Animali Notturni: un viaggio nell’America profonda. tra violenza, sesso, eleganza e perversione Cinema 20 Novembre 2016 di Romolo Ricapito Animali Notturni scritto e diretto da Tom Ford, con Amy Adams e Jake Gyllenhaal è un thriller psicologico che attinge all’inconscio, alle storture della società americana e al senso di giustizia che sconfina nel giustizialismo. Amy Adams Trattasi anche di un film ricco di simbolismi che, a uno studio attento, ne determinano l’appartenenza a una cinematografia raffinata a metà tra David Lynch e…Fellini. Perché Fellini? Il film inizia con l’esibizione di un balletto di “ciccione“, anzi donne spaventosamente obese, che danzano nude, una di esse agitando finanche la bandiera americana. Tali femmine anomale e “mostruose” fanno parte di sculture “viventi” esposte nella galleria d’arte gestita dalla protagonista, Amy Adams ; l’attrice (nota di colore) curiosamente è nata in Italia (a Vicenza). Susan è una donna dai capelli rossi, laccata ed enigmatica, che ha abbandonato il marito scrittore, Edward, per un altro marito , altrettanto bello, ma inespressivo e damerino (oltre che infedele) interpretato da Armie Hammer ( nella realtà è il vero nipote di un petroliere). Il simbolismo della sceneggiatura riporta un quadro alla Botero appeso nello studio della gallerista, dipinto che mostra una “cicciona” con l’enorme lato b in esposizione, mentre durante una telefonata alla figlia, ormai adulta, ammiriamo il corpo visto da dietro, nudo, della ragazza, corredato dal bel deretano, questa volta affascinante: è a letto con un partner e se ne frega delle ansie della genitrice. La storia propone in una sorta di flashback i trascorsi di Susan con Edward e soprattutto il “contenuto” del romanzo che l’uomo le ha inviato. La narrazione del romanzo acquista una personificazione con la descrizione di una storia all’Arancia Meccanica che si svolge on the road: Edward, o una proiezione dello stesso, viene affrontato su una strada sperduta del Texas più rurale e profondo da tre bulli che con la loro auto buttano fuori strada quella dell’uomo, in compagnia della figlia adolescente e della moglie dai capelli rossi (altra proiezione: la rassomiglianza con la chioma della protagonista). Il personaggio di Edward esprime di fatto il volto pulito dell’America. Ma ha anche un sottofondo di ambiguità. Egli, quello rappresentato nel romanzo (forse per un soprassalto di istinto di sopravvivenza) abbandona le congiunte al loro destino, sfuggendo alla chiamata degli assalitori. L’ambiguità è anche sostenuta da un tutore dell’ordine tutto di un pezzo, condannato da un male incurabile. Egli suggerisce a Edward una “soluzione” per garantire al suo caso una punizione che sia esemplare : la giustizia americana, a volte garantista, non può incarcerare né perseguire il vero colpevole. La parola scritta su un quadro della galleria d’arte di Susan, che ha inciso a caratteri cubitali in stampatello REVENGE (vendetta) dà l’avvio a una sorta di mattanza che si risolve più che in un vero bagno di sangue in un altro salto nell’ambiguità, con un finale imprevedibile… Il personaggio di Susan risulta insopportabile: una donna viziata che fa di tutto per sembrare emancipata, ma che in realtà assomiglia all’anziana madre, presente in un’unica scena. La donna è interpretata da una bravissima Laura Linney (1964) alla quale sono affidate parti ormai da settantenne (vedi Genius, recentemente recensito da gazzettadaltacco.it ) La matriarca, repubblicana e sessista, omofoba (ha un figlio gay che rifiuta) nel non accettare il matrimonio con Edward, ritenuto “debole” perché “piangeva troppo al funerale del padre” fa una singolare predizione a Susan : “ti distacchi da me, ma sei uguale a me”. Infatti Susan ama il lusso, le sue apparenze e rifiuta il suo ex marito per una sorta di distacco dal mondo dell’uomo, fatto di concretezza e sensibilità. E’ irritante una sola cosa riferita alla sceneggiatura: la scena ripetuta di Susan che, dopo la lettura di un passo cruciale del romanzo “Animali Notturni”, lo butta all’aria all’interno della sua lussuosa suite. Ma vediamo nel dettaglio gli interpreti. Jake Gyllenhaal ha dalla sua bravura, bellezza, duttilità. L’opera di ringiovanimento del suo volto si attua semplicemente col taglio del barbone scuro . Il detective Bobby Anders è Michael Shannon, che viene dal teatro ; e qualcuno lo vorrebbe già in odore di Oscar. Il capo-delinquente è un altro bellone : Aaron Taylor -Johnson, 26 anni, inglese,nel ruolo di Ray Marcus. A Johnson è affidata anche la rottura di un tabù: viene mostrato mentre, seduto su un water -closet all’aperto, si pulisce il sedere con carta igienica, che viene esibita sporca di sterco , in un iperrealismo da fare inorridire la platea. Certamente sul film pioveranno- ma già piovono- accuse riguardo le scelte stilistiche di Tom Ford, che viene dalla moda : pellicola fredda perché esageratamente glamour, laccata e pretenziosa. Etc… Ma non è vero nulla: Animali Notturni è un film godibilissimo come impianto, narrazione e suspense.
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