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“MIO CUGINO PEPPINO” un film di Federico Rizzo.

L’arte di documentare i valori umani delle periferie con schiettezza nella produzione cinematografica del regista e sceneggiatore Federico Rizzo.

di Piero Fabris

Foto di Daniela Ciriello

 

 Il 22 dicembre 2021 è stato presentato presso l’auditorium “fondazione Paolo Grassi” in Martina Franca il nuovo film di Federico Rizzo dal titolo: “Mio cugino Peppino”. Dialogava col regista la nostra Clelia Conte.

Il regista Federico Rizzo con la nostra direttrice Clelia Conte

I lavori del regista e sceneggiatore Federico Rizzo, rispondono al bisogno di narrare la realtà con lucidità e onestà intellettuale. Una scelta coraggiosa che è indice della sua passione per la denuncia sociale, ma soprattutto invito a prendere coscienza del degrado e delle scelte poco culturali volte a far cassetta piuttosto che promozione del bene comune. Il Rizzo con la sua cinematografia suggerisce soluzioni costruttive a inclinazioni verso il basso che, sono frutto di ricerche attente e ben documentate sugli argomenti trattati. Le sue pellicole appartengono a quel “cinema indipendente”, che risponde alle esigenze di narrare con sincerità la vita, mettendola a nudo. Films che scelgono di mostrare “Sequenze dell’Esistere senza orpelli”, troppo spesso messi ai margini per comodità di chi rincorre facili consensi nazionali e internazionali. Il regista col suo impegno crudo, con ironia amara, attraversa l’apparenza e i luoghi comuni col quale frettolosamente si inquadrano i paesaggi e risorse umane. Nei suoi lunghi metraggi si coglie la cifra della sua dedizione: la passione per ciò che è autentico! Federico Rizzo, non presta il fianco a certo cinema detto del “funzionario”, ricco di effetti spettacolari, ma povero di contenuti, così caro a chi immagina gli spettatori come un gregge di ingenui da mettere davanti agli schermi con popcorn e zucchero filato. Al contrario, il regista crede nel pubblico alla ricerca di storie e fatti per capire, sperare. I Lavori di Federico Rizzo sono di denuncia realizzata con “leggerezza profonda” quella che sa puntare la bussola verso i porti dell’anima assetata di bellezza pulita e di semplicità.

Conferenza stampa del film “Mio cugino Peppino”

La sua ultima fatica dal Titolo: “MIO CUGINO PEPPINO” prodotto da Giuseppe Romanelli; musiche di Paolo Casolo, Guido Tognarini e Attiglio Errico Agnello; Fotografia di Mattia Morelli, montaggio di Fulvio Molena ha tra gli interpreti principali lui stesso e Giuseppe Romanelli che è poi il produttore, accanto a Vincenzo Martire, Gianni Pellegrino, Sigo Lorfeo, Antonio Barbero, Antonio Patisso, Giuseppe Vitale, Nadia Carbone e Vincenzo Alighieri. Per “Mio Cugino Peppino” il regista, spiega, di aver scelto “la recitazione a specchio”, con la quale ha permesso ai figuranti e protagonisti dell’opera, di essere spontanei e non ingessati dalla macchina da presa. Il risultato è una commedia spassosa, ironicamente affilata che riflette la “decrescita felice” della valle d’Itria, vera protagonista della pellicola.

Durante la Conferenza stampa nell’Auditorium della Fondazione Paolo Grassi in Martina Franca (Ta)

Un lavoro dettato dai riverberi di una terra, La Puglia, che, con la sua energia e poesia paesaggistica è naturalmente emozione per l’anima! Un’opera, anzi un’esigenza profonda, quella di Federico Rizzo, il quale mettendo a fuoco le contraddizioni dei nostri ambienti culturali, sempre più attenti ai “fumi e paroloni” che alla sostanza delle relazioni, ci libera dai luoghi comuni con i quale si inquadra ogni tipo di sud, oramai sinonimo di degrado e dalla presunzione di conoscerlo, raccontando la storia di un giornalista quarantenne sottopagato che sopravvive a Milano nutrendosi di prodotti scadenti che non sanno di nulla, il quale si reca in Puglia per sistemare frettolosamente questioni legate a un’eredità.

mio cugino peppino

“Scendere” si svela al contrario un’occasione, per l’uomo che “scrive articoli”, per riflettere sulla qualità della vita, per guardarsi dentro e per scoprire un mondo di valori, insomma di cominciare un cammino di consapevolezza che lo porta ad apprezzare sapori, profumi e ritmi di vita dei contadini custodi di conoscenze antiche per i quali ad esempio, i muretti a secco non sono “solo” edificati per marcare proprietà o, espressione di mera estetica agreste, ma costruiti secondo criteri di conoscenza che affonda le proprie radici nell’esperienza delle sere antiche, con le quali la regione afosa e assetata risponde ai bisogni d’acqua. Un film, ovvero un documentario di storie e di gente vera, quasi un canto d’amore per la terra, con i suoi “Formiconi”, terra come patrimonio di saggezza da non disperdere se si vuol guardare al futuro! Rispetto per la vita, rispetto per i suoi luoghi dei quali sembriamo non esserne consapevoli, troppo spesso facile preda di avidi senza scrupoli che la svendono a un turismo di termiti che nulla comprende della storia e l’autentica bellezza di chi è in armonia con i pozzi di conoscenza. Il Film “Mio Cugino Peppino sarà nella sala del cinema teatro Verdi di Martina Franca il 21 gennaio 2022.

il regista e sceneggiatore Federico Rizzo

Curriculum del regista e sceneggiatore Federico Rizzo

Nasce a Brindisi nel 1975, ma trascorre la sua infanzia a Milano.

