Paola Cortellesi e il monologo femminista ai David di Donatello Spettacolo TV 25 Marzo 201825 Marzo 2018 di Romolo Ricapito Il monologo di Paola Cortellesi ai David di Donatello : l’attrice distribuiva termini sessisti riferiti alle donne mentre le stesse accezioni, declinate al maschile, apparivano con un significato innocuo. Inizialmente la cosa mi è parsa passabile, magari da rifletterci su, ma a distanza l’ho giudicata modesta e non adatta a una serata di gala. Il motivo. Non si può pretendere sempre di dare “lezioni” in maniera ironica e plateale, in certo senso scontata, sul disvalore attribuito alla donna dal sentire comune o meglio, da parte di certi pregiudizi veri o veri solo in parte, ma magari co-esistenti ancora in molte pellicole del cinema italiano, che presentano modelli di donne ridicoli, forgiati su mode passeggere o descritti con i soliti luoghi comuni. Che so, la solita attrice che recita in romanesco sempre gli stessi personaggi da borgata, o un cinema, più in generale, che punta soltanto sulla risata, includendo la donna in trame risapute, scontate e idiote. Probabilmente invece, certi vecchi sceneggiati televisivi degli anni Sessanta, trasmessi di notte su Rai Uno, propongono donne emancipate e forgiate in maniera avveniristica. Infine la Cortellesi, che è parte del cinema attuale, coi suoi pregi ma anche ovviamente tutti difetti, è come salita in cattedra, ovvero col suo monologo, che a un certo momento si è trasformato in una sorta di sermone, sembrava che volesse insegnarci qualcosa, come una brava e saccente maestra. Non abbiamo bisogno di rimetterci i pantaloni corti e tornare in quinta elementare per ascoltare recite semi-ufficialmente educative, ma delle quali possiamo e vogliamo fare a meno, in quanto liberi di informarci sul razzismo imperante contro il genere femminile anche per conto nostro.