Che “Tenerezza” : il film di Gianni Amelio è l’unico italiano che incassa Cinema Cultura 8 Maggio 201715 Novembre 2019 di Romolo Ricapito Renato Carpentieri La Tenerezza è un cupo dramma diretto da Gianni Amelio che però, grazie all’ambientazione “solare” di Napoli e dei suoi abitanti (e soprattutto del personaggio principale, un anziano avvocato interpretato da Renato Carpentieri) assume i contorni di un film “filosofico”, laddove appunto il tutto viene stemperato dalla pazienza e dal senso di sopportazione a tutto tondo dell’animo partenopeo. Gli “infelici” sono una famiglia costituita da una “Lei” laziale (ostiense) e da un “Lui” ingegnere del Nord Italia, interpretati rispettivamente da Micaela Ramazzotti ed Elio Germano. La Ramazzotti, nei panni di una casalinga indecisa sul suo futuro e chiacchierona, è confinata nel solito ruolo di romanella, ma lo interpreta bene. Abbastanza fuori parte Elio Germano, con la sua parlata forzata da settentrionale e comunque l’attore romano esce a metà film dalla trama. Quello che funziona è un’eleganza contenuta e soprattutto l’interpretazione di Renato Carpentieri, confinato nel cartellone immeritatamente all’ultimo posto, addirittura dopo Greta Scacchi, che interpreta una parte minore nel ruolo della madre di Germano. Poi c’è una riuscita partecipazione di Maria Nazionale nei panni dell’ex amante dell’avvocato. La Napoli rappresentata nel film non è fatta di luoghi comuni. E’ una città estesa, nelle piazze e negli appartamenti d’inizio secolo (scorso). La compostezza, il senso di sopportazione, l’ironia e l’alternarsi di stati d’animo appartengono tutti al vecchio avvocato Lorenzo, interpretato appunto da Carpentieri. Il personaggio che “sostiene” gli eccessi e le intemperanze di Lorenzo è la figlia Giovanna Mezzogiorno che è un’interprete di lingue arabe presso il tribunale. L’altro figlio ha un ruolo più defilato. Come opera ricca di pathos, di ruoli e contenuti “La Tenerezza” è riuscita, anche perché propone situazione drammatiche in crescita che normalmente il pubblico rifiuta al botteghino, ma che sono necessarie al dispiegamento del racconto. La Tenerezza- di Gianni-Amelio- Micaela Ramazzotti ed Elio Germano Le storture riguardano qualche lungaggine e il personaggio di un vecchio fidanzato della Mezzogiorno, proposto da Giuseppe Zeno e completamente inutile nel già sufficientemente ricco contesto. L’opera, presentata in anteprima al Bifest è tratta da un romanzo recente, La Tentazione di essere felici, di Lorenzo Marone, passato inosservato. La pellicola infine è, con dati riferbili a sabato 6 maggio, l’unica italiana nella classifica dei dieci più visti per un totale di 1,6 milioni di euro. Un successo meritato, che forse farà riflettere i nostri produttori. Le commedie italiane “che fanno ridere” invece fanno solo pena e hanno stufato il pubblico che preferisce scegliere film americani o addirittura francesi (Famiglia all’improvviso) dominanti negli incassi ; essi hanno scacciato infine dalle sale lo strapotere della risata a tutti i costi, che si è rivelata indigesta oltre che di scarsa qualità.