ROMANZO- LA RESURREZIONE DELLA CARNE DI FRANCESCO BIANCONI: LA MORTE DELLA BELLEZZA E DELL’ARTE HA CONSEGNATO MILANO A UN ESERCITO DI ZOMBI Cultura Libri 12 Giugno 201525 Ottobre 2019 ROMOLO RICAPITO Pubblicato dalla collana Le Strade Blu di Mondadori il secondo romanzo di Francesco Bianconi, “La Resurrezione della Carne“,159 pag., 17 euro. Il primo fu “Il Regno Animale“, sempre per Mondadori. In questa nuova opera il frontman del gruppo Baustelle perfeziona la sua vena autoriale, con un intreccio che mescola l”appartenenza al mondo dello spettacolo del protagonista, Ivan Sacchi (alter ego probabilmente di Bianconi e creatore di una serie televisiva di successo) col privato del personaggio e in più una visione particolare di Milano, descritta come una megalopoli che ha perso la sua cultura e le sue radici, diventando amorfa e supìna a qualsiasi genere di inutile moda. La Resurrezione della Carne è il titolo della serie tv immaginaria che unisce il genere horror ai richiami del passato appartenenti a questo stile cinematografico. Infatti il romanzo è ricco di citazioni di opere dell’orrore, in special modo italiane, quella sorta di genere spaghetti-splatter che ha popolato i sogni di Quentin Tarantino. Ivan ha quattro anni quando Zombi di George A.Romero esce nelle sale italiane: è il 1979. Lucio Fulci con Zombi 2 sbancherà subito dopo il botteghino. Le citazioni dei film si accompagnano alle reminiscenze dell’infanzia, quando i genitori di Sacchi erano ancora in vita . Ecco un grosso televisore Brionvega, il primo a colori della famiglia, le amate serie tv come Mork e Mindy (“penso adesso a Robin Williams, che si è impiccato con la cintura dei pantaloni“.) Heidi, Remi, Candy Candy. Ma soprattutto dal testo emerge Milano, capitale finanziaria deprivata della sua storia, almeno per quanto riguarda gli occhi di chi la vive. I morti famosi del Famedio includenti Manzoni, Boito, Cattaneo, Hayez, Don Giussani, vengono paragonati agli zombi della finzione, perché sono personaggi ormai ignorati dalle masse. Milano “dalle eleganze inaspettate” e delle “meraviglie tramandate” affascina però chi cerca la sua essenza ed è ancora in grado di scoprirla. Ma la bellezza nascosta nei Musei è circoscritta appunto alla sua parte in ombra. A emergere sono le insegne dei marchi di moda, Nike, Selfridges, H & M, Thinkgeek… Mentre la città lombarda è il regno del flaneur postmoderno. Il romanzo assume un andamento più classico con la conoscenza di Giovanna, mentre qua e là emergono sparpagliate varie citazioni filosofiche . La dimensione domestica del rapporto con Giovanna, con svolte culinarie (la valorizzazione dei pici toscani, spaghetti tipici del nord Italia) si accompagna ad aneddoti horror ispirati al film La Notte del Terrore di Andrea Bianchi (Zombi Horror) dove una sconosciuta attrice viene uccisa da un bambino che in realtà è un attore nano. Ma è invece Andrea, il bimbo “vero” concepito con Giovanna in un momento felice, a diventare l’elemento concreto della vita di Ivan. La paternità è vissuta come una rinascita che comporta l’abbandono di vezzi e intellettualismi pregressi. Un punto di non ritorno è la tragica morte di Giovanna, investita da un dandy che per inviare un sms alla sua compagna si distrae fatalmente dalla guida del suo bolide. Il sangue di Giovanna sull’asfalto crea in Ivan reminiscenze con quello di un giovane agente ucciso nel 1978 nella strage di Via Fani a Roma, appartenente alla scorta di Aldo Moro. L’ossessione di pedinare Riccardo Bianchi, proprietario del ristorante di tendenza La Carne, omicida di Giovanna, che si accompagna a giovani modelle straniere, diventa la nuova motivazione di vita per Ivan. La vendetta viene però annullata dalla lettura dell’sms che causò inconsapevolmente l’incidente d’auto. Il cui contenuto cambia Ivan, perch’egli si riconosce nel nemico come in uno specchio. Abbandonati i desideri insani, il giovane si dedicherà pienamente alla paternità e alla riscoperta della natura. Il segreto nascosto in un bosco lo renderà di nuovo felice. Per la prima volta l’esistenza di Dio diviene piena consapevolezza. Il perdono verso un mondo esterno fino a quel momento giudicato ostile si trasforma in una definitiva ancora di salvezza.