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Sistema Sanitario così uguale così diverso.

di Mauro Chirizzi
Il nostro sistema sanitario è considerato tra i migliori al mondo in ragione della grande tradizione e soprattutto per la eccellenza dei luminari della medicina che si sono sempre distinti nella ricerca medica.
Alle eccellenze mediche vi sono come contrappeso vicende di malasanità che offendono la coscienza umana; prima di ogni cosa la burocrazia come regola e centro per il riconoscimento dello status di invalidità a seguito di patologia.
In un paese di falsi invalidi ci troviamo di fronte al riconoscimento della vera invalidità che fa rabbrividire! Un uomo ad esempio di Taranto, la cui probabilità di essere colpito da una patologia tumorale segue le medesime regole burocratiche di un cittadino di Capri; ed ancora qualora sfortunatamente venisse a trovarsi in uno stato di malattia così grave e debilitante, tale condizione con conseguente gratuità di cura non interviene se non dopo una serie di visite della commissione medica provinciale che ne attesta tale malattia, ma nel frattempo il cittadino deve affrontare la malattia come suo e solo suo problema, pagando le cure e medicine ed affrontando esami costosissimi.
La medicina italiana oggettivamente è divisa in due realtà, una subordinata all’altra, quella meridionale e quella settentrionale. La qualità della ospedalizzazione nel meridione è infatti  qualitativamente molto inferiore rispetto a quella del Nord con la conseguente ancora frequente pratica della trasferta medica e dei viaggi della speranza.
Il subordine meridionale si dimostra nel frequente  fenomeno delle prime prognosi (specie se trattasi di patologie tumorali) ricevute negli ospedali considerate come campanello di allarme per un trasferimento in strutture specializzate quasi tutte nel nord. Tali vicende danno come conseguenza una perdita di tempo nell’uso del protocollo di cura rispetto alla patologia con esito talvolta di aggravare fino all’estrema conseguenza per il paziente.
Ma se veramente così diverso il sistema sanitario si uniforma nella logica della ospedalizzazione che dal NORD al SUD risulta essere la regola di cura per ogni e qualsivoglia patologia altrimenti non curabile nelle proprie abitazioni; ma vediamo cosa significhi per un uomo la ospedalizzazione.
Essere ricoverato in ospedale significa la perdita per le proprie abitudini con una promiscuità forzata in un ambito di coopatogenia che si informa al principio del mal comune mezzo gaudio ma che nel concreto appesantisce lo stato di patologia proprio perché il paziente riceve le cure da personale abituato  e spersonalizzato rispetto alle malattie stesse; una sorta di abitudine che indurisce i cuori e rende i pazienti tutti uguali rispetto alle cure che tutti noi in stato di malattia ci aspettiamo come speciali!
Oggi ritengo la ospedalizzazione cronica come un fatto che offende l’uomo specie se si considera che moltissime patologie possono essere curate anche in strutture extra ospedaliere .
Certamente non affermo che gli ospedali siano inutili, ma ritengo che il sistema sanitario degli Ospedali multinazionali vada cambiato! La politica italiana ha sterzato per la chiusura dei piccoli ospedali rispetto alla concentrazione in grandi strutture ospedaliere che servono più centri abitati; ciò ha creato la stortura dei punti nascita lontani dalla propria terra (vedasi tutti i neonati che da paesi lontani decine e decine di km vengono concepiti nella struttura del multizonale di riferimento) Famiglie residenti in diversi comuni comunque rientranti nell’area di competenza della struttura ospedaliera multizonale si trovano sul certificato di nascita del proprio figlio non già il proprio paese ma la città del multizonale. COSI’ COME LA NASCITA ANCHE LA MORTE SEGUE LA STESSA STRADA  e questo su tutto il territorio nazionale .
Si afferma in questo modo  il principio di un sistema sanitario cosi’ diverso ma così uguale.
26/11/2017

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