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Una Donna Fantastica: una storia bellissima nella sua apparente semplicità che attrae per la novità e l’autentica qualità

di Romolo Ricapito
Straordinario esempio di drammaturgia moderna il film “Una Donna Fantastica” (Cile-Germania) diretto da Sebastian Lelio che è anche autore della sceneggiatura (con Gonzalo Maza).

Il film è stato selezionato dal Cile per gareggiare ai Premi Oscar quale miglior pellicola straniera.
E si parla di una nomination per l’attrice principale, Daniela Vega.
La Vega è un’attrice transgender, anche cantante, infatti ha il ruolo di una cameriera che arrotonda i suoi proventi esibendosi in un night club, ma studia privatamente canto lirico.
La trama è semplice, senza fronzoli e si avvantaggia di una sceneggiatura scarna, schietta, efficace e  particolarmente raffinata, perché elimina quelli che potrebbero essere i canoni classici nel trattare certi temi apparentemente trasgressivi, ma che attengono ormai alla quotidianità. Ovvero la transessualità di Marina  (il carattere principale) è vista come una manifestazione di una personalità sobria e volitiva; inoltre l’onestà del personaggio si batte contro le storture di una civiltà apparentemente progredita (siamo a Santiago del Cile) ma dove regna il familismo ipocrita della facciata esteriore.
 "Una Donna Fantastica"
Daniela Vega-  “Una Donna Fantastica”

L’amore che Marina Vega intrattiene con il cinquantasettenne  industriale tessile Orlando, interpretato da Francisco Reyes è descritto come una passione pura che unisce l’anima alla carnalità.

Questa normalità, diciamo, si scontra con l’imprevisto di un incidente: colto da un  aneurisma dopo una notte di passione, l’uomo cade per le scale dell’appartamento che costituisce il suo nido d’amore e della sua nuova fiamma (Orlando ha  comunque una ex moglie e due figli) .
Questa caduta, che non è di per sé fatale, causa equivoci e sospetti sulla sua compagna “transessuale” dopo che Orlando muore per le conseguenze dell’aneurisma.
Da qui sorgono delle situazioni abbastanza prevedibili, sia a livello burocratico che di relazione coi congiunti del morto, i quali in una forma di ipocrisia dissociante e falsa tendono a ricreare una famiglia di facciata , cioè ormai  inesistente.
E quindi l’ex moglie dietro la fredda gentilezza nei confronti della “rivale” (o meglio, di quella che lei considera tale) si dimostra meschina e tagliente, sfruttando l’alibi razzista della transessualità di Daniel (che è il nome maschile di Marina).
All’interno delle stessa famiglia però la trans trova comprensione nell’anziano fratello nell’uomo.
Ecco dunque varie sfaccettature di una realtà che il regista pone di fronte agli spettatori.
Non si tratta nemmeno di un film sui transessuali, o sulla transessualità.
Ci troviamo di fronte invece alla descrizione di una situazione drammatica che vuole esplorare la psicologia di vari personaggi che sono davanti   un lutto improvviso, preceduto da scelte che l’estinto ha compiuto in piena libertà e onestà.
La sceneggiatura non lascia mai da sola la sua protagonista, la Vega, ma sono ottimi caratteristi anche gli altri attori, dal coprotagonista  Reyes a Luis Gnecco, nel ruolo di Gabo, il  maturo fratello di Orlando.
Testimone muta della storia è una cagna di pastore tedesco mentre la selezione delle scene è portata avanti, come accennato, senza inutili abbellimenti o vezzi propri di certo cinema hollywoodiano.
E neppure per l’argomento si può paragonare Una Donna Fantastica ad Almodovar perché nel caso del regista spagnolo le trame e le sceneggiature sono più enfatizzate e rese da un lato più poetiche, ma dall’altro più attinenti alla fiction che alla realtà.
Invece l’opera in questione proprio per il rifiuto dell’elaborazione all’interno, risultando comunque raffinata nella sua sobrietà stilistica, raggiunge alte vette artistiche e dunque la scelta di mandarla agli Oscar da parte del Cile è geniale, mentre Daniela Vega potrebbe concorrere  allo stesso premio  come migliore protagonista, secondo gli esperti del settore. Vincendo la statuetta sarebbe la prima attrice transgender a guadagnare l’ambito riconoscimento.

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