Teatro Forma: Il Sindaco Pescatore riscuote un grande successo. Mattatore l’attore (di origini baresi) Ettore Bassi Cultura Teatro 28 Novembre 201628 Novembre 2016 di Romolo Ricapito E’ andato in scena domenica 27 novembre al Teatro Forma di Bari in un doppio spettacolo (pomeridiano e serale) per la regia di Enrico Maria Lamanna, “Il Sindaco Pescatore” interpretato da Ettore Bassi. Bassi impersona la figura di Angelo Vassallo (1953-2010), sindaco del comune di Pollica (1953- 2010) in provincia di Salerno che si scontrò contro i “poteri forti” e dunque fu vittima di un attentato che pose fine al suo mandato. Nella pièce, che è un lungo monologo, si ipotizza che Vassallo tenti di convincere il suo attentatore a non sparare. Questo dovrebbe realizzarsi in un secondo, frazione di tempo che viene suddivisa in millesimi, durante i quali il primo cittadino avrebbe la possibilità di raccontare tutta la sua vita, dall’infanzia al momento fatale. L’espediente narrativo risulta efficace, perché in un linguaggio semplice, ma volutamente, il personaggio impersonato da Ettore Bassi tocca le corde emotive del pubblico, ricollegandosi certamente a una realtà ancora recente, ma che diventa recentissima per la straordinaria attualità ( più che mai!) dei temi affrontati. Angelo Vassallo non aveva una formazione politica e proveniva dalla società civile, quella che non ha bisogno di sfruttare le cariche per arricchirsi o approfittare di esse . Benestante, abbandona la facoltà di giurisprudenza dopo due anni. Dopo la sua elezione, che verrà riconfermata, rivendica la sua onestà. E’ un uomo del fare e si scontra con una cultura ancora “borbonica”, tipica del sud, che sfrutta lo status quo per battere la fiacca negli uffici pubblici, rovinare il territorio con l’inquinamento e con costruzioni abusive. Il racconto è suggestivo ed evita la retorica. Il protagonista si muove da una parte all’altra della scena, costituita dallo scranno da primo cittadino decorato col tricolore, ma anche da grandi reti da pesca sullo sfondo , uno sgabello e infine una minuscola sedia. Il pubblico in scena è costituito dai giovani allievi della scuola di recitazione del Teatro Forma, che Ettore Bassi ha salutato alla fine e ha preparato in poco tempo prima della messa in scena . Essi interagiscono con l’attore quando necessario, per portargli oggetti o come personificazioni momentanee di comparse. Il rischio di questo tipo di spettacoli, ovvero monologhi, soliloqui e one man show è quello di annoiare lo spettatore, ma non in questo caso. Grazie alla sobrietà dell’allestimento, alla capacità del primo attore e a una regia solida, ma nello stesso tempo determinata e più che raffinata, la pièce regge, anche perché essa separa i momenti della vita di Angelo Vassallo in una sorta di piccoli quadri nei quali lo spettatore può identificarsi, soprattutto quando la figura del sindaco si batte per i bisogni reali della gente, la lotta alla burocrazia e la salvaguardia dell’ecologia. Trattasi di un sindaco riformatore, ma anche anticipatore nella raccolta dei rifiuti, che prevedono la differenziazione di cicche e mozziconi di sigarette, ciò che le varie amministrazioni, anche in Puglia, hanno messo in atto soltanto da poco. Tale figura avveniristica non può non scontrarsi contro logiche camorriste e criminali, anche se il termine camorra nello show non è mai indicato . Ancora oggi i mandanti dell’esecuzione “mafiosa” non hanno un nome. Gli aneddoti si suddividono in memorie liriche, come quella del ricordo del padre, che sosteneva “in mare si è tutti uguali! o anche citazioni letterarie. In una sezione viene dato spazio alla rievocazione del romanzo Il Vecchio e il Mare di Hemingway, prototipo del confronto uomo-natura, supportato dallo spettacolo, che evidenzia la lotta del Sindaco Pescatore anche per la conservazione dei gigli selvatici o, ad esempio, l’approntare un depuratore che salvaguardi la protezione del mare. “Dalle cose piccole nascono le cose grandi”: la figura di Vassallo è quella dell’uomo comune che si scontra con una realtà oggettiva ; intende modificarla e migliorarla , ma alla fine non può sconfiggere le storture evidenziate dal testo perché, per farlo, occorre l’impegno congiunto di tutta la società civile. Il musicista Pino Donaggio Il singolo è destinato ad essere sconfitto, o comunque annullato. Il testo contiene una critica anche alla politica romana, allorquando qualcuno propose – tramite un’ email – l’elezione a Montecitorio di Vassallo, scrivendo a Walter Veltroni, rappresentante illustre del suo partito (Pd). Ma secondo il testo Veltroni non rispose mai alla proposta dei concittadini del Sindaco ed Ettore Bassi nel testo recitato così si pronuncia: Chi se ne importa di Walter Veltroni. Lo spettacolo è vivace e non rattrista, nonostante l’argomento serio, piuttosto la sua denuncia è una composta affermazione delle regole fondamentali della società civile . Ne esce un omaggio edificante e importante alle vittime della violenza (tutte). Quella violenza becera di chi non accetta il cambiamento sociale, ovvero il miglioramento del tenore di vita comune, per la volontà di pochi approfittatori che detengono il potere con la violenza delle armi. Gli applausi per Ettore Bassi, signore dello spettacolo, sono stati molti e sinceri. Qualche mancanza di rispetto da una minoranza del pubblico potrebbe essere considerata l’arrivare con gran ritardo (lo spettacolo dura un’ora o poco più). Le musiche, evocative e di commento, sono di Pino Donaggio mentre il tutto è tratto dal libro Dario Vassallo , fratello del protagonista, un medico che ha creato una Fondazione dedicata al congiunto. I testi sono di Edoardo Erba, che in passato ha collaborato con Claudio Bisio.