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Congresso territoriale della CISL

Celebriamo il VI Congresso della Cisl di Bari, che per noi significa guardare in profondità nei contesti delle due province dove operiamo, quella di Bari e nei 7 comuni della Bat, un tempo ex provincia di Bari.

La lettura del territorio ci porta a dire che il locale mercato del lavoro presenta profonde ferite su cui il periodo Covid ha agito da sale.

Giuseppe Bocccuzzi (Segretario Generale UTS CISL Bari)

50.000 disoccupati nella Città metropolitana di Bari, 20.000 nella Bat; tassi di occupazione molto bassi, 52% Bari, 42% Bat, che ci tengono anni luce indietro, anche di 20, 30 punti percentuali rispetto alle aree ricche del Paese, Bologna per esempio al 72%, territori dove poi questa terra esporta i propri figli, il migliore capitale umano.

Giovani e donne, veri e propri martiri del mercato del lavoro, con tassi di occupazione anche di 10 punti inferiori rispetto alle medie provinciali, con uniche chanche di occupazione, siamo quasi al 70% nel terziario, nei servizi e nel commercio, di lavori a tempo determinato di brevissima durata e mini part time involontari.

Le donne di queste due province scontano non solo una bassa occupazione ma anche un mercato del lavoro che mal si concilia con il territorio per cui una donna su 4 a due anni dalla nascita del primo figlio lascia il proprio posto di lavoro.

La crescita del Pil o se vogliamo un rimbalzo rispetto al dato negativo del 2020 non ha portato benefici ma anzi sta facendo crescere a dismisura il fenomeno del lavoro povero che oggi riguarda un lavoratore su quattro ed uno su due se part time.

E se non basta, la piaga della inattività, cioè persone che pur in età da lavoro non producono reddito da lavoro, sono il 30% del totale della popolazione nelle due aree, 335.000 nella provincia di Bari, 131.000 nella Bat. Tra questi inattivi la zona grigia e i giovani NEET, uno su 4, sono elementi sociali preoccupanti che non possono che rallegrare le mafie del territorio che stanno imperversando nell’economia e ancor peggio nel reclutamento di giovani senza prospettive di futuro.

Luigi Sbarra (Segretario Generale CISL)

E paradossalmente con tanti disoccupati, un lavoro su tre offerto dalle imprese locali non trova candidati idonei in questo oceano di disoccupati e inattivi.

Le ricette della Cisl sono chiare:

per non rimanere ostaggi del lavoro povero, evitare la trappola del salario minimo ma sforzarsi con le imprese locali ad attivare una grande stagione territoriale di contrattazione decentrata, aziendale ma soprattutto territoriale, che possa includere non solo le aziende grandi ma soprattutto l’universo delle piccole imprese che sono il 90% del nostro territorio.

Oggi solo il 10% dei lavoratori dei nostri territori è interessato da migliori condizioni economiche derivanti da contrattazioni integrative.

Creare con le imprese e le agenzie educative del territorio, un grande piano per accrescere le competenze e le conoscenze di chi cerca lavoro e di chi è già occupato, ma oggi a rischi occupazione per gli ponenti processi di transizione di sistema che stanno trasformando il mercato del lavoro e delle competenze necessarie.

Dare impulso alla crescita del territorio, attraverso un’azione di sistema che tenga insieme tutti gli stakeholder del territorio, per accelerare gli investimenti del PNRR, per far decollare una volta per tutte la Zez e di far partire il Contratto istituzionale di sviluppo sulla Bat, in un’ottica di legalità e di promozione di lavoro sicuro e dignitoso.

Investimenti pubblici e investimenti privati, nuove imprese e nuovo lavoro, devono realizzarsi in breve tempo se non vogliamo correre il rischio di uno spopolamento ancora più grave di quello che stiamo vivendo nei due territori. Se la Bat è la provincia dove si nasce di meno, in venti anni ha perso il 39,5% delle nascite, nondimeno lo spopolamento sta colpendo la città metropolitana di Bari, con il capoluogo che in 15 anni a partire dal 2017 rischia di perdere qualcosa come 30.000 residenti e presenta un indice di vecchiaia, rapporto tra over 65 e under 14, tra i più alti di Europa, siamo passati dal 121,5 del 2002 a 210,6 del 2021.

Antonio Castellucci (Segretario Generale USR CISL Puglia)

Le implicazioni di questo declino hanno portato ad una vera e propria chiusura sociale per l’esercizio dei diritti fondamentali di cittadinanza.

L’assenza di sanità territoriale, le liste di attesa ormai allo sbando e gli ospedali congestionati dai ricoveri Covid, hanno seriamente compromesso il diritto alla salute e alla cura che sta colpendo soprattutto la popolazione anziana, uno anziano su tre ha rinunciato a curarsi perché impossibilitato a ricorrere a visite a pagamento, come anche la metà della le famiglie a basso reddito dei nostri comuni.

Nondimeno il disagio giovanile nella sua fase di apprendimento, fortemente compromessa da questi due anni di Covid e di scuola a singhiozzo che ha innescato una pericola spirale tra tassi di abbandono scolastico schizzati al 15%, nonostante gli obietti europei ci invitano ad un più gestibile 9%, e disagio psichico-relazionale degli adolescenti completante abbandonati a se stessi e vittime di un Paese che ha fatto di loro esecutori di circolari e di Dpcm ma privi di ogni attenzione di rigenerazione socio-educativa.

Andrea Cuccello (Segretario Nazionale Confederale CISL)

Anche su questi temi dell’inverno demografico e della chiusura sociale, la Cisl di Bari ha inteso definire proposte e metodi di concertazione per invertire trend e declini, oggi aggravati anche da numerose crisi occupazionali locali, che richiedono uno sforzo collettivo e un grande Patto sociale e del lavoro territoriale dove ogni soggetto di rappresentanza faccia la sua parte per il bene comune e per un progresso sostenibile e inclusivo.

La Cisl di Bari porta in campo le istanze e la fiducia dei suoi 74.327 iscritti nei 48 comuni nelle due province di Bari e Bat.

14 febbraio 2022

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