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BREXIT: Quali conseguenze?

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Perchè il No degli inglesi. L’Inghilterra risponde al sistema di ricatti stabiliti dal sistema economico centrale e all’esasperante flusso degli immigrati patrioti inglesi

EDITORIALE di Clelia Conte

Vote-leaveRisulta scontato che gli inglesi abbiano sempre preso le distanze da tutti per il loro orgoglio e per il loro spiccato nazionalismo. La Brexit cambia poco perché il Regno Unito era già fuori dalla moneta unica, dalla Carta dei diritti fondamentali, dalla giustizia e gli affari interni, e in parte anche da Schengen. Concretamente partecipava solo al mercato unico come come la Norvegia e la Svizzera, obbligate a rispettarne le norme e a contribuire al bilancio pur essendo fuori dall’UE. Per partecipare al mercato unico il Regno Unito dovrà fare un accordo simile e perciò sarà meno autonomo e indipendente di prima dovendo attivare regole che non contribuirà a realizzare. Esso dovrà comunque contribuire al bilancio comunitario per lo 0,9% del pil totale. Ora che non saranno più validi gli accordi europei con tutti i paesi del mondo,  la Gran Bretagna dovrà fare accordi commerciali in posizione di debolezza e pagherà cara la sua scelta. I cittadini europei che vivono nel Regno Unito potranno avere delle conseguenze negative anche se i governanti britannici hanno assicurato che per due anni potranno stare tranquilli (sarà vero?). Viceversa corrono lo stesso rischio i cittadini inglesi che vivono nei Paesi europei.

Chi si ricorda che nel 1980 a Bari vi fu il Congresso del Movimento Federalista Europeo il quale aveva come slogan “Unire l’Europa per unire il Mondo”? Quante lotte da allora ed ora ci si domanda preoccupati:-“Che ne sarà dei nostri studenti Erasmos e degli europei in Gran Bretagna?”-.  L’avevo detto io, quando ero alle porte delle scuole medie che “a me l’inglese non piace!” perchè io gli inglesi li sentivo lontani per mentalità e cultura e mi incutevano soggezione. Infatti i cittadini del Regno Unito hanno detto NO all’Unione Europea. Abbiamo assistito in diretta al disastro politico di un intero Stato : Paolo Mieli ha dichiarato che “abbiamo assistito a questa uccisione” ha continuato “questa è una gomitata allo stomaco dell’Europa”….il problema è che l’ Europa si presenta come una serie di problemi e non di soluzioni!

Nel giro di un anno per gli inglesi e chi vivrà lì si amplificheranno le problematiche, ad esempio aumenteranno le tasse che prima si pagavano in senso europeo ed ora inglese.Per arginare il problema dell’antieuropeismo, bisognava porre subito un freno all’immigrazione. Purtroppo era in gioco, (e lo è per gli altri Paesi europei), l’immagine spietata che ha dato questa Europa economica, cioè quella delle banche e dei burocrati che non da delle risposte più vicine ai cittadini.  Di conseguenza ora, dal momento in cui esce dall’Unione, il Regno Unito sarà un’altra cosa anche se, la Scozia e l’Irlanda del Nord hanno votato per il Remain.

La prima ministra ha già dichiarato l’intenzione di convocare un nuovo referendum per l’indipendenza e la permanenza nell’UE. David Cameron, che annuncia, non da subito, le sue dimissioni, rischia di venir ricordato come l’uomo che in un colpo solo ha avviato la distruzione del Regno Unito e dell’Unione Europea. Proprio lui, per tenere unito il partito conservatore prima delle politiche ha promesso il referendum contando di governare con i liberali. Ma ha vinto e ha dovuto indirlo, costruendo da solo la sua fine.Pur essendo per svariati anni contro l’UE, si è accorto all’improvviso di dover fare campagna per il Remain, e dover difendere l’Unione che aveva usato per anni come oggetto contro del quale si era cucito la sua pubblicità elettorale. Adesso è “fritto in padella” .

Brexit-EU-remainIn realtà il Regno Unito era fortemente interessato a rimanere nell’UE perché le organizzazioni internazionali, i think tanks, i centri studi segnalavano costi pesanti e conseguenze gravose con la Brexit.  Non ha prevalso solo il voto di chi non ha compreso l’importanza dell’Unione ma anche quello del nazionalismo. Il Leave ha incentrato la sua campagna contro i migranti (europei) e sull’orgoglio nazionale richiamando la sovranità assoluta dei secoli passati e incitando il popolo ad andare contro tutti, esaltando bellicosamente il richiamo al noi contro gli altri e soprattutto contro i “traditori della patria”.

Ora ci si domanda se ci sarà un effetto domino sugli altri Paesi: dopo 66 anni in cui gli Stati si sono aggiunti, passando da 6 a 28, ora uno di essi decide di uscire, mostrando che l’UE è percepita sempre più come parte del problema invece che della soluzione. L’UE è un progetto incompiuto da Altiero Spinelli che ha lottato per la federazione.  Solo con essa  gli Stati membri potrebbero affrontare le grandi sfide come quella sulla sicurezza, sull’ambiente sul terrorismo e sulla ripresa dell’economia.

Il processo di crisi della civiltà europea attuale è rapidamente in corso con gli imput verso la chiusura xenofoba e nazionalista, (esempio eclatante l’omicidio di Jo Cox). Nel mondo intero però contano solo gli Stati di dimensione continentale (Russia, USA, Cina e India) quindi, ai paesi europei non resta che unirsi anche politicamente come nel sogno politico di chi ha avuto una grande intuizione per la pace in Europa e di conseguenza nel mondo: Altiero Spinelli. Ora saranno gli Stati maggiori e le istituzioni europee, i governi nazionali degli Stati maggiori e il Parlamento Europeo che dovranno per forza provvedere e rispondere al problema del dissenso generale europeo.

 

 

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