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Le nostre Chiome d’Argento piangono, ma non gocce d’oro.

CLELIA CONTE in un ulivo millenario

 

CLELIA CONTE in un ulivo millenario
CLELIA CONTE fra un ulivo millenario

di Clelia Conte

Secoli di vita hanno visto crescere numerosi dei nostri alberi che hanno dato l’immagine di un paese con una vegetazione argentata. Tronchi, sculture naturali che si perdono nell’immensa campagna pugliese. Ora no, non è possibile separarci da quegli alberi secolari che hanno curato i nostri nonni ed i nostri trisavoli.  Beato chi ha potuto vivere con i prodotti della nostra terra, con il nostro olio per millenni, poiché l’ulivo approdò nelle nostre terre attraverso i messapi. Infiniti artisti si sono ispirati a questi alberi imponenti e rigogliosi,  verdi per tutte le stagioni e creati per ravvivare giorni più freddi e tristi:  quando spunta il sole, sotto di loro è sempre primavera poiché emergono fiori e erba che danno colore a immense campagne.  Oggi Questo meraviglioso e laborioso albero rischia di essere distrutto a causa di una malattia infernale: la xilella fastidiosa.

Ho voluto approfondire l’argomento assieme ad un agronomo di Oria che è una splendida cittadina accarezzata dal grande Federico II e con immense campagne composte da antichi uliveti.

Il presidente del “Comitato degli operatori della filiera olivicola dell’altro Salento”, Franco Morleo, spiega come  questo consiglio sia nato allo scopo di provvedere con le giuste misure ad arginare quanto più possibile il problema del  batterio sterminatore. Già sono stati avviati i lavori di estirpazione, secondo i provvedimenti qualificati da un piano per gli adempimenti dettato dalla comunità europea.

Si vocifera, ha detto, che la xilella, potrebbe essersi già estesa in altre zone oltre che potrebbe colpire anche altri alberi da frutta come il mandorlo e il ciliegio.  Si sta perciò cercando di fare un intervento mirato operando in maniera drastica oppure attraverso misure di buona pratica agricola senza compromettere la genuinità del prodotto. Si dovranno perciò eseguire 2 trattamenti: uno entro il 30 maggio ed uno il 30 luglio.

Morleo ha sostenuto l’ipotesi per lui più verosimile secondo la quale questo batterio sia arrivato attraverso l’importazione di materiale infetto. Queste piante che arrivano dall’estero, dovrebbero essere controllate bene prima di accedere al nostro territorio. È successo anche con le palme: il punteruolorosso infatti, le ha sterminate. Come al solito si provvede ad arginare il problema quando è troppo tardi e le misure da prendere sono drastiche, costose e per chi le subisce, dolorose. Perciò, prima che la Francia ci avesse chiuso le porte, avremmo dovuto chiuderle noi agli atri paesi per non fare entrare quelle pianteospiti, portatrici di malattie. Lo scopo del comitato è proprio quello di rendere protagonisti gli agricoltori su queste problematiche in modo che, se coinvolti e  partecipi, possano collaborare a circoscrivere il problema. La coscienza generale  deve portare a fare attenzione ad esso ed al primo sospetto di malattia, gli olivicoltori dovrebbero segnalare il danno per permettere di analizzare gli ulivi malati e di conseguenza prendere provvedimenti. Con questa consapevolezza si potrà correre ai ripari. Si sono mossi anche gli agricoltori della provincia di Bari recandosi sul posto per prendere atto della situazione e difendere per tempo le loro campagne.

Questo è quanto ha affermato il Dottor Morleo anche se, fra i vari provvedimenti, l’assessore regionale alle risorse agroalimentari,  Fabrizio Nardoni ha parlato di un sistema per eliminare la sputacchina, vettore della malattia in questione che si trova nell’erba.

Bruxelles attende il 27 aprile, data nella quale si dovrà dimostrare di aver preso tutte le misure possibili per bloccare il flagello.  Attendiamo il responso.

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