“SAMBA” AL CINEMA Cinema 27 Aprile 2015 “SAMBA” AL CINEMA: CHARLOTTE GAINSBOURG E’ L’ANGELO CUSTODE DI UN IMMIGRATO SENEGALESE di ROMOLO RICAPITO Risulta di straordinaria attualità il film francese “Samba“, dei registi Eric Toledano e Olivier Nakache. Esso esplora la situazione degli immigrati africani in Francia, che da noi sembra più che mai d’ attualità a causa dei recenti sbarchi dalla Libia e i conseguenti affondamenti dei barconi. Come hanno risolto i nostri cugini d’Oltralpe l’emergenza, che li ha coinvolti in prima linea con massicce “invasioni” molto prima di noi? In realtà, esaminando la scena iniziale, ambientata durante una festa di matrimonio in un lussuoso ristorante, la questione sembrerebbe irrisolta. Infatti dietro lo sfarzo, nelle cucine, un immigrato senegalese, dal nome Samba, in Francia da ben 10 anni, non ha ancora ottenuto l’ambìto permesso di soggiorno e svolge uno dei compiti più umili: lo sciacquapiatti. Interpretato dal bravissimo Omar Sy , l’immigrato è ricompensato dalla doggy bag, il sacchetto con gli avanzi del pranzo molto in voga all’estero, Stati Uniti compresi. In questo contesto comunque osserviamo come gli extracomunitari ricevano una buona accoglienza e il necessario aiuto da associazioni di volontari ( e non) che ne ascoltano le istanze e li indirizzano ai lavori più richiesti, principalmente come muratori o lavavetri, cercando di avviare le necessarie pratiche per l’accoglienza. Come “counselling” ecco delle gentili signore, spesso anziane, che trattano gli stranieri con cortesia e fare materno. In questo contesto si inserisce il personaggio di Alice, interpretato da una sobria Charlotte Gainsbourg. La scelta della produzione è stata quella di vestirla con abiti semplici e quasi anonimi dal colore grigio, unitamente a un trucco invisibile che accentua la sofferenza interiore della donna. Costei infatti, che lavora come “studiosa” per le selezioni di personale nel settore agroalimentare in asettici e lussuosi uffici, è vittima di un devastante esaurimento nervoso. Come spiegherà infatti in una scena essenziale della sceneggiatura, si è lentamente isolata dal mondo esterno lavorando 12 ore al giorno, allontanando affetti e amici e ritrovandosi completamente da sola. Ecco dunque che una donna giovane e “autocnona” può essere un’emarginata in patria senza essere un’extracomunitaria. Le solitudini sembrano avvicinare sempre più i personaggi di Samba e Alice. La donna infatti, pare attratta irresistibilmente sin dal primo momento dall’amico straniero, che le si affeziona immediatamente; tra i due nascerà una relazione a lungo senza sesso, che accelera dopo che l’uomo è cacciato dalla Francia col classico foglio di via. Ad ogni modo il pregio del film è quello di non fossilizzarsi sul sentimento della coppia principale, ma di offrire allo spettatore un ampio excursus socio-culturale attraverso altre situazioni e personaggi, come l’immigrato algerino che si finge brasiliano, perché i sudamericani sono meglio accetti. In maniera casuale l’opera ricorda un film italiano ambientato a Bari, appena uscito sugli schermi, L’Amore non Perdona. Anche qui una donna francese stabilisce un’intesa speciale e amorosa con un africano che parla la sua stessa lingua. Ma quest’opera ha un risvolto più intimista. In Samba, diversamente, le situazioni sono tante: lo zio del protagonista, nato nel 1956 (ma che dimostra 80 anni) il quale lavora in un ristorante come cuoco ma è in possesso dell’ambito visto per rimanere in Francia. Il suo sogno è quello di tornare nel suo paese da ricco: la peggiore vergogna, come spiega, rivolgendosi più volte al nipote, sarebbe quella di farsi espellere e tornare da straccione nella terra di origine. Izia Higelin, nella vita cantautrice, ha nel film un ruolo di contorno come amica della Gainsbourg, una sorta di Grillo Parlante un po’ logorroico che non disdegna le relazioni con gli stranieri, nonostante predichi il contrario. Infine Isaka Sawadogo, che dà vita a una storia parallela. Sarà l’amico la cui fiducia Samba tradirà, andando a letto con la donna che il primo dovrebbe sposare. Il tutto dunque spiega che anche i personaggi apparentemente più candidi hanno i loro risvolti di trasgressione alle regole. Il carattere di Alice trarrà dalla vicenda una lezione di vita che la porterà sulla giusta strada. Le musiche del film sono dell’italiano Ludovico Einaudi. Dal romanzo Samba pour la France edito in Italia da Rizzoli, scritto da Coulin Delphine.