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The Danish Girl in proiezione allo Showville di Bari: costumi da Oscar. In una scena ricorda il  celebre “A qualcuno piace caldo” 

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di Romolo Ricapito
Alicia Wikander
Alicia Wikander

The Danish Girl, diretto da Tom Hooper e che si basa sul romanzo omonimo di David Ebershoff del 2001 recentemente pubblicato in Italia da Giunti, è un film  candidato a quattro premi Oscar e a un’infinità di altri riconoscimenti prestigiosi.

Esso inizia mostrando paesaggi danesi tipici : natura selvaggia, ambiente acquatico.
Tali paesaggi concludono anche l’opera che è ambientata nel mondo artistico: è la storia di una coppia di pittori, marito e moglie.
Geda, interpretata dalla svedese Alicia Wikander
Geda, interpretata dalla svedese Alicia Wikander

Lei è Gerda, una donna sottoposta a  sessismo nell’ambito artistico: la sua pittura non è pienamente accettata dalla critica.

Ma Gerda si rifà in famiglia: nel rapporto con Einar (Eddie Redmayne) è lei a portare i pantaloni.
Il fascino del film sta innanzitutto nell’ambientazione   nordica con una scrupolosa ricerca di ottime immagini sia negli ambienti esterni che negli interni.

Eddie Redmayne è perfetto nel ruolo di Einar, dando consistenza a un carattere sensibile e gentile nell’animo, pronto ad accontentare i capricci della moglie, come ad esempio sostituire una modella assente indossando panni femminili.

 Einar (Eddie Redmayne)
Einar (Eddie Redmayne)
A questo  punto una citazione speciale va ai costumi  del film, che concorrono agli Oscar: essi sono una sorta di co-interpreti della pellicola in quanto la loro bellezza, il loro lusso, i colori splendidi e accesi sono il valore aggiunto dell’opera.
Ed essi   sono fantastici sia  mostrando gli   abiti di Gerda che quelli concepiti per la versione femminile di Einar: Lili.
Infatti l’uomo rivelerà a poco a poco un risveglio femminile, che si completerà con la prima operazione per ridefinire il suo “vero” sesso, quello nascosto sotto gli attributi  virili .
La storia infatti è quella vera di Lili Elbe che morì nel 1931 tentando il cambio di  sesso, quando quell’operazione poteva dirsi all’epoca ampiamente sperimentale e anche decisamente folle. Pare che le fosse stato impiantato addirittura un utero, dopo varie altre operazioni.
Il film però è un sunto ( logicamente)  e parte dal 1926 a Copenaghen.
L’erotismo della coppia  Wegener, Einar e Gerda, all’inzio sembra nutrirsi e arricchirsi da una sorta di scambio dei ruoli.
Lei, Gerda, è una Musa perversa, tentatrice e sperimentatrice, che sembra spingere il marito sulla strada della transessualità salvo pentirsene quando è ormai troppo tardi. Dai ritratti femminili di Einar trasformato in Lili otterrà finalmente il tanto sospirato successo artistico. -Awakening_When_Gerda_asks_her_husband_Einar_to_stand_in_for_a_fe-a-7_1441119222805
L’identificazione di Redmayne col personaggio è totale nell’esibizione delle pose che ne svelerebbero la femminilità sotterranea . Questa nuova identità sembrerebbe sorgere per un desiderio artistico, ma rivelerà un vissuto identitario più lontano, che attinge all’infanzia.
Comunque sia il rapporto con Gerda sembra esserne la causa scatenante.
Quello di Gerda, la traghettatrice, è il ruolo più ambiguo. La svedese Alicia Wikander la interpreta tra alti e bassi, raggiungendo migliori risultati nella seconda parte.
Stranamente la Wikander è candidata all’Oscar come non protagonista, mentre il ruolo è invece da protagonista (femminile).
Nel film c’è una scena involontariamente comica: è quella del primo corteggiamento di Lili da parte maschile  (Ben Winshaw, nella parte di Henrik).
Curiosamente il tutto ricorda il film A qualcuno piace caldo sul travestitismo maschile .
A tale risvolto, subentra la gelosia di Gerda verso un uomo che è innamorato di  suo marito.
Ma il ruolo di Gerda è assai più sfaccettato: ella è una spregiudicata burattinaia.
Arriva infatti  a contattare e a dare un ruolo come mercante d’arte a un amico d’infanzia di Einar-Lili, col quale il marito  ebbe un intermezzo sentimentale, costituito da un semplice bacio.
 Einar al femminile (Eddie Redmayne)
Einar al femminile (Eddie Redmayne)

Hans (Matthias Schoenaerts) diventerà l’impotente testimone dell’evolversi in tragedia dell’intera situazione, offrendo alla coppia un punto d’appoggio, a tratti ambiguo perché tentato dalle grazie di lei.

Nel film c’è anche Amber Heard nel ruolo di Oola, ma il suo personaggio si limita a un ruolo decorativo.
La scoperta medica che le tendenze di Einar sarebbero   dovute a uno squilibrio chimico, a pensieri aberranti, che egli sia  un malato di mente o uno schizofrenico, sono dovute a un’insufficiente (all’epoca) documentazione e studio sulle personalità transgender , delle quali Einer-Lili è appunto considerata una capostipite.
Tra le scene più originali, quella in cui Einer, in vesti maschili, spia in un peep show una splendida prostituta nuda che si limita a una gestualità erotica.
Gestualità che Einer   studia e imita,  per poi inglobarla in “Lili”.
Il film è molto riuscito anche nella seconda parte, più elaborata: non scade mai nella volgarità, ma anzi esibisce una grande raffinatezza.
Va detto che sempre nella seconda parte  l’opera diventa più estetica ed estetizzante, una volta che i contenuti sono più chiari.
Il romanzo è stato fotografato mentre veniva letto sui banchi di Montecitorio durante una delle sedute sulla votazione del ddl Cirinnà che dovrebbe legalizzare le coppie di fatto.
L’istantanea è stata pubblicata come foto di apertura del sito del Corriere della Sera.
L’attualità del momento ha portato d’attualità una storia lontana che grazie a questo film rivive sui nostri schermi.
Il migliore del cast è Eddie Redmayne , alla sua seconda nomination con questo film. L’anno  scorso vinse  l’Oscar per La Teoria del Tutto.

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