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Al  Teatro Palazzo Il giornalista Gianluigi Nuzzi con “Pecunia-La Via Crucis di Papa Francesco”: rappresentati tutti i misteri del Vaticano, dalla sparizione di Emanuela Orlandi ai grattacapi dell’attuale pontefice causati da forze oscure…

gianluigi Nuzzi
di Romolo Ricapito
A teatro va di moda l’one man show di alcuni popolari giornalisti che scelgono la via itinerante per illustrare con veri e propri spettacoli  alcuni  temi di attualità,   in una sorta di abbinamento tra giornalismo e affabulazione, quest’ultima data dal piacere di condividere con il pubblico contenuti scottanti come è stato  il caso di Gianluigi Nuzzi per Pecunia-La Via Crucis di Papa Francesco, sabato 25 novembre presso il Teatro Palazzo  di Bari.

gianluigi nuzzo
Teatro Palazzo- Gianluigi Nuzzi
Questo spettacolo diciamo così “informativo,” ma che dà modo a Nuzzi di dimostrare le sue qualità di intrattenitore, già ampiamente espletate nel talk show di Rete 4 Quarto Grado, è tratto da tre fortunati best seller  del cronista milanese.
Essi sono Vaticano S.P.A., Via Crucis e Sua Santità-Le carte segrete di Benedetto XVI.
L’ultimo saggio  (2017) dal lungo titolo Peccato Originale. Conti segreti, verità nascoste, ricatti: il blocco di potere che ostacola la Rivoluzione di Francesco edito da Chiarelettere è attualmente primo nella classifica dei più venduti    di saggistica (Fonte La Lettura-Corriere  della Sera).
Uno contro tutti dunque: Gianluigi Nuzzi,  allora,  versus  le brutture, le bugie, i depistaggi attuati da “entità” nascoste all’interno del Vaticano che in passato hanno interagito finanche con la Banda della Magliana, un connubio offensivo per i credenti.
  Nuzzi si è assunto la responsabilità dei contenuti choccanti della sua narrazione orale, a metà tra giornalismo investigativo e divulgazione cronachistica.
Il lungo dialogo con gli spettatori è partito dall’elezione di papa Bergoglio alla quale, durante l’effettiva sua proclamazione, ha assistito Monsignor Jessica. Ma chi è questo prelato dal nome così strambo?
Il nickname  citato da Nuzzi indica Francesco Camaldo , del quale si parla specificamente in Via Crucis.
E’ il decano dei cerimonieri pontifici dal 1984″ dice il giornalista  “ed ha una doppia vita, perché di notte si fa chiamare Jessica”.
Il tutto viene illustrato con la proiezione sul grande schermo di articoli di giornale e  per Camaldo viene reso visibile un pezzo tratto da Dagospia.
La voce di Gianluigi Nuzzi è ben scandita, chiara  e con una buona dizione . E così un’arma efficace per illuminare il pubblico sui tanti aspetti delle sue denunce.
A proposito della Banda della Magliana, si è ovviamente fatto riferimento alla sepoltura del criminale Renatino De Pedis all’interno della Basilica di Sant’Apollinaire a Roma. La scelta fu voluta da Ugo Poletti, cardinale e vicario del Papa Paolo VI e quindi Giovanni Paolo II.
Ma la parte forse più interessante dello spettacolo è stata quella che riguarda il mistero sulla sorte di Emanuela Orlandi.
Nuzzi ha parlato di omicidio, ovvero Emanuela non sarebbe più in vita.
“Avevo 14 anni quando ascoltavo i sette accorati e ripetuti appelli dell’allora  Pontefice in tv per il rilascio della ragazza” ha detto Nuzzi .
Egli  condanna lo sciacallaggio ordito da diverse forze oscure sulla vicenda, in primis quello di Ali Agca che dichiarava la Orlandi “rinchiusa in un ospedale psichiatrico turco” (ad esempio) .
“Sul caso di Emanuela furono diffuse balle clamorose alle quali noi giornalisti siamo andati dietro”.
Dopo questo   mea culpa Gianluigi  Nuzzi fa ascoltare una sezione di un nastro molto speciale nel quale una ragazza che pare Emanuela si lamenta e soffre. L’originale fu  fatto ritrovare da ignoti 25 giorni dopo il rapimento e  durava 32 minuti.
