Dove Cadono le Ombre: dopo Venezia, applausi anche nelle sale italiane Cinema 14 Settembre 2017 di Romolo Ricapito Dove Cadono le Ombre presentato alla Mostra del Cinema di Venezia è un dramma psicologico le cui scritte finali (di spiegazioni) fanno assumere al narrato la valenza di una denuncia, quella riguardo una sorta di pulizia etnica non legale, ma legalizzata dalle autorità svizzere per causare il ridimensionamento di una etnia specifica, dedita al nomadismo. Nella casa di cura per anziani elvetica si mette in evidenza con abbondanti primi piani la realtà di Anna (Federica Rosellini) col ruolo di responsabile, infermiera e factotum della struttura. La giovane donna, fredda e ieratica, rimane turbata dall’arrivo della vecchia signora Gertrud, impersonata da Elena Cotta. In effetti le due hanno un ampio vissuto in comune. L’indifesa Gertrud nasconde un passato terribile e pronuncia alcune empietà con aria convinta. La donna infatti anziché mostrare vergogna o pudore per alcune sue malefatte, se ne compiace. Nonostante la rigidità delle due, l ‘odio reciproco ha formato un legame indissolubile, fatto di esperienze “al limite” e devianti che però solo tra loro possono condividere e rivivere, commentandole e addirittura ripetendole. Vedi le scene ambientate nel grande bagno vittoriano che ospita delle vasche per le abluzioni. E’ certo che Gertrud è una scorza dura, ma altrettanto lo è Anna. Entrambe poi hanno un legame con Hans, un giovane disabile mentale coetaneo di Anna. Gertrud lo disprezza, Anna ne è la dominatrice, o quasi un’amante, anche se platonica: ne apprezza la devozione sconfinata. Il duello “mentale” tra le due protagoniste è affascinante, perché porta a scoprire tante cose segrete e sgradite, ma anche un passato che, seppure scomodo, giustifica le attuali vite delle donne e quindi le tiene vive. Inoltre, una certa dolcezza “segreta” di Gertrud potrebbe essere la “soluzione” per risolvere enigmi irrisolti o dubbi pregiudiziali della più giovane. Elena Cotta da veterana della recitazione dà il meglio di sé in una prova commovente, tra l’asciutto e l’ironico. E’ perfetta sulla sedia a rotelle vestita con capi invernali mentre nel bosco “dirige”la più giovane nel risolvere il mistero che attanaglia quest’ultima, ovvero quello di una compagna di giochi del passato, misteriosamente scomparsa. Il confronto con una nuova “arrivata” ( quasi nel finale) legata a Gertrud, è straordinario. Ma è pregnante anche la figura di secondo piano di Hans. Una virilità delicata eppure presente, nel volere riconquistare, almeno con il suo affetto, appunto quell’affettività e sessualità che gli è stata negata, tramite una pratica di sterilizzazione di stampo post nazista. E’ certo che Dove cadono le Ombre non è un film per tutti, ma non perché sia incomprensibile, tutt’altro. Esso non soggiace agli input del cinema attuale ma è comunque un apripista e un illustre rappresentante del cinema di qualità che dovrebbe essere apprezzato anche fuori dalle mostre. Valentina Pedicini, pugliese, dirige un’opera ricercata e raffinata utilizzando un cast assolutamente non scontato e dunque ancora più pregevole, che oltre a Elena Cotta e Federica Rosellini utilizza i nuovi volti di Josafat Vagni e Lucrezia Guidone. La Pedicini ha sceneggiato il tutto con Francesca Manier.