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FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA- Il “Il Trionfo dell’Onore” opera di Scarlatti trionfa in masseria ma i ragazzi dell’Accademia del Belcanto vorrebbero vedere anche un pubblico più giovane

La peculiarità di questa rappresentazione sta in un’opera barocca intercalata negli anni cinquanta dai costumi di Sara Marcucci indossati perfettamente dai personacggi che hanno dato loro vita intercalandosi in quei panni alla perfezione. Infatti si passa dall’aria aristocratica di Federica Livi-Doralice, voce dalla quale si evince un curriculum già ricco, che con passo leggero e femminile  ha indossato il tailleur giallo con l’eleganza una diva di quegli anni. Si va poi al personaggio di Cornelia (Nico Franchini), discutibile per la sua stazza troppo mastodontica per essere una “signora” e quindi comica. Il donnone infatti fa sorridere anche per il suo modo di ammaliare con la sua voce da tenore, il suo promesso sposo, Flaminio (Francesco Castoro), rozzo nei suoi panni sporchi del suo lavoro che invece molesta la maliziosa, Rosina (Suzana Nadejde) atipicamente truccatissima per essere una domestica di quegli anni e graziosa nel suo abitino anni ’50 protetto da un grembiulino rosso. Colpisce anche il travestimento di Rachael Jane Birthisel che ha interpretato con voce decisa un Riccardo che si è mosso come uno scugnizzo napoletano, spavaldo, arrogante e non curante degli amori e sofferenze delle donne, soprattutto della brava Leonora– Erica Cortese, vestita con un semplice tailleur celeste e scialle fatto ad uncinetto, abbigliamento che spegne la luce della felicità del personaggio che lo ha indossato.  Allegro e comico invece Patrizio La Placa nei panni di Rodimarte, marinaio con le calze a righe rosse orizzontali che ricorda quasi un soggetto carnevalesco oppure Popeye, il Braccio di ferro creato da Elzie Crisler Sega. Molto apprezzato Raffaele Pe- Flaminio uno fra le voci italiane più stimate del repertorio barocco.

Ottime le scene di Stefano Zullo, che sembravano incorporarsi nella splendida ma non grandissima Masseria Palesi, motivo per il quale lo spettatore ha avuto l’impressione di essere in scena vedendo i protagonisti molto vicini.

Il risultato di questa commedia, opera di Scarlatti che già era proiettata di per se verso il futuro, è che lo spettatore si affeziona a tutti i personaggi e si diverte. La vivacità degli attori, dei cantanti e la messa in scena rapiscono gli astanti. Se in più ci metti l’atmosfera magica di una masseria della splendida Valle d’Itria: la storia parla e si percepisce sensibilmente.

Federica Livi
Patrizio La Placa

Gli allievi dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti” hanno vissuto l’esperienza Martinese per due mesi di duro lavoro senza rientrare a casa. Si sono trovati molto bene per il lavoro svolto e l’accoglienza calorosa, in primis del presidente Franco Punzi.  Federica Livi si è detta molto soddisfatta e onorata di aver preso parte ai lavori del Festival, ma non vedeva l’ora di rientrare a casa. In seguito alla mia domanda “Perchè secondo il vostro parere accorrono al festival pochissimi giovani come voi?” , hanno risposto Patrizio La Placa che ha pensato fosse colpa dei mass media che non educano alla cultura di questo tipo di spettacolo.

Suzana Nadejde

La giovanissima rumena, Suzana Nadejde invece ha raccontato che quando qualche anno fa si è trasferita nel nostro Paese per  studiare canto, immaginava invece che i giovani avessero una forte educazione all’Opera che è un’arte nata in Italia ma poi è rimasta delusa dalla quasi assenza di quella fascia d’età.

Allievi dell’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”: Rachael Jane BirthiselErica CorteseFederica LiviPatrizio La Placa e Suzana Nadejde .

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