Gli inquirenti all’epoca,  archiviarono il tutto sostenendo che trattavasi di un nastro tratto da un film pornografico,  ma Gianluigi Nuzzi confuta questa tesi e denuncia che recentemente sono stati messi in atto ben sei nuovi tentativi di depistaggio  proprio sul caso Orlandi.
La chiarezza dell’esposizione, la pacatezza ma anche il coinvolgimento emotivo di G. Nuzzi creano un buon rapporto col pubblico che ascolta silenzioso e attento.
La fame di verità si fa sentire anche perché per il cronista televisivo  “le menzogne del passato creano un ponte con quelle del presente” al fine di “condizionare anche i fatti più attuali di un Vaticano” nel quale sono presenti personalità negative che cercano di contrastare l’operato del papa di turno, soprattutto allorquando egli tenta di fare pulizia e sconfessare le storture che si annidano in un sistema da lungo tempo corrotto, anche nei rapporti delle banche vaticane, che avrebbero riciclato in passato fiumi di denaro “sporco”.
Roberto Calvi si suicidò? Ovviamente il ritrovamento sotto il ponte dei Frati Neri a Londra fu una messinscena.
Papa Francesco ha “rimosso” Jessica? L’interessato in realtà  in un’intervista su internet nega, ma Nuzzi va avanti ritornando al caso Orlandi e citando il film di Faenza La Verità sta in cielo, appena trasmesso su Rai Tre.
L’esempio di questa forma di  teatro-verità   fa pulizia di tanto altro  teatro falso e pleonastico che affolla un po’ tutta la nostra penisola volendo  sensibilizzare il pubblico sulla realtà degli scandali del nostro paese, che sono ben lungi dall’essere sconfitti,  anche perché legittimati (spesso)   dalla politica.
Si torna a parlare della misteriosa morte del Papa Albino Luciani.
 Ma non fu fatta  mai un’autopsia. Certamente però apprendere il  marcio all’interno della Città del Vaticano, quello  relativo a   situazioni top secret ,  costò  la vita a Giovanni Paolo I.
Tra i fatti più recenti, Nuzzi racconta l’avvicinamento di Paolo Gabriele, maggiordomo di Benedetto XVI nell’autunno 2011. Gabriele gli consegnò fotocopie di documenti importanti, riservati e alquanto  scottanti.
Entrato in rotta di collisione con il cardinal Bertone, Benedetto  scelse la via del segreto di Stato .
Un passo indietro nel tempo, ancora, sull’arcivescovo statunitense Paul Marcinkus: egli  era il figlio di un autista del boss Al Capone.
Acquistava molto oro e diede vita alla fondazione intitolata al cardinale Spellman, dopo però che costui morì nel 1967.
All’interno di questa fondazione benefica avevano potere di firma Donato De Bonis e Giulio Andreotti.
Ma secondo Nuzzi molte associazioni cosiddette benefiche venivano create allo scopo di  proteggere i soldi di altre persone, altolocate e insospettabili .
Tra gli argomenti più scottanti del presente, il giornalista  ha attestato l’esistenza di una lobby gay in Vaticano mentre la notizia recentemente  data dai tg  nazionali circa la messa al bando della vendita di sigarette all’interno delle mura  vaticane ad opera di papa Francesco è una decisione già emessa nel 2013.
Perché darle importanza soltanto adesso?
E ancora: il banchiere Gotti Tedeschi incaricato di ristrutturare lo Ior dopo le storture del  secolo passato fu “attenzionato” da oscure personalità interne al Vaticano allo scopo di screditarlo e  facendolo in particolare seguire da psichiatri che  eseguivano  delle diagnosi di patologie mentali “a distanza”.
La materia è tanta, molto vasta e i nomi, le situazioni,gli scandali citati e denunciati pressoché infiniti.
E’ chiaro però: per mettere in ordine il tutto occorrerà leggere i saggi di Gianluigi Nuzzi, che sono stati molto acquistati all’uscita dello spettacolo, autografati personalmente dal protagonista della serata il quale  ha lodato il Teatro Palazzo per la coraggiosa scelta d’impegno civile e culturale nel volere ospitare un contenuto  per molti versi “scomodo”, ma che il cronista di Quarto Grado si assume l’impegno civile di portare in giro con caparbietà.

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