È laureato al D.A.M.S. indirizzo Cinema di Bologna con una tesi su La cotta di Ermanno Olmi. Ha conseguito il diploma come perito tecnico cine-televisivo presso l’I.T.S.O.S. indirizzo cinema di Milano. Diploma come sceneggiatore cinematografico presso la civica scuola del cinema di Milano.

Nella propria formazione ha avuto diverse esperienze teatrali, formandosi all’Accademia Comuna Baires, e televisive lavorando con i registi Giuseppe De Santis e Pupi Avati.

Come regista e al tempo stesso sceneggiatore ha realizzato circa quaranta cortometraggi dall’età di quindici anni, fra questi sono da ricordare “Milano violenta” con Giuseppe Battiston, prodotto da SKY Cinema e “La tunica” che riceve il prestigioso premio Civis Video Awards del Parlamento europeo a Bruxelles nel 2000 per le tematiche antirazziali affrontate.

Federico Rizzo ha realizzato come regista dodici lungometraggi di finzione:

Nel 1999 il suo primo film in digitale Storia malata (partecipa in concorso al Bellaria Film Festival).

Nel 2000 gira il suo secondo film in digitale Offresi posto letto (film che inaugura con buon esito di pubblico la stagione dell’autodistribuzione a Bologna).

Ad inizio 2001 gira il suo terzo lungometraggio, Sguardo da uomo. Ambientato a Milano, è la storia di tre giovani donne che dovranno vedersela con i loro rispettivi fallimenti sentimentali. Tra gli attori principali: Karina Arutyunyan, Elisa Lepore e Paolo Pierobon.

Sempre nel 2001 vince il primo premio di produzione del Festival Filmmaker Doc di Milano e produce il suo quarto film in digitale Whisky di via Nikolajevka, docu-film sui ragazzi di Baggio (quartiere della periferia di Milano) col quale ottiene significativi consensi di critica: “Ha una forza e una crudezza che sorprende e che il cinema emerso non ha” (Alberto Pezzotta – Corriere della Sera).

Nel 2002 rivince il primo premio di produzione del Festival Filmmaker Doc e gira il suo quinto film in digitale I pesi di Pippo, commedia su culturisti e anabolizzanti che lo riconferma: “il più significativo dei giovani autori milanesi” (Luca Mosso – La Repubblica).

Nel 2003 esce il suo sesto film in digitale Passe-partout per l’inferno, film drammatico sulle analogie tra nazismo e la giovane estrema destra dei speciale al nazi-skin (presentato in concorso al Festival di Bellaria e come evento Festival Filmmaker Doc).

Nel 2005 gira il suo settimo film in digitale Liecvi crepe sul muro di cinta, film drammatico sugli ultimi giorni di vita di un poeta, interpretato da Paolo Pierobon (presentato in concorso al 23.mo Bergamo Film Meeting).

Nel 2009 esce il suo ottavo film, incentrato sul problema del precariato. Il titolo è Fuga dal call center, interpretato da Angelo Pisani, Isabella Tabarini, Tatti Sanguineti, Paolo Pierobon, Natalino Balasso e Debora Villa, direttore della fotografia Luca Bigazzi – colonna sonora di Caparezza, Tre allegri ragazzi morti, Peppe Voltarelli e Le luci della centrale elettrica.  Considerata dal cinema ufficiale come l’opera prima del regista, il film esce riscontrando un buon esito di pubblico e di critica partecipando ad oltre cinquanta festival internazionali. Esce in dvd distribuito da Sony in partership con Officine Ubu.

Nel 2011 termina la lavorazione del nono film Taglionetto, considerata l’opera seconda dopo Fuga dal call center. Si tratta di un thriller psicologico che ha come interpreti principali Dorotea Mercuri, Giulio Forges Davanzati e Nino Frassica. E’ tra i dieci finalisti al premio Mario Verdone del Festival Europeo di Lecce. Viene venduto in diverse nazioni dalla compagnia Film Export Group, esce al cinema in Italia con Reclame Distribution.

Nel 2014 esce il suo decimo film (terzo lungometraggio ufficiale) dal titolo Il ragioniere della mafia. Si tratta di una commedia criminale tratta dall’omonimo romanzo di Donald Vergari e che ha come interpreti principali Lorenzo Flaherty, Tony Sperandeo, Ernesto Mahieux e Ciro Petrone. E’ stato presentato in concorso al Washington International Film Festival e al World Film Festival di Montreal. Viene venduto in diverse nazioni dalla compagnia anglo-americana Stealth Media Group.

Nel 2017 gira il documentario per Rai Uno e fondazione Pavarotti Miss Sarajevo sul ventennale del Pavarotti music center in Bosnia Erzegovina e sulla situazione della Nato in Kosovo.

Nel 2018 gira il documentario per Rai Uno Cocktail party sul tema musica e disabilità con protagonisti I ladri di carrozzelle.

Nel 2020 gira 999 – l’altra anima del calcio un film sul calcio giovanile che ottiene il contributo dall’Emilia Romagna Film Commission, la partneship del Bologna Calcio e i patrocini delle principali leghe calcistiche italiane. Presentato con successo a Cine’, le giornate dei distributori ed esercenti è prevista la sua uscita nelle sale nel 2022.

Nel 2021 gira Mio cugino Peppino una commedia esilarante ed estremamente originale sul tema della decrescita felice in Valle D’Itria.

31 Dicembre 2021

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