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Kazakistan- Tokayev fa sparare sui manifestanti che protestano contro il caro energia

Tokayev

di Cinzia Santoro


Il Kazakistan è un paese importante, il più grande dell’Asia Centrale, un grande produttore di petrolio, gas e altre ricchezze del sottosuolo. Nonostante questo, da settimane il prezzo della benzina è aumentato smisuratamente, anche nei paesi dove i giacimenti si trovano, comportando un aumento insostenibile dei prezzi dei generi alimentari e altri beni essenziali. E in  questa settimana ovunque  ci sono state manifestazioni per la prima volta dopo lo scorso anno, quando il popolo  era sceso in piazza per protestare dopo i brogli elettorali.  Migliaia di persone contestano il governo,  a cominciare dalla città di Zhanaozen in Mangystau sul Mar Caspio, che nel 2011 vide morire una decina di manifestanti durante altre proteste.
Astana, la capitale brucia, così come Almaty.  I manifestanti sono stati colpiti da lacrimogeni, manganellate, proiettili e arresti.  Decine di morti tra i contestatori scesi in piazza e centinaia i feriti.

“Non me ne vado” ripete alla tv Jabar 24 il presidente Tokayev, 68 anni, un passato da ambasciatore dell’Urss, uno che parla in russo a un popolo al 70% turcofono e musulmano.

Annuncia due settimane di stato d’emergenza, l’epurazione del premier e ovviamente le riforme.  La risposta alle proteste è stata dura, Tokayev ha chiamato in suo aiuto Putin che ha inviato circa 2500 militari russi, 500 militari bielorussi e kirkizi e 300 tra truppe  armene e tagiche.  Secondo fonti ufficiali la situazione incandescente sarebbe  colpa di potenze straniere che sobillano il popolo. Il Kazakistan è il secondo paese al mondo dopo gli States nel mercato delle cripto valute. Ci sono circa 90 mila società di criptomining che operano sul suo territorio e che temendo le conseguenze della rivolta potrebbero spostarsi altrove.
La durissima repressione ha  portato in carcere migliaia di attivisti. Lungo le strade deserte, auto bruciate e vetrine in frantumi. Anche il palazzo presidenziale sarebbe stato  incendiato. La più grande compagnia di telecomunicazioni del Kazakistan, ha bloccato l’accesso a Internet in tutto il Paese. E il governo centrale ha  bloccato Facebook, WhatsApp, Telegram e, per la prima volta, l’app cinese WeChat.
E Karim Masimov, ex capo dell’intelligence è stato arrestato per alto tradimento con l’ acccusa legata al tentativo di rovesciare il governo.
La Cina ha espresso solidarietà a Tokayev per la fermezza dimostrata contro i manifestanti.
Preoccupazione invece da parte della NATO e degli Stati Uniti. 

Tokayev
Qasym-Jomart Toqaev

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