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Laura Massaro: “Ho partorito mio figlio un’ altra volta.” Vittoria in cassazione con la sentenza che farà storia nella giurisprudenza italiana

di Cinzia Santoro

La Vittoria in cassazione decreta la fine della sindrome d’alienazione parentale come baluardo della rivittimizzazione secondaria in tribunale delle donne vittime di violenza.

Una grande vittoria per Laura Massaro e una sentenza che farà storia nella giurisprudenza italiana.  La Cassazione ha accolto in toto il ricorso di Laura che chiedeva di annullare la decisione di toglierle la responsabilità genitoriale in nome di un costrutto pseudoscientifico, che pone le sue basi nella sindrome d’alienazione parentale.

Richard Gardner


La famigerata pas fu sostenuta fin dagli anni 80 da Richard Gardner, psichiatra in odore di pedofilia morto suicida anni dopo, che usò questa teoria per avallare il prelevamento forzato di centinaia di minori contro la loro volontà per riprogrammarli ad accettare il genitore rifiutato. Definita teoria nazista dalla Cassazione nel maggio scorso con un’ordinanza che annullava il decreto della Corte d’Appello di Venezia del dicembre 2019, nel quale si decideva l’affido esclusivo di una bambina al padre, sulla base della sindrome d’alienazione parentale. 
Oggi la Cassazione con l’ordinanza 286/2022 ribadisce che l’alienazione parentale deve essere bandita dai tribunali italiani e sostiene il diritto del minore a essere ascoltato nei procedimenti che lo riguardano. Una vittoria storica per tutte le donne rivittimizzate nei tribunali italiani e punite per aver denunciato il partner violento.  I prelievi forzati dei piccoli sono ancora nei nostri occhi, le urla, il panico e le terribili conseguenze sulla salute psicofisica dei bambini, la cui unica colpa era il rifiuto del genitore violento, in nome di una legge sulla bigenitorialità a ogni costo e del profitto delle case famiglia.
La Corte di cassazione ribadisce che “il richiamo alla sindrome d’alienazione parentale e ad ogni suo, più o meno evidente, anche inconsapevole, corollario, non può dirsi legittimo, costituendo il fondamento pseudoscientifico di provvedimenti gravemente incisivi sulla vita dei minori, in ordine alla decadenza dalla responsabilità genitoriale della madre”.

LAURA MASSARO


Il collegio osserva inoltre che il diritto alla bigenitorialità così come ogni decisione assunta per realizzarlo non può rispondere a formula astratta “nell’assoluta indifferenza in ordine alle conseguenze sulla vita del minore, privato ex abrupto del riferimento alla figura materna con la quale, nel caso concreto, come emerge inequivocabilmente dagli atti, ha sempre convissuto felicemente, coltivando serenamente i propri interessi di bambino, e frequentando proficuamente la scuola”.
Giustizia è fatta per questa donna coraggiosa e determinata che in nove anni si è  battuta come una leonessa per proteggere il suo bambino. Ora aspettiamo che altre madri coraggio come Giada Giunti, Ginevra Pantasilea Amerighi e decine di altre donne vittime dell’ingiustizia perpetrata nei nostri tribunali possano ritrovare la serenità e veder riconosciuto il loro diritto a crescere i propri figli da donne libere dall’abominevole marchio della madre malevola.

29 marzo 2022

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