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Magia prenatalizia al Nuovo Teatro Abeliano con il Collegium Musicum, Il Giornalino di Gian Burrasca e Milena Vukotic

 

di Romolo Ricapito 

Presso il Teatro Nuovo Abeliano di Bari si è tenuto il 20 dicembre (per la serie “I Concerti del Collegium Musicum,” diretto da Rino Marrone) lo spettacolo Vamba  (Luigi Bertelli) / Gian Burrasca

 Milena Vukotic, alla destra di Giamburrasca (Rita Pavone), inerpretava la sorella
Milena Vukotic, alla destra di Giamburrasca (Rita Pavone), inerpretava la sorella

/ Nino Rota, celebrante tre eccellenze.

Che sarebbero appunto l’autore per ragazzi Vamba (1858-1920) , il maestro Nino Rota (1911-1979)   e il Giornalino di Gian Burrasca (1912 la pubblicazione in volume), che costituisce un’eccellenza per conto proprio, essendo il libro per ragazzi più venduto dopo Le Avventure di Pinocchio. L’attrazione principale dello spettacolo, va detto, che chiameremo “Il Giornalino di Gian Burrasca” per brevità ( e come è stato anche  definito dalle pagine di  Repubblica Bari) è stata l’attrice Milena Vukotic , della quale il pubblico ha letto l’ampio curriculum all’interno del libretto distribuito prima del concerto-evento.
La Vukotic , che viene spesso a Bari  per scopi artistici (anche in occasione dell’ultimo Bifest) si è presentata in scena con uno splendido abito di raso rosso, molto natalizio; “sormontato” da un leggero cardigan marrone, portato molto aperto e a mezze maniche.
Al vestito l’attrice ha abbinato una collana dalle enormi sfere rosse, unitamente a una decorazione nera, in basso, appena sotto la collana .
Le scarpe, anch’esse rosse, erano a tacco alto, décolleté e con fibbia. In scena con lei 11 musicisti (uomini) e quattro violiniste.
Anche le violiniste hanno adottato il nero, come i colleghi, a testimonianza del loro rigore; colore ingentilito dalle chiome lunghe  e dalla variante di maglie chi decorata e smanicata, ma principalmente con le braccia coperte da un tessuto di velo scuro  trasparente.
Quindi il coro di voci bianche “Vox Juvenes” e “San Sabino” diretto dalla “maestra” del coro Emanuela Aymone.
La Aymone, nascosta dietro il telone nero dello sfondo, a sinistra, dirigeva i giovani cantanti. La sua presenza non era visibile a tutti,  ma essendo vestita anch’ella   di  nero, la sua magica mano appariva quasi fluttuante, come un elemento a se stante.
Di contro i suoi allievi  erano  schierati sullo sfondo, in due file da dodici, ambosessi.
Le orchestrazioni infine erano di Nicola Scardicchio.
Milena Vukotic  ha iniziato leggendo i passi iniziali del libro di Vamba, riguardante il regalo del diario ( il “giornalino“) da parte  dei genitori al protagonista, Giannino Stoppani. La vicenda ha luogo a Firenze nei primi anni del Novecento.
Essa si basa sulle birichinate del ragazzo. Va detto che le sue gesta, rilette da Vukotic , hanno dimostrato che il loro conseguente  divertimento è rimasto inalterato, eppure è passato  più di un  secolo dalla prima pubblicazione (a puntate, su un periodico, poi raccolta in volume).
La voce ironica, nitida e curiosa di Milena Vukotic  fa da “contralto”  alle  avventure  narrate da Vamba e rende  l’ascolto gradevole.

Più avanti, (intervallata  dalle canzoni di Nino Rota, scritte per lo  sceneggiato televisivo,  la cui

Lina Wertmuller
Lina Wertmuller

“paroliera” fu  la celebre regista Lina Wertmuller, che diresse appunto la serie   interpretata magistralmente da Rita Pavone) l’interpretazione della Vukotic  diventa a tratti drammatica, raccontando le “sofferenze” di Gian Burrasca.

Il giovane è una sorta di  Julian Assange “ante litteram ” pronto a sbugiardare le falsità di una società dell’apparenza, altoborghese e supina alle regole del potere, che è costituito principalmente  dal denaro.
In definitiva lo Stoppani si batte contro l’ipocrisia delle convenienze, ma lo fa a volte in modo delatorio e spiazzante, diventando una vera e propria pietra dello  scandalo.
Tra le canzoni eseguite merita ovviamente il posto d’onore Viva la Pappa col Pomodoro, quindi  sicuramente   Sei la mia mamma, che era anche una delle preferite dall’autore.
Il bis si è avuto, nel finale, con La Befana di Piazza Navona, perché il brano fosse beneaugurante per le feste natalizie imminenti.
In un passo letto da Vukotic  Giannino è felice per i doni della Befana, fatto in controtendenza con l’opinione diffusa che la Befana spadroneggiasse più nel sud Italia anzichè  al nord,   dove i regali li porterebbe  soltanto Babbo Natale, oppure Gesù Bambino.
Le birichinate, o carognate di Gian Burrasca diventano a mano a mano esagerate,  scadendo nel sadismo, come quando dipinge di rosso il cane dell’anziana zia Bettina o peggio,  allorché con una pistola giocattolo, determina la perdita di un occhio per lo sfortunato avvocato Maralli, suo futuro  cognato.
Perciò viene spedito in collegio.
L’orchestra, al di là dell’accompagnamento alle canzoni, ha commentato con un”valzer” una festa in casa Stoppani,  mentre un’atmosfera più tetra ha sottolineato  la seduta spiritica celebrata per rievocare lo spirito di Pierpaolo Pierpaoli, il fondatore del collegio “Pierpaoli”, ad opera della direttrice, nipote dello  scomparso, in compagnia del marito e del  cuoco.
Il collegio anziché rieducare è rappresentativo delle nequizie commesse dalla coppia che lo dirige.
Lo  Stoppani diventa una sorta di rivoluzionario, come è definito  nel brano la Pappa col Pomodoro, scoprendo che la direzione serve in tavola una volta a settimana un’orrenda minestra  fatta con la risciacquatura dei piatti e che include gli avanzi delle pietanze servite per pranzo e cena agli alunni precedentemente .
In collegio dunque Giannino scopre il cameratismo, l’amicizia. Solo in casa con le  tre sorelle maggiori, tutte in età da marito, aveva dato il peggio di sé . Ma il finale è comunque malinconico, rispettando il libro originale. “Addio giornalino” è la canzone che conclude lo spettacolo.
Non viene detto, ma il diario di Stoppani viene sequestrato dal tribunale, a testimonianza di una causa politica intentata contro Maralli,  parente acquisito di Gian Burrasca, screditato ingenuamente dal ragazzo, nell’intento di far bene.
La testimonianza “muta” del Giornalino  segna la fine della carriera politica del socialista  Maralli e la conclusione, anche se amara,del diario.
La più omaggiata (con uno splendido bouquet di fiori rossi) è stata ovviamente Milena Vukotic, che ha concesso a sua volta un bis con una nuova lettura tratta sempre da Vamba.

Da segnalare, il   fischio di accompagnamento di un trombonista, il quale  ha voluto   far risaltare in modo trasgressivo il brano che segna la rivolta dei collegiali contro il potere precostituito.

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