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Le donne e il  desiderio: film polacco che è quasi un capolavoro e sconvolge per l’incredibile erotismo di alcune scene

 

di Romolo Ricapito

Le Donne e il Desiderio è un film polacco uscito in Italia il 27 aprile che si distingue per molte ragioni, principalmente per la sua originalità e bizzarria

Tomasz Wasilewski

La pellicola diretta da Tomas Wasilewski indaga la vita e il privato di alcune donne durante i primi anni Novanta.

Esse si palesano nei loro  problemi  e tematiche, poi una ad una vengono eclissate  lasciando il posto alla nuova arrivata.
Tali donne vivono situazioni private drammatiche, ma sempre con una certa flemma al confine con il masochismo.
Non sorridono mai : la scelta artistica dello sceneggiatore è evidente.
Si vuole descrivere un paese grigio, comunista, nel quale però pare funzionino, almeno a certi livelli, le istituzioni e le palestre, o le piscine raffigurate in alcune sequenze.
Il personaggio forse più riuscito è quello di una direttrice scolastica innamorata persa di un medico, da poco vedovo.
I due sono stati amanti per sei anni, ma nell’uomo sono evidenti i sensi di colpa mentre lei spera di avere ormai campo libero.
Trattasi di una donna che seppellisce la dignità per inseguire il suo sogno d’amore.
Dirigente scolastica  appunto inappuntabile, ma fredda come un iceberg, Iza è la personificazione della  femminilità invasa e dominata da un amore folle, al quale sacrifica la propria integrità.
Va detto che il film si caratterizza per numerose scene erotiche, alcune scandalose nella loro sfacciataggine, proprio perché inaspettata.
E se Iza si gode un amplesso con uno  sconosciuto nei bagni di una stazione di servizio (il giovane si rivela un ex studente, da lei bocciato). Agata, sposata con un operaio e con una sola figlia adolescente, è invaghita di un fascinoso e giovane prete cattolico.
Gli amplessi col marito vengono descritti e fotografati con abbondanza di particolari.
Agata  da un lato usa il coniuge a letto, dall’altro gli manifesta la propria insofferenza trovandogli dei difetti fisici (superabili).  Infine, non potendo soddisfarsi altrimenti, lo sovrasta nel rapporto sessuale, anche fisicamente.
La fotografia è fredda e slavata mentre il film risulta imprevedibile mostrando all’improvviso situazioni inaspettate e pazze, che però lucidamente descrivono una realtà  a metà tra crudezza  e rassegnazione.
I corpi deformi di alcune donne nello spogliatoio, dalla cicciona “freak” all’anziana magra, insieme  a mille altri particolari eccentrici la fanno da padroni.
Questa eccentricità pare messa in scena apposta  per contrastare il grigiore di un paese freddo e convenzionale.
Ma l’acme dell’assurdo e del grottesco lo si raggiunge con Renata, insegnante di letteratura ormai pensionabile e che viene pensionata rudemente dalla fredda direttrice Iza.
La donna  divide l’appartamento con tanti uccelli colorati che vivono e volano indisturbati  liberamente in cucina e ovunque, quindi diventa all’improvviso una sorta di voyeur di una vicina.
Vicina, quest’ultima, con velleità  artistiche nello spettacolo e carina il giusto per aspirarvi.
La giovane è una fan di Whitney Houston nel pieno del successo e della quale tiene appeso un poster in camera.
L’eccentricità di Renata si fa strada sempre più, ma l’epifania della situazione si raggiunge quando  Marzena (la giovane vicina) viene posseduta da un uomo, una sorta di  sedicente talent scout, mentre è addormentata (ubriaca o drogata) .
I due sono protagonisti di una delle più sconvolgenti scene erotiche degli ultimi dieci anni al cinema che si completa con un colpo di scena. Scena erotica, va detto, davvero realistica oltre che lunghissima.  Gli  sceneggiatori non si fanno problemi a mostrare finanche lo sperma dell’energumeno.
Si potrebbe dire che il film è un capolavoro e non a caso ha ricevuto l’Orso d’argento al Festival di Berlino per la sceneggiatura.
Ciò che frena, o rovina, l’assegnazione di un Oscar “virtuale” all’opera  è appunto la troppa eccentricità, pazzia e stranezza di fondo che nell’ultima parte è davvero fuori di testa e fuori controllo.
Tra le attrici, Maddalena  Cielecka, molto attiva in patria e Dorotha Kolak. Trattasi però di artiste   completamente sconosciute in Europa, ma note soltanto in patria.

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