Halloween (2018): seguito “originale” e riuscito. Perfetta Jamie Lee Curtis Cinema Cultura 31 Ottobre 201831 Ottobre 2018 di Romolo Ricapito Halloween (2018) voluto e prodotto da John Carpenter, l’inventore e regista della serie, sta battendo ogni esordio di film horror negli Stati Uniti guidando il box office, ma anche in Italia la pellicola mantiene la posizione di testa a meno di sette giorni dall’uscita. Nelle intenzioni questo sarebbe il seguito “ufficiale” del film del 1978, mentre gli altri seguiti, o spin off, vengono reputati falsi e inattendibili. Jamie Lee Curtis si riappropria del ruolo di Laurie Strode , la sorella del “serial killer di baby sitter” Michael Myers ed è tra i produttori esecutivi. Mentre dirige ( ma è anche sceneggiatore) David Gordon Green. Del film stavolta si apprezza principalmente la costruzione psicologica dei personaggi. Ovvero non ci si limita, come nell’originale o nei tanti seguiti, a documentare banalmente (e barbaramente) una serie di omicidi totalmente gratuiti, efferati e compiaciuti. Tale dato di fatto è stato in precedenza uno degli elementi di disturbo di questa saga, che non approfondisce nulla e dà in pasto alla platea dell’orrore gratuito. Qui vediamo Michael, il mostro, rinchiuso da 40 anni in un ospedale psichiatrico e raffigurato in un cortile all’aperto , con altri pazienti, di spalle. Due giornalisti televisivi , Aaron e Dana, vogliono intervistarlo. Per spingerlo a parlare, Aaron (Jeffferson Hall) gli sventola quasi addosso la maschera originaria con la quale il killer si copriva il volto per compiere le sue malefatte. Caratteristica di queste sceneggiature è che Myers non mostri mai il suo volto. E nemmeno in questa occasione lo fa dunque se non di sbieco. E’ ormai anziano, ma ancora forzuto. La provocazione della stampa televisiva vuole (nelle intenzioni della sceneggiatura) sottolineare l’aggressività di certo giornalismo d’inchiesta. La coppia di cronisti intervista dunque Laurie Strode, la sorella dell’assassino. Ma lo fa offrendole 3.000 dollari affinché ella accetti di parlare. Il personaggio di Laurie è splendidamente interpretato da Jamie Lee Curtis ed è cresciuto psicologicamente. La donna vive da 40 anni in un inferno personale e per questo la sua vita è stata un fallimento. Due divorzi, una figlia che le fu tolta dagli assistenti sociali quando era appena dodicenne e una nipote. Il rapporto Con Karen, interpretata dall’attrice Judy Greer, è altalenante. La donna considera la genitrice in parte una “fissata”, che le ha trasmesso ossessioni e paure, ma anche una persona da compatire ed aiutare. Jamie Lee Curtis C’è anche una nipote, Allyson (Andy Matichak, di provenienza televisiva) e la sceneggiatura ne esamina la vita da college, con fidanzatini e amici, o party da adolescenti. Tale spiegazione “dinastica” si arricchisce con l’introduzione dello psichiatra ufficiale di Michael, il dottor Saratai (che è pazzo almeno quanto il suo paziente) e altri vari comprimari, come lo sceriffo che arrestò Myers etc. La parte interessante è quella “ricostruttiva”, ovvero l’allestimento esteriore relativo alla festa di Halloween, con lussuose case in festa che mostrano nelle verande le famose zucche personalizzate e umanizzate con le loro caratteristiche faccine. Ma qui la zucca è un simbolo del male, come si evince dai titoli di testa, nei quali l’ortaggio si ingrandisce e dentro è illuminato da una luce gialla e infernale. Qualcuno ha criticato che nel secondo tempo gli omicidi appaiono eccessivi e gratuiti. Ma era ovvio: non si poteva pretendere che la produzione non accontentasse gli sbarbatelli che vanno al cinema soltanto per esaltarsi e fare “casino”, lanciando in aria i loro popcorn e gridando in maniera stridula. Abbiamo evitato questa masnada di idioti recandoci in una multisala al primo spettacolo, che comprendeva soltanto altri quattro spettatori, per fortuna composti e silenziosi. Halloween 2018 termina con una catarsi finale, purificatoria. Le fiamme, appunto, assurgono al ruolo della distruzione, ma anche della rinascita. Il mostro Michael Myers è davvero morto? Probabilmente no. Infatti dopo i titoli di coda si ascolta a sorpresa il respiro affannoso del serial killer. In effetti in questi giorni è stato reso noto che è già in pre-produzione il seguito. L’infernale e schifoso assassino non può sparire, altrimenti svanirebbero assieme a lui ulteriori miliardi dalle tasche degli avidi produttori. 31 ottobre 2018