Il pericolo è scomparso ma la giornalista ha denunciato : “mi sfottevano per i capelli”.

Stufa di portare una parrucca, la Bignardi post-cure ha esibito capelli  corti e brizzolati.

Una giusta rivendicazione quella di Daria Bignardi, che a distanza di tempo si è voluta togliere il classico sassolino dalla scarpa.

Attaccata per l’aspetto fisico, o meglio, per un particolare, quello dei capelli, che in una donna rivestono “anche” un ruolo molto importante: attrattivo, civettuolo o semplicemente decorativo di un volto interessante.

I capelli sono oggetto di cure e attenzioni in particolare nelle donne pubbliche  (spettacolo, tv, cinema, politica) che contano sulla collaborazione di acconciatori e parrucchieri per completare un’immagine vincente.

Immagine che però, quando differisce un attimo dai canoni soliti e costanti dell’apparenza, viene irrisa, attaccata o criticata.

E’ il caso di Daria Bignardi che oltre ad essere una brava giornalista lo è altrettanto come scrittrice, avendo pubblicato diversi best seller.

Come donna, ma anche come intellettuale, ella ha voluto prendersi dunque la sua piccola rivincita.

La sua frase “mi sfottevano per i capelli” denuncia sì l’orgoglio ferito, ma soltanto per un attimo.

La sua dichiarazione pubblica è un monito per le donne: andare avanti sempre “fregandosene” del giudizio altrui che a volte, oltre che irrispettoso, può essere contaminato da canoni estetici pre-stabiliti e inutili formalismi.