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VECCHIAIA: Arrivano le  Long Term Care per garantirsi benessere con una polizza. Scegliere assegni mensili o versamenti

di Clelia Conte

Quando agli  degli anziani servono dei sostegni materiali c’è un modo per garantirsi badanti e rendite. Oggi la vita si è allungata di parecchio ma i malanni ci sono e l‘atosufficenza spesso viene a mancare o è limitata. Questo rischio di longevità, a volte ci trova impreparati a spese di badanti o case di riposo e assistenze mediche. Subentrano malattie ad esempio come l’’Alzheimer o il Parkinson che coinvolge alcune funzioni quali il controllo dei movimenti e dell’equilibrio. I familiari dei malati, hanno grossi problemi sia sul piano dell’assistenza socio-sanitaria che su quello della sostenibilità economica. Il Censis dice che sono oltre 3 milioni i non autosufficienti in Italia e che 561 mila di

famiglie hanno utilizzato tutti i loro risparmi per far fronte a questo problema.
Secondo i dati raccolti recentemente dall’Osservatorio di Reale Mutua, dedicato al welfare, un italiano su due teme
di non riuscire a sostenere i costi nel caso di non autosufficienza.I giovani che non lavorano, spesso dipendono dalla pensione dei genitori e di conseguenza stanno facendo crescere la domanda di per l’emergenza vecchiaia.
Il problema spinge così le compagnie specializzate e società assicurative a occuparsi della risoluzione di esso attraverso mezzi concreti. Queste compagnie propongono prodotti che combinano esigenze di risparmio, anche per periodi fino a 40 anni, con tutela in caso di non autosufficienza tra le quali emergono le polizze Long Term Care,
strumenti molto utilizzati all’estero che intervengono quando l’assicurato perde la capacità di fare alcune cose essenziali come camminare,vestirsi, mangiare,alzarsi ecc… Il cliente della polizza avrà così diritto a un
assegno annuo oppure alla prestazione di assistenza. Bene sarebbe però leggersi le clausole prima di firmare il contratto.
 Le polizze Long Term Care hanno due tipi di copertura: una ad accumulazione e l’altra è a
ripartizione. Il primo caso permette di accumulare un piccolo capitale nel corso degli anni. Se poi si verifica l’evento sfavorevole, la compagnia attingerà da questo gruzzoletto per pagare un capitale
una tantum, oppure una somma prefissata per tutto il periodo nel quale si verifica la condizione di
non autosufficienza (anche per tutto il resto della vita). Questo assegno coprirà parte delle spese da affrontare ed è altrettanto ovvio che la rendita sarà in funzione di quanto si è versato negli anni.
 La compagnia di assicurazione cerca di costruire un’indennità fra i 500 e i 3000 euro al mese, somma che può essere utilizzata per pagare parte della retta della casa di riposo oppure per pagare la badante. Questa formula conviene a chi è più giovane e ha più tempo per costruire il capitale perché, se si è già anziani non converrebbe più in quanto salirebbe di molto la retta dei premi.

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