussuosa, dalla sceneggiatura spumeggiante e che, pur non proponendo tematiche nuove di zecca, anzi se vogliamo abbastanza risapute, le attualizza risultando in grado di evidenziare pregi e difetti della famiglia tradizionale, con tematiche dell’ultim’ora . La crisi che Carlo (Fabio De Luigi) affronta all’interno della propria azienda nella quale ha un ruolo di rilievo, si scontra con le esigenze lavorative della moglie Giulia (Valentina Lodovini) che avendo lasciato la professione di avvocato per badare alla prole avverte segni di stanchezza, demotivata dallo scarso apporto psicologico-affettivo del consorte all’interno dell’educazione dei bimbi. La più grande dei quali, tredicenne, ha un senso critico molto sviluppato, seguita dal  maschio di 10 abbastanza turbolento e dalla più piccola di due anni e mezzo, dalle espressioni tenerissime. Il personaggio della Lodovini va dunque a svagarsi a Cuba con la sorella, tentando di recuperare la sua giovinezza perduta. A questo punto si  susseguono degli sketch abbastanza riusciti e spassosi circa la non dimestichezza del padre con le esigenze dei piccoli. Il film è curato oltre che come confezione e sceneggiatura (di Genovesi con Giovanni Bognetti) anche come cast che include due bravi caratteristi, Antonio Catania nei panni del dirigente capo e Diana Del Bufalo che è la baby sitter improvvisata dei ragazzi.La donna è stata licenziata proprio da Carlo (che dirige il personale dell’ azienda) perché filmata dalle telecamere nel  sottrarre  tre piccoli  utensili . La serie di equivoci che si instaurano riguardano dunque i pasticci che combinano padre e figli, quelli riguardanti il lavoro (Carlo ha un rivale che è maggiormente benvoluto dal capo) e dall’assenza della madre che tramite delle videotelefonate viene messa al corrente giocoforza delle storture che la sua  momentanea fuga  genera.E’ certo che Fabio De Luigi riesce con questa sua interpretazione ad essere perfetto: è quasi sempre in scena e così i bravissimi piccoli protagonisti. Il personaggio di Giulia  (la Lodovini) è l’epitome della nuova casalinga italiana, moderna e paziente ma non disposta a farsi mettere sotto i piedi. Il messaggio finale è nuovo, quello di un recupero della paternità come elemento essenziale che consente al nucleo non soltanto di sopravvivere, ma di migliorare la sua qualità di vita.Il film è elegante e privo di qualsiasi volgarità. La presenza nelle sale di moltissime bambini, ma soprattutto bambine che seguono con interesse e completamente in silenzio la storia, è oggettivamente  un dato interessante, anche per gli applausi finali a scena aperta.Questo tipo di prodotto, insolito per le sale, è invece pane quotidiano per svariate fiction tv della Rai che però non raggiungono la qualità di 10 Giorni Senza Mamma e va detto che il risultato   non ha niente di televisivo ma è completamente cinematografico. Un tocco di vintage è presente con Claudio Villa che canta Mamma nel finale.
12 febbraio 2019